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“Grande meraviglia”, viaggio nei manicomi di Viola Ardone

di | 2024-02-15T20:23:16+01:00 18-2-2024 5:45|Cultura, Sezione10|0 Commenti

MILANO – L’amore a testa in giù, l’amore incomprensibile, come forma di pazzia. Così nel romanzo “Grande meraviglia”, per l’autrice Viola Ardone, il manicomio diventa il luogo buffo e terribile, visto con gli occhi di una bambina che entra nel mondo della “pazzaria” per non staccarsi da sua madre.

Viola Ardone

Ambientato negli anni Ottanta, il romanzo racconta la vita racchiusa nelle quattro mura del manicomio, vita ricca di ferocia e bellezza al tempo stesso. I rapporti tra le persone e gli spazi, tra le cose e le idee sono surreali e trascendono la realtà. Si narra del legame di una ragazzina con l’uomo che decide di liberarla e rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti gli uni dagli altri, per sentire di esistere. La protagonista è Elba, una giovane ragazza che porta il nome (scelto da sua madre) di un fiume del Nord, Le donne vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. La madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo “Diario dei malanni di mente”, raccontando la vita all’interno del manicomio, dove soprattutto le donne dichiarate pazze dai mariti venivano internate e azzerate del loro pensiero.

Elba racconta del suo universo, il solo che conosce. Finché, appunto, un giovane psichiatra combatte per tirarla fuori dal manicomio, anzi per eliminarli del tutto, come prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Furono più di 70 in Italia i complessi che hanno ospitato malati psichiatrici dal 1904 al 1996. Luoghi che hanno rinchiuso la follia, ma anche tante storie di uomini e di donne. Lo psichiatra porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità.

Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio. Il lettore entra nella dimensione parallela della mente, lasciandosi trasportare da quel pizzico di follia che magari fa vivere con piú leggerezza le cose e lascia staccare dalla realtà… O forse è quel briciolo di pazzia che permette di osservare il mondo in maniera diversa.

Claudia Gaetani

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