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Denis e Nadia: due vite da premio Nobel

di | 2018-10-21T07:42:57+02:00 21-10-2018 6:35|Attualità, Sezione 8|0 Commenti

PALERMO – Il premio Nobel per la pace 2018 è stato assegnato a due persone che hanno lottato contro la brutalità umana e hanno testimoniato con la loro vita la possibilità di resistere all’odio e di aiutare le vittime di violenza. Si tratta del medico congolese Denis Mukwege e di Nadia Murad, vittima di crimini commessi dall’Isis in Iraq.

Denis Mukwege, nato nel 1955 a Bukavu, in Congo, dopo essersi laureato in medicina in Burundi, si è specializzato come ginecologo in Francia. Nel 1998 ha aperto nella sua città natale un ospedale – il Panzi Hospital – la cui missione principale è curare le donne vittime di violenza sessuale; donne che, purtroppo, nell’Africa centrale sono tante, in quanto lo stupro viene considerato un’arma da guerra.

Nadia Murad, di etnia yazida, è nata nel 1993 nel villaggio di Kocho, nel nord dell’Iraq. Era una studentessa ventunenne quando, nel 2014, i miliziani dell’Isis sono arrivati nel suo villaggio, hanno ucciso gli uomini, fatto scomparire le donne anziane e l’hanno rapita insieme ad altre ragazze e bambini. Divenuta schiava sessuale, qualche mese dopo Nadia è miracolosamente riuscita a scappare, quando il suo carceriere per disattenzione non ha chiuso a chiave la porta della casa di Mosul in cui era prigioniera. Aiutata da una famiglia della zona, è riuscita a raggiungere il campo profughi nel nord dell’Iraq e a rifugiarsi in Germania, a Stoccarda. E’ poi diventata ambasciatrice di pace all’ONU e ha partecipato a varie iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul tema dei rifugiati e soprattutto sulla tratta di esseri umani.

Il Nobel per la pace, istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895, a differenza degli altri premi, viene assegnato in Norvegia, ad Oslo, e non in Svezia dove invece – precisamente a Stoccolma – qualche giorno prima del conferimento del Nobel per la Pace, sono stati proclamati i vincitori degli altri premi: quello per la Medicina è stato attribuito allo statunitense  James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo, che hanno potenziato la capacità reattiva del sistema immunitario contro le cellule cancerose; il Nobel per la Fisica è stato assegnato ad Arthur Ashkin, Gérard Mourou e Donna Strickland per i loro studi che hanno rivoluzionato la fisica dei laser, rendendone possibili nuove applicazioni nell’industria e nella medicina; triplice condivisione anche del Nobel per la Chimica, andato a Frances H. Arnold, George P. Smith e a Gregory P. Winter, che hanno applicato i principi dell’evoluzione e della genetica a enzimi e anticorpi; a William D. Nordhaus e a  Paul M. Romer, infine, il premio Nobel per l’Economia, per aver inserito i cambiamenti climatici e l’innovazione tecnologica nell’analisi dei processi macroeconomici.

Non è stato invece assegnato quest’anno il premio Nobel per la Letteratura: una decisione sofferta da parte dell’Accademia svedese, a seguito dello scandalo sulle molestie sessuali che ha coinvolto il fotografo Jean-Claude Arnault, marito di una donna – Katarina Frostenson – membro dell’Accademia stessa. Il fotografo avrebbe ricevuto finanziamenti da parte dell’Accademia per una associazione culturale da lui fondata. Fermi un giro, dunque, per ritrovare credibilità e fiducia agli occhi del mondo. I candidati al Nobel per la Letteratura, rimasti quest’anno a bocca asciutta, si rifaranno comunque nel 2019, quando i premi assegnati saranno due, uno per il 2019 e uno, appunto, per il 2018.

Maria D’Asaro

Nella foto di copertina, Denis Mukwege e Nadia Murad

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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