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Fiumicino, all’aeroporto le tre vetrate di Giotto

di | 2024-03-08T12:50:00+01:00 10-3-2024 5:30|Sezione 7, Viaggi|0 Commenti

FIUMICINO (Roma) – Tre vetrate istoriate attribuite a Giotto (1267  -1337) sono esposte all’aeroporto di Fiumicino. L’occasione è stata, infatti, la cerimonia per il 50esimo anniversario di Aeroporti di Roma, alla presenza dei vertici di Adr e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, quando per concludere l’evento è stata svelata questa stupenda opera d’arte che il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno ha concesso in prestito e posta proprio presso la Piazza del Molo A del Terminal 1.

Si tratta, dunque, di tre vetrate istoriate esposte per la prima volta al pubblico, che raffigurano rispettivamente il profeta Aronne e due diaconi, provenienti dalla Basilica di Santa Croce a Firenze che consistono nella parte alta di una vetrata, databile intorno al 1310, posizionata originariamente al termine della navata destra della Basilica. Negli anni Ottanta fu lo storico dell’arte ungherese Miklos Boskovits a riconoscere la paternità di Giotto per la vetrata disegnata e dipinta dal grande artista toscano. Un’iniziativa volta a portare opere di così pregevole valore a disposizione della gente, valorizzando il patrimonio culturale ed artistico del nostro Paese.

Dopo l’esposizione al pubblico del Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini, ora è la volta di questa opera di Giotto. Il Leonardo da Vinci diventa, così, una sorta di ‘museo diffuso’, dove milioni di passeggeri potranno ammirare questo gioiello. Un’iniziativa atta a valorizzare il patrimonio italiano con opere più o meno conosciute, a rendere meno pesante il tempo in attesa di partire, nonostante sia un contesto atipico, tanto che sono sorte già polemiche, tra le quali quella dell’associazione Mi Riconosci che in una nota ha commentato che le opere “sono fragilissime e rare, così vengono umiliate: lì c’è troppa luce”.

La speranza è che, almeno, questo bene di inestimabile valore culturale trasmetta qualcosa al passeggero in questo atipico contesto, diventato ormai un vero e proprio museo per tutti.

Laura Ciulli

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