//“Shuma Tragliabissi”: la nostra intervista a Dario Muratore

“Shuma Tragliabissi”: la nostra intervista a Dario Muratore

di | 2024-04-26T12:18:18+02:00 26-4-2024 12:18|Alboscuole|0 Commenti
Mercoledì 17 aprile, noi alunni delle classi prime della scuola secondaria di I grado “Vincenzo Pipitone” di Marsala abbiamo incontrato Dario Muratore, autore del libro “Shuma Tragliabissi”, letto e analizzato in classe. Dopo una presentazione dell’autore da parte di alcuni alunni della 1^F, è iniziata l’intervista riportata di seguito G: Che relazione c’è tra immagini e testo? Abbiamo inoltre notato che alcune immagini sono a colori e altre in bianco e nero, c’è un significato preciso per questa scelta? Le immagini sono utili ad aumentare le emozioni dei lettori? Dario: Tra immagini e testo c’è un forte legame, è stato fondamentale infatti per il mio libro collaborare con Eva Christine Schenck di origine tedesca, in modo particolare di Berlino est; naturalmente la scelta di inserire immagini è personale. Riguardo invece la presenza di immagini in bianco e nero, posso affermare che dipende da ragioni economiche ed editoriali. Sì, le emozioni del lettore aumentano perché hanno un valore evocativo. G: Ci hanno incuriosito le parti dialettali presenti nel libro. Ci può spiegare le motivazioni di questa scelta? Dario: Sì, ho deciso di inserire queste parti perché il dialetto è la nostra prima lingua, rappresenta infatti la nostra origine, un’unione tra passato e presente. L’ho fatto inoltre per collegarmi ad altre mie opere. Questa scelta mi ha anche consentito di richiamarmi alla tradizione del cantastorie. G: Lei dedica il libro “Ai desideri caduti”. Lei ha nella sua vita ha dei desideri caduti? Dario: No, perché devo ammettere di essere felice della mia vita: ho realizzato infatti i miei desideri, diventare attore, fare teatro e scrivere. Sappiate comunque che nella vita per realizzare i propri sogni ci vuole fatica, sacrificio e spirito di sfida, l’importante è crederci e non mollare mai. G: Come mai hai pensato di inserire “tre creature spaventose” come si legge nel 1 capitolo, ossia un polpo, un granchio e un cavalluccio marino? Dario: Ho pensato di introdurre questo numero perché mi richiama al senso di “comunità” e gruppo; non posso negare che il numero 3 ha anche un legame con la Trinità. Il 3 è inoltre un numero al quale sono molto legato e che usavo anche per dei giochi con i miei amici come “pari e dispari”. G: Nel 1 capitolo ad un certo punto appare la pabolla di Shuma, a questo proposito che cosa rappresentavano per Lei i voti? C’era qualche materia che le piaceva particolarmente? Dario: I voti avevano un gran valore e ho pensato di inserirli anche nel testo seguendo un ritmo musicale per la pabolla di Shuma. La mia materia preferita era letteratura. G: Nel 2 capitolo quando i personaggi iniziano il loro viaggio, Lei fa una descrizione della ForestaDiAlgheGiganti soffermandosi su quel liquido denso e pesante caduto dal SopraSopra, che cosa rappresenta e secondo Lei che cosa possiamo fare noi ragazzi per tutelare l’ambiente che ci circonda? Dario: Quel liquido denso e pesante dal colore nero è il petrolio, ma rappresenta anche tutte le cose cattive presenti nel nostro pianeta. Secondo me, voi giovani dovete dare l’esempio comportandovi sempre da cittadini responsabili. G.: I barracuda, i pesci martello, i pesci squalo vengono descritti nel libro come prepotenti, cattivi e violenti. Che cosa rappresentano nella realtà? Dario: Questi pesci, come un gioco iconografico, rappresentano i cattivi anche se nella realtà non è sempre così e non corrisponde alla natura di tutti i pesci descritti. G.: Shuma nonostante tutte le difficoltà e tutti i pericoli affrontati con i suoi amici per andare nel SopraSopra, alla fine decide di andare per restare. Lei si è trovato mai in una situazione del genere?Dario: Sì, quando sono andato via da Palermo e sono stato un po’ di anni a Milano; ho deciso però di rientrare come Ulisse che, dopo tanto vagare, decide di ritornare a casa, nella sua Itaca. La scelta di “andare” è infatti individuale ed egoista, quella di “restare” è invece collettiva, significa pensare infatti alla propria comunità. G: Giunti quasi alla fine del libro di Shuma si addormenta esausto e sogna, sogna di quando andava a scuola, sogna gli occhi lucidi di sua madre e la felicità di suo padre, sogna di cambiare le cose e sogna anche la” GRANDE PORTA “ che si affaccia sul mare. Che cosa rappresenta questa GRANDE PORTA?Dario: La grande porta rappresenta simbolicamente l’Occidente, in effetti si richiama anche a un’opera d’arte che si trova a Lampedusa realizzata da Domenico Paladino. Dopo aver ringraziato l’autore per aver risposto alle domande, alcuni alunni della 1^F leggono le poesie dal titolo “Io Sogno” prendendo spunto dalla parte finale libro; si tratta  in modo particolare di Alessandro Pipitone “Sogno un posto nel mondo / da poter esplorare da cima a fondo / forse è nel mare / o forse lo devo ancora scovare / Sogno un cielo colorato / dove poter trovare un condor dorato / che porti fortuna a tutta la gente / come per chi non sa nuotare un salvagente / Sogno una terra che dia buoni frutti / che siano abbastanza da sfamare tutti / e anche se a volte siamo un po’ bellicosi / spero che un sorriso ci renda meno scontrosi / così da poter abbracciare il mondo intero / senza fare distinzione tra bianco e nero / e che questi colori predominino solo nel calcio / così che nella nostra vita non siano d’ intralcio”. Sara Oddo “Sogno un prato / un prato fiorito / io sogno un mondo / un mondo pulito / Sogno il vento, un vento / il vento che si può toccare / Sogno un mondo senza guerra / un mondo con la pace / Sogno un mondo per viaggiare / viaggiare con un aereo / un aereo particolare”. Bianca Pruneri “Sogno un mondo fiorito / Che mi accarezzi con un dito / Sogno un giardino / Con un particolare e vario colorito / Che mi dia un motivo per cui sogno / Sogno di tenere il vento con un dito / Sogno di avere il tempo attaccato ad un filo / Sogno che sia come voglio quando mi sveglio al mattino”. Infine viene esposto il finale immaginato da un’alunna. Dario Muratore, dopo aver apprezzato i lavori svolti e complimentandosi con i ragazzi, regala a tutti una sua performance sul Prologo del libro. Alunni e docenti ringraziano Dario per aver fatto sognare tutti con la storia di Shuma. Classe 1F: Alessandro P., Federica B., Marwane M. e Simone L.