//L’umorismo e la stranezza di Pirandello

L’umorismo e la stranezza di Pirandello

di | 2022-11-22T06:45:27+01:00 22-11-2022 6:45|Alboscuole|0 Commenti
Il giorno 17/11/2022 con la professoressa Pasquale, il professor Galati e la professoressa Piazzolla siamo andati al cinema a vedere il film “La Stranezza”, di Roberto Andò. È stato un film molto interessante e utile per capire meglio la storia e l’umorismo secondo il drammaturgo Luigi Pirandello. Nell’opera “L’umorismo”, Pirandello ci spiega la differenza tra il comico e l’umorismo: il comico ci fa vedere qualcosa che è contrario a come dovrebbe essere e ci fa ridere; l’umorismo, invece, ci fa vedere qualcosa che è contrario a come dovrebbe essere e ci fa riflettere sulla causa di questa diversità. Il primo caso provoca il riso, mentre il secondo provoca un sorriso amaro, consapevole della tragicità del mondo. Per spiegare meglio questo tema, Pirandello ci propone l’immagine della signora imbellettata: “Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico”. Nel film, il famoso drammaturgo è interpretato dall’attore, regista e doppiatore Toni Servillo. Oltre a “La Stranezza”, ha recitato in film molto conosciuti come “Gomorra”, “Il Divo” e “La grande bellezza”. Gli altri due personaggi principali, i becchini, sono Onofrio Principato, interpretato da Valentino Picone, e Sebastiano Vella, interpretato da Salvatore Ficarra. Ficarra e Picone, oltre ad essere attori, sono anche dei comici e sono stati conduttori del tg satirico “Striscia la Notizia”. Il film è strettamente collegato all’opera “Sei personaggi in cerca di autore”; i personaggi presenti nella commedia compaiono nella scena iniziale, dove Pirandello, durante il viaggio verso il suo paese, li immagina nello scompartimento del treno; Pirandello immagina i personaggi anche a casa sua, dove gli chiedono di esistere. Quando finalmente Pirandello decide di dare vita a questi personaggi, egli crea la commedia teatrale “Sei personaggi in cerca d’autore”, ispirata all’opera teatrale messa in scena da Nofrio e Bastiano. Il drammaturgo decide di ispirarsi all’opera dei due becchini perché essi, immaginati dal primo, gli chiedono di dare un finale alla loro opera finita male. Subito dopo la fine della rappresentazione della commedia tragica, tutti gli spettatori, a eccezione di Nofrio, Bastiano e la figlia di Pirandello, urlano frasi e parole dispregiative nei confronti del drammaturgo perché aveva creato qualcosa di innovativo che nessuno aveva mai visto. Elisa Rociola III G