//Isabella di Castiglia

Isabella di Castiglia

di | 2020-05-30T22:26:26+02:00 30-5-2020 22:26|Alboscuole|0 Commenti
Isabella I di Castiglia, detta Isabella la Cattolica nata a Madrigal de las Altas Torres, 22 aprile 1451 e morta a Medina del Campo, 26 novembre 1504), è stata regina di Castiglia e León e regina consorte di Aragona, Napoli, Sicilia. I suoi nonni paterni erano Enrico III di Castiglia e Caterina di Lancaster; quelli materni don Giovanni d’Aviz, e Isabella di Braganza, figlia del duca di Braganza Alfonso e di Beatriz Pereira de Alvim. Quando i suoi genitori si unirono in matrimonio il 17 agosto del 1447 suo padre Giovanni II era vedovo di Maria d’Aragona, figlia del re Ferdinando I e da lei aveva avuto un figlio, Enrico. Nel 1454 Giovanni II morì lasciando orfani Isabella e suo fratello Alfonso, rispettivamente di 3 anni e 1 anno. Nella sua adolescenza, aveva avuto una relazione con il giovanissimo amico d’infanzia, cugino di secondo grado del futuro marito aragonese. Al trono salì il fratellastro, Enrico IV, mentre suo fratello Alfonso ricevette il titolo di principe delle Asturie, destinato all’erede al trono. Quando suo fratello Alfonso morì improvvisamente il 5 luglio del 1468 per cause sconosciute, Isabella venne designata erede al trono di Castiglia da Enrico IV in un trattato nel quale la principessa aveva accettato la clausola che avrebbe sposato il re del Portogallo Alfonso V. I pretendenti alla mano di Isabella erano due: oltre ad Alfonso V vi era il cugino di Isabella Ferdinando, erede del regno di Aragona. Le preferenze di Isabella andarono al secondo, così il 19 ottobre 1469, senza l’approvazione del fratellastro Enrico IV, Isabella e Ferdinando si sposarono segretamente. Irritato dal fatto che il matrimonio fosse stato celebrato senza il suo assenso, Enrico IV diseredò Isabella e proclamò principessa ereditaria sua figlia Giovanna. Questa decisione diede origine a una serie di conflitti tra coloro che sostenevano Giovanna e quelli che appoggiavano Isabella. Alla morte improvvisa di Enrico IV si scatenò tra questi due partiti una vera e propria guerra di successione, finché Isabella il 13 dicembre 1474 fu proclamata regina di Castiglia e Ferdinando divenne re consorte con il nome di Ferdinando V, mentre Giovanna era stata promessa ad Alfonso V del Portogallo. L’insediamento sul trono di Isabella era avvenuto il 13 dicembre 1474 (due giorni dopo la morte di Enrico) a Segovia; Ferdinando era assente, ma al suo ritorno reclamò i suoi diritti sulla corona di Castiglia e nel 1475, con il concordato di Segovia, veniva deciso che la sovrana poteva esercitare il suo potere regale in Castiglia ma non in Aragona mentre Ferdinando, oltre a essere titolare della potestà regia in Aragona, per il contratto di matrimonio, in Castiglia poteva amministrare la giustizia congiuntamente o separatamente; le ordinanze reali venivano firmate da entrambi; le monete recavano insieme le due effigi e i sigilli reali portavano le armi delle due casate; infine Ferdinando si occupava della politica estera. Alla morte del suocero Giovanni II, il marito Ferdinando oltre che re di Sicilia divenne re di Aragona e, nello stesso anno, fu decretata l’unione de facto della Castiglia con la Corona d’Aragona, e fu applicato il contratto di matrimonio, per cui i due Stati, benché uniti, mantenevano governi separati. A partire dal 1481 Ferdinando si occupò della conquista del regno di Granada, dove mise in mostra le sue doti di diplomazia. L’assedio terminò nel 1492 con la capitolazione dell’ultimo sovrano musulmano; il 2 gennaio 1492 la città si arrese, dopo sei mesi di accerchiamento, e Isabella vi entrò vittoriosa con il crocifisso in mano, completando così la Reconquista. La conquista di Granada riuscì a eliminare le contestazioni interne e fece guadagnare prestigio ai monarchi di Castiglia e Aragona agli occhi degli Stati cristiani. Il territorio di Granada fu annesso al regno di Castiglia. Per sottrarre il nuovo regno al feudalesimo arcaico che ancora vi dominava e consolidare la monarchia nel senso assolutista per diritto divino, i nuovi sovrani provvidero a riformare i rapporti con la nobiltà e il clero; lo strumento principale e più innovativo a questo scopo furono le Cortes, sorta di parlamenti nei quali erano rappresentati i nobili, il clero e alcune città, che potevano proporre ai sovrani nuovi. Nel 1480, Isabella introdusse in Castiglia l’Inquisizione e quattro anni dopo Ferdinando ne consentì l’operato anche in Aragona. Inoltre Ferdinando stabilì il principio della conformità religiosa, per cui fu attuata l’espulsione degli ebrei, cioè quelli che non accettavano di convertirsi al cristianesimo. L’azione della Santa Inquisizione era diretta in particolar modo contro i Moriscos e i marrani, rispettivamente i musulmani e gli ebrei falsamente convertiti al cristianesimo. Molti continuavano a professare segretamente la loro religione, pur essendosi convertiti. Chi veniva scoperto era bruciato vivo sul rogo e i suoi beni erano confiscati dalla Corona, pratica che divenne piuttosto diffusa per finanziare le casse del regno. Gli ebrei convertiti inoltre subivano in ogni caso discriminazioni sociali ed economiche: erano loro vietati particolari mestieri, venivano additati come marranos, in lingua spagnola maiali, e spesso si arrivò a segregarli in determinati quartieri. Alla caduta di Granada,il papa Innocenzo VIII conferì a Isabella e al marito Ferdinando il titolo di “Maestà cattolica”. In cambio, la sovrana fece omaggio al successore spagnolo Alessandro VI Borgia del primo oro arrivato dalle Americhe, del quale fu rivestito il soffitto della basilica di Santa Maria Maggiore. Cristoforo Colombo aveva sottoposto il suo piano di circumnavigare la terra, per arrivare alle Indie al re del Portogallo Giovanni II, ma quest’ultimo aveva buoni motivi per ritenere che il progetto da lui seguito di doppiare l’Africa non avrebbe portato a risultati sicuri. Colombo si rivolse così ai Re Cattolici, guadagnandosi le simpatie di Isabella che, dopo diversi anni di attesa, accettò il progetto del navigatore assieme al marito e ciò gli permise di partire in loro nome. I motivi dell’appoggio erano molti: in primo luogo il bisogno di consolidare le finanze del regno, unito alla speranza di trovare nuove ricchezze nelle lontane terre di cui si cominciava a favoleggiare; inoltre, il costo per l’impresa era relativamente contenuto, e non si poteva certo correre il rischio che Cristoforo si rivolgesse al re di Francia Carlo VIII, che avrebbe potuto aggiudicarsi un grosso affare ai danni dei reali coniugi spagnoli. La spedizione di Colombo, come si sa, ebbe fortuna e dopo la scoperta dell’America Isabella si preoccupò di sfruttarne le risorse, non senza impegnarsi a cristianizzare gli indigeni. Ma al ritorno di Colombo dopo il primo viaggio, il re del Portogallo Giovanni II ebbe modo di incontrare l’ammiraglio, approdato prima a Madera e poi a Lisbona, dove era rimasto circa dieci giorni; il re ebbe il sospetto che, secondo il trattato di Toledo del 1480, le terre scoperte fossero nella zona di influenza del Portogallo, e quindi intendeva inviare in quelle terre, appena scoperte, delle caravelle. Ferdinando II di Aragona propose di risolvere la questione con un negoziato, ma, prima di attuarlo, convinse papa Alessandro VI, spagnolo di nascita, a promulgare una bolla, secondo la quale tutte le terre a ovest e a sud di una linea tracciata a cento leghe dalle isole del Capo Verde alle Azzorre, sarebbero state della Spagna. Il 26 settembre, il pontefice sottoscrisse una nuova bolla, penalizzando il Portogallo. Nella sua convinzione di dover cristianizzare le nuove terre, Isabella si impegnò attivamente a difesa degli Indios delle Antille che erano stati inviati come schiavi in Spagna nel 1496: diede ordine di riportarli in America e di destituire Colombo per alcuni suoi supposti abusi; l’ammiraglio fu arrestato, ma poi liberato con le scuse dei Re Cattolici. Per aumentare la loro potenza e per isolare la Francia con le sue pericolose mire espansionistiche, Ferdinando e Isabella misero in atto una proficua politica matrimoniale, attraverso i cinque figli. Ricoverata a Medina del Campo (Valladolid), per un cancro all’utero, Isabella morì il 26 novembre 1504 nel palazzo reale di Medina del Campo. Sul trono di Castiglia le successe la figlia terzogenita Giovanna detta la Pazza, mentre la reggenza venne rivendicata sia dal marito Filippo il Bello sia dal padre Ferdinando. Dapprima fu inumata nella chiesa di San Francisco dell’Alhambra, secondo il suo desiderio. Attualmente Isabella è sepolta nella Cappella reale di Granada, in un fastoso sepolcro, costruito dal nipote Carlo di Gand, re di Spagna con il nome di Carlo I, poi imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V. Nel sepolcro si trovano anche il marito Ferdinando II di Aragona, la figlia Giovanna la Pazza con suo marito, Filippo il Bello, la figlia prediletta di Isabella, Isabella, regina del Portogallo col figlioletto Michele della Pace d’Aviz. di Rodi Natascia Carol-Mele Ludovica-Prattichizzo Anna Carla-Tota Annelena