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A Pompei le scoperte della vita quotidiana

di | 2024-06-07T17:29:48+02:00 9-6-2024 5:10|Cultura, Sezione 3|0 Commenti

POMPEI (Napoli) – Il mese di maggio 2024 ha visto emergere straordinarie scoperte archeologiche a Pompei, arricchendo ulteriormente la nostra comprensione della vita quotidiana in questa antica città romana, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dC. Queste nuove scoperte offrono uno sguardo affascinante sulla vita dei bambini pompeiani e sui loro giochi e attività, nonché sulla sofisticazione artistica e architettonica delle case pompeiane.

Gli ambienti e i ritrovamenti Tra le stanze riportate alla luce durante gli scavi archeologici, una delle più significative è emersa nella Casa dei Pittori al Lavoro. Questa stanza presenta pareti affrescate in IV stile, con figure mitologiche come centauri, sirene e grifoni, che incorniciano l’immagine di una divinità. Sono state identificate Afrodite, Apollo e Dioniso, mentre una quarta divinità, probabilmente una figura femminile, non è chiaramente leggibile a causa di una breccia nella parete di riferimento. Questo ambiente, ancora in fase di scavo, è stato completamente sepolto dal flusso di cenere. Gli interventi di restauro hanno incluso la rimozione meccanica della cenere e la pulizia e consolidamento delle superfici pittoriche. Il registro centrale presenta pannelli su sfondo rosso con piccoli riquadri dipinti, raffiguranti scene mitologiche come Perseo e Andromeda e la purificazione di un eroe. In un’altra parete è presente un quadretto più piccolo, raffigurante un bambino con cappuccio e mantello da viaggiatore, circondato da grandi grappoli d’uva e melagrane, accanto a un cagnolino. Questa scena, situata vicino all’apertura che dà sul triportico, crea un interessante gioco di prospettiva con il giardino.

I disegni dei bambini Nella Casa del Cenacolo Colonnato II, gli scavi hanno rivelato disegni a carboncino su una delle pareti di un corridoio vicino a un cortile di servizio. Questi disegni, situati a circa 1,50 metri dal livello del pavimento, sembrano essere stati realizzati da un bambino. Le raffigurazioni includono una scena gladiatoria, una scena di venatio (giochi di caccia) con due bestiari armati di lunghe lance intenti a fronteggiare cinghiali, e la testa di un rapace, forse un’aquila. “Insieme agli psicologi della Federico II – sottolinea Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei – siamo giunti alla conclusione che con tutta probabilità i disegni dei gladiatori e dei cacciatori sono stati fatti sulla base di una visione diretta, e non da modelli pittorici”. Per cui, probabilmente uno o più dei bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrina e aiuole per coltivare ortaggi, avevano assistito ai combattimenti nell’anfiteatro, entrando così in contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata. In un’altra stanza identificata come area di stoccaggio delle anfore, sono stati trovati altri disegni a carboncino, tra 0,20 e 0,50 metri dal pavimento, probabilmente ad altezza di bambino. Questi includono tre piccole mani delineate, due scene gladiatorie, una scena di gioco con la palla e una scena di pugilato, in cui uno dei due pugili è a terra.

Il cantiere L’Insula dei Casti Amanti, situata nel quartiere centrale di Pompei, copre un’area di circa 2.600 m². Il progetto di scavo e restauro è stato diviso in due lotti e ha incluso la verifica, progettazione e costruzione del nuovo tetto, scavi archeologici, consolidamento delle pareti alte e restauro delle superfici. Un team di professionisti ha condotto una campagna di indagine per ottenere una “istantanea” delle condizioni dell’area prima dell’inizio dei lavori. Il primo lotto dei lavori, finanziato dal Grande Progetto Pompei, ha visto la messa in sicurezza dei fronti di scavo e la ricostruzione dei tetti, con la creazione di una struttura reticolare spaziale che copre l’intera insula. Il secondo lotto di lavori, ancora in corso, mira a consolidare e restaurare le strutture e i dispositivi decorativi emersi. Il progetto include anche un percorso sospeso completamente accessibile, connesso tramite un ascensore al percorso “Pompei per tutti”, migliorando i livelli di accessibilità per i visitatori.

In conclusione, le nuove scoperte a Pompei non solo arricchiscono la nostra comprensione della vita nell’antica città romana, ma dimostrano anche come la ricerca archeologica continui a rivelare aspetti inediti e sorprendenti del passato. Grazie ai continui sforzi degli archeologi, oggi possiamo avvicinarci sempre di più alla realtà vissuta dagli abitanti di Pompei, offrendo al pubblico un’esperienza sempre più completa e coinvolgente. Le recenti aperture e i percorsi sopraelevati rappresentano un passo significativo verso una fruizione sempre più accessibile e approfondita di questo straordinario sito archeologico.

Ivana Tuzi

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