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A nuoto nello Stretto per dire no alla plastica

di | 2020-09-16T19:09:29+02:00 20-9-2020 6:10|Attualità, Sezione 3|1 Comment

PALERMO – Per riflettere sulle nostre cattive abitudini e per abbandonare comportamenti ambientali scorretti, a volte servono azioni inusuali, gratuite e creative. Come quella ideata qualche estate fa dal siciliano Gianni Di Pasquale, milanese di adozione che, in vacanza a Noto, capitale siciliana del Barocco, ha escogitato un modo efficace per ripulire la spiaggia cittadina dalle cicche: ha invogliato la gente a raccoglierle, impegnandosi a pagare un centesimo per ogni mozzicone di sigaretta consegnato. In pochissimo tempo sono state recuperate oltre 6.000 cicche. E, alla fine, molti genitori hanno persino erogato di tasca propria gli spiccioli ai ragazzini impegnati in tale meritoria opera di pulizia.

L’11 settembre scorso il biologo Carmelo Isgrò, direttore del Museo del mare di Milazzo, ha effettuato a nuoto la traversata dello stretto ai Messina proprio con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul danno che arreca al mare l’enorme quantità di plastica che vi viene riversata: “Ben 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno – ha ricordato Isgrò -. L’80 per cento proviene da quello che gettiamo in fiumi e torrenti. A Messina ad esempio vengono scaricate grandi quantità di rifiuti nei torrenti; poi d’inverno, quando si ingrossano con le prime piogge, l’immondizia arriva in mare e nelle nostre spiagge”.

Per dare maggiore risalto alla sua azione dimostrativa, il biologo ha nuotato senza l’ausilio di muta, pinne o altri supporti e si è legato a una serie di rifiuti di plastica “metafora del fardello che l’uomo si sta trascinando inquinando i mari”. La traversata, organizzata dall’associazione Baia di Grotte, si è conclusa con successo: il biologo è stato seguito dalla Capitaneria di Porto e da un’imbarcazione con a bordo un medico, mentre una dozzina di persone nuotavano insieme a lui.

Carmelo Isgrò, che ha fatto della tutela dell’ambiente marino una ragione di vita, quest’estate ha contribuito a salvare due capodogli che si erano impigliati nelle reti di alcune imbarcazioni, vicino alle isole Eolie. Il Museo del Mare nel Castello di Milazzo è nato proprio dopo la tragica fine di un capodoglio – ribattezzato “Siso” – che nell’estate del 2017 è morto a causa di una rete da pesca, sempre nei pressi dell’arcipelago delle Eolie. Lo scheletro del capodoglio è stato poi ricostruito all’interno del museo per sensibilizzare contro l’attività di pesca illegale che danneggia gravemente l’ambiente marino.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

One Comment

  1. Giorgio Giorgi 20 settembre 2020 at 11:28 - Reply

    Sono tutte belle iniziative. È incoraggiante che esistano persone che riescano a realizzare eventi che ci ricordino l’importanza di salvare l’ambiente naturale i cui tutti viviamo. Vorrei che anche a livello politico si facesse di più per sensibilizzare la gente.

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