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A caccia della verità su Emanuela Orlandi

di | 2024-06-13T18:55:36+02:00 16-6-2024 5:30|Personaggi, Sezione 7|0 Commenti

ROMA – Il 22 giugno 1983 è una data che in molti ricordano, che non si può certo dimenticare: è il giorno in cui Emanuela Orlandi sparisce in un buio di misteri, depistaggi, superficialità, illazioni. Emanuela è una giovane adolescente, come tante, frequenta il liceo scientifico, al secondo anno, al Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, studia flauto e tifa per la Roma. Quello che la differenzia da molte sue coetanee è che abita all’interno delle mura vaticane, perché è la figlia di un messo della prefettura della Casa pontificia. Questo settore del Vaticano, come è riportato dalla pagina del sito, “si occupa di ordinare il servizio di anticamera e organizzare le udienze solenni che Sua Santità concede a Capi di Stato, Capi di Governo, Ministri e ad altre eminenti Personalità, come pure agli Ambasciatori che si recano in Vaticano per la presentazione delle Lettere Credenziali”.

Un caso che diventa un breve tempo un vero e proprio intrigo internazionale dove la Santa Sede è al centro con l’attentato di Alì Agca a Papa Wojtyla, che successivamente interverrà con numerosi appelli. La presenza di Emanuela Orlandi viene segnalata nel corso degli anni in diversi luoghi, ma le rivelazioni si rivelano sempre inattendibili. Addirittura ad un certo punto si parla anche dell’intervento della banda della Magliana in questa terribile vicenda, attraverso le dichiarazioni di Sabrina Minardi, compagna di Enrico De Pedis, conosciuto come Renatino, uno dei capi della stessa banda. Secondo la donna, infatti, Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo. Le sue ossa sarebbero state nascoste nella cripta di Sant’Apollinare a Roma dove era stato sepolto proprio il boss De Pedis. Niente di niente, la ragazza non si trova.

Nel 2019, arriva la svolta o almeno così sembra: viene eseguita un’ispezione in Vaticano, in due tombe del Cimitero teutonico appartenenti a due principesse: Sofia Hohenlohe-Waldenburg-Bartenstein e Carlotta Federica di Meclemburgo-Schwerin. Ma al loro interno non ci sono resti umani anche se nel vicino edificio che ospita il collegio teutonico viene individuata una grande quantità di ossa umane che vengono raccolte addirittura in 26 sacchi. Anche in questa occasione non viene segnalata la presenza dei resti umani di Emanuela Orlandi. Successivamente arriva la proposta di legge per l’avvio di una commissione di inchiesta parlamentare.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela

Sono passati 41 anni ed ancora non si sa che cosa è successo veramente, dove si trova questa ragazza che è entrata nel cuore degli italiani come una di famiglia. Ed è questo che fa sì che questa sia una vicenda sconcertante e terribile. 41 lunghi anni di assenza, di sorrisi ed abbracci negati, di feste natalizie senza Emanuela. Tra pochi giorni il fratello Pietro con la famiglia, gli amici, i parenti, ma anche i tanti sostenitori, si incontrano, ancora una volta, per un sit-in a Piazza Cavour dalle 18 alle 20 del prossimo 22 giugno, per ricordare Emanuela, per dare voce alle proteste, nella speranza mai abbandonata di conoscere la verità, sulla loro amata sorella. Intanto ci sono due indagini a cura della procura di Roma, nello stesso Vaticano e opera inoltre la commissione bicamerale di inchiesta. Verranno nuovamente ascoltate le amiche di Emanuela ma anche di Mirella Gregori l’altra ragazza scomparsa nel nulla pochi giorni prima di Emanuela.

Due vicende intrecciate, due misteri irrisolti, due famiglie colpite negli affetti più profondi.

Laura Ciulli

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