Mentre nel resto del mondo il patrimonio boschivo perde ogni anno una superficie di foreste pari a circa la metà del territorio italiano (più o meno 15 milioni di ettari), è proprio qui da noi – come in altri paesi industrializzati – che sta avvenendo il contrario.
Nell’ultimo secolo la superficie forestale nazionale è infatti pressoché raddoppiata, siamo arrivati a 11 milioni di ettari. In pratica più di un terzo del territorio del Bel Paese è coperto da boschi. Al di sopra della media europea, almeno di questo possiamo vantarci.
Eppure l’avanzare delle foreste non è un merito che appartiene a noi cittadini residenti, bensì è una conseguenza dell’espansione naturale della vegetazione boschiva che prende il posto delle aree agricole abbandonate proprio dagli uomini.
Aumentano i boschi e aumenta anche la sensibilità ambientale nei confronti di questi importanti polmoni verdi per troppo tempo considerati soltanto fabbriche di legname da consumare.
Conservare i boschi esistenti e crearne di nuovi è lo scopo del Fondo forestale italiano (Ffi), una onlus fondata da nove amici amanti della natura. Il loro sogno è quello di creare nuove aree boschive grazie ai contributi in denaro e alle donazioni di terreni da parte di privati cittadini. E proprio un mese fa il Fondo forestale italiano ha acquistato sette ettari di terreno nel comune di Scheggino, in provincia di Perugia, dove andranno a realizzare la prima oasi dell’associazione. Questo bosco non subirà mai il taglio degli alberi e resterà tale per sempre.
“I terreni acquistati in Valnerina – affermano convinti i nove amici – sono in massima parte coperti da bosco fino a oggi governato a ceduo, ossia periodicamente tagliato per produrre legna da ardere. Ovviamente non saranno più fatti tagli a scopo economico e, quando sarà il momento, si metteranno in pratica le tecniche silvicolturali strettamente necessarie a convertire il ceduo in fustaia. In questo modo gli alberi potranno crescere forti e robusti e diventare d’alto fusto”.
E questa in provincia di Perugia non è la prima iniziativa del Ffi. Da un anno e mezzo l’associazione ha piantato ghiande in un terreno ricevuto in dono a Viterbo. Ghiande che oggi si sono trasformate in bellissime piccole querce che “non subiranno mai l’attacco delle motoseghe”.
Intanto è nata anche la rete del Fondo forestale italiano, costituita dalle proprietà dell’associazione e da terreni affiliati. Questi ultimi sono appezzamenti di privati cittadini che, in modo del tutto autonomo, conservano i propri boschi senza tagli a scopo economico o che imboschiscono terreni per poi mantenerli in vita il più a lungo possibile.
Le foreste in Italia sono importanti per la salvaguardia del capitale naturale e per le economie del territorio su cui insistono. Naturalmente, non mancano le minacce: la principale è rappresenta dagli incendi, che nel 2017 hanno colpito 150 mila ettari soprattutto nel sud Italia e nelle isole.
A sottolineare l’importanza delle aree boschive è l’Ispra, l’Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale che svolge intense attività di studio, analisi e ricerca sul patrimonio forestale nazionale e globale in collaborazione con le altre Istituzioni ed Istituti di ricerca, primo fra tutti il Comando unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri. Le attività dell’Ispra riguardano soprattutto la dimensione ambientale, quindi il sequestro di carbonio, la conservazione della biodiversità e la fornitura di una serie di servizi ecosistemici, quali il controllo dell’erosione, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei suoi elementi minerali. Una nuova linea di attività è legata al restauro delle foreste degradate.
Il Fondo forestale italiano va avanti, è in arrivo un’altra donazione, un ettaro di querceto a San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo, che sommato all’acquisto di altri 5 ettari contigui consentiranno di sottrarre un bosco ceduo al taglio già praticamente autorizzato.
Lascia un commento