//Salva il nonno con il massaggio cardiaco

Salva il nonno con il massaggio cardiaco

di | 2020-06-27T18:00:01+02:00 24-11-2019 6:38|Pensierino del Mattino|0 Commenti

A Capolona, cintura industriale di Arezzo, ma comune autonomo. Succede tutto con la famiglia riunita a tavola. Il nonno, 78 anni, si sente male mentre sta mangiando: gli manca il fiato, il cuore dà segni di cedimento. Tutto attorno è il panico: che fare di fronte a una vita che se ne sta andando nel pieno del dì di festa? L’unico che ha la freddezza e anche il coraggio di intervenire è il nipote.

Sia per l’affetto verso una figura più che paterna, sia per la disperazione di chi si vede sparire davanti agli occhi una persona cara, lo studente trova la forza per far sdraiare il nonno, poi gli allenta la camicia e comincia a praticargli il messaggio cardiaco. Intanto, in casa, qualcuno ha chiamato il 118. E lì c’è un operatore che, mentre fa partire un’ambulanza per i soccorsi, guida il ragazzo nelle sue manovre sul petto dell’anziano.

Non ce n’è neppure troppo bisogno, perché il diciassettenne sa già da solo come fare. Ma una voce amica, uno che ti spiega come comportarti, è sempre un conforto in una situazione terribile come questa, attimi nei quali si decide della vita e della morte, momenti in cui si cerca di strappare un uomo all’inelutttabile. Non deve essere durato molto lo sforzo disperato del nipote per salvare il nonno: cinque-dieci minuti al massimo, il tempo affinché l’ambulanza col medico arrivi fino a casa.

Quanto basta però per evitare che l’arresto cardiaco diventi una sentenza senza appello, perché il cuore conservi quel minimo di funzionalità che consentirà poi ai soccorritori professionali di prendere in mano la situazione prima che tutto sia compromesso. Loro trovano il diciassettenne che ancora preme con forza sul petto del nonno, nel movimento tipico del massaggio cardiaco. Adesso tocca a quelli del mestiere intervenire e stabilizzare il paziente. Ma se riescono a farlo è appunto perché il ragazzo non ha mai mollato nel lasso di tempo che avrebbe potuto consentire all’infarto di finire la sua opera di devastazione. I complimenti per il nipote a questo punto vengono spontanei: hai salvato tuo nonno.

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