//Venezia e i ‘Suoi’ mosaici

Venezia e i ‘Suoi’ mosaici

di | 2019-03-25T01:26:31+01:00 25-3-2019 1:26|Alboscuole|0 Commenti
di Domitilla Perini 1^ C. –  Cari amici lettori, non trovate che Venezia abbia un’anima solare, perché la gente è abituata a stare fuori, spesso fino a tardi, a parlarsi urlando da un canale all’altro, sentendosi al sicuro anche se le calli sono poco illuminate?  Questa straordinaria città possiede ritmi, atmosfere, colori e suoni unici.  Rimango sempre incantata quando entro nella Basilica di San Marco anche se la sua bellezza spesso perde un po’ di poesia quando viene schiacciata dal peso dei circa trenta milioni di turisti che ogni anno la visitano. La sua forza è maestosa, perché lotta da millenni contro due insidie: la salsedine e l’acqua alta.  Si sente dire spesso che la nostra città “dall’acqua dipende e dall’acqua si difende”.  Quando la marea, che sei ore cala e sei ore cresce, si trasforma in acqua alta, e purtroppo San Marco è il primo luogo a finire sott’acqua.  I mosaici marmorei del pavimento del nartece, l’atrio coperto, dove ci sono alcuni dei mosaici più preziosi, risalenti alla fine dell’anno 1000, vengono inondati in media 200 volte l’anno.  L’acqua salmastra impregna il terreno ed evaporando lascia sali che si concentrano sempre di più e si cristallizzano.  Bisogna dire che i sali a Venezia si propagano anche con l’aria: quando le onde del mare si infrangono contro i murazzi del Lido, le goccioline arrivano in città, come un aerosol!  Questo atto genera la triste conseguenza che la salsedine penetra nei muri e causa il distacco delle tessere dei mosaici. A volte penso che mi piacerebbe diventare una mosaicista, un mestiere antico ma anche innovativo perché oggi si fa necessariamente uso di procedure tecnologiche.  In questo caso contribuirei così alla salvaguardia della mia città, a cui mi sto affezionando molto, specialmente da quando ci abito e ci studio.  Userei non soltanto le mani ma anche le orecchie: prima di pulire le tessere bisogna consolidare il mosaico. Sapete qual’è la prima azione da compiere?  Si deve battere sulle tessere con le nocche: se il suono è sordo significa che, sotto, gli strati di malta sono coesi; se invece si sentono delle vibrazioni, allora il distacco dell’intonaco potrebbe essere superficiale o profondo.  Vorrei ringraziare tutte le persone che amano Venezia, la trattano con il dovuto rispetto e cercano di proteggerla da incuria e maleducazione, permettendole di essere ancora un luogo accogliente e ricco di cultura.