//Una giornata in monastero

Una giornata in monastero

di | 2020-03-21T08:09:24+01:00 21-3-2020 8:09|Alboscuole|0 Commenti
Buongiorno a tutti! Sono Padre Osvaldo, un monaco del monastero di Montecassino. Mi piace molto la vita monastica e per questo vorrei descrivervela. Essa alterna momenti di preghiera e altri di lavoro.                                       Noi monaci indossiamo una tunica e una cocolla, quest’ultima di lana pesante per l’inverno e leggera per l’estate; un abbigliamento molto pratico anche per il lavoro.                                                                        Nel nostro monastero dobbiamo seguire la regola benedettina “ora et labora” cioè “prega e lavora”, diffusa da San Benedetto da Norcia. La nostra giornata inizia alle due del mattino, quando la campana del monastero annuncia il mattutino. Dopo un’altra ora di riposo, alle quattro, recitiamo le lodi. Inoltre preghiamo al levare del sole, a mezza mattinata, a mezzogiorno, verso la metà del pomeriggio e al tramonto. Alla sera recitiamo la compieta e a mezzanotte la vigilia o notturno. Durante le ore in cui non preghiamo ci dedichiamo a vari lavori. Il monaco che dirige tutti i lavori ed è a capo del monastero, è l’abate, il nostro padre spirituale, Padre Corrado. Io sono il capo dei monaci amanuensi, monaci che si dedicano a copiare opere e libri, che con il deterioramento delle pagine rischiano di andar persi. Questo lavoro lo svolgiamo all’interno dei laboratori di scrittura, detti scriptoria. Ho appena finito di ricopiare un libro di storia, che narrava le vicende di un guerriero. Il lavoro che noi monaci amanuensi svolgiamo è molto duro e faticoso; spesso ci capita che quando arriviamo alla fine della copiatura, dobbiamo ripartire da capo. Scriviamo su fogli di pergamena che successivamente vengono piegati e cuciti, in modo da formare libri, chiamati codici. Utilizziamo una penna d’oca, raschietto e inchiostro, quest’ultimo fabbricato con ricette segrete, che non si possono riferire a nessuno. Le opere ricopiate vengono abbellite con raffinate miniature, cioè minuscoli disegni che ornano ogni pagina e protette da robuste rilegature, a loro volta chiuse con fermagli di metallo prezioso.                                                            In una parte del monastero ci sono orti, frutteti, stalle, pollai, porcili, alveari, laboratori artigianali, dove ci dedichiamo alla raccolta di vegetali, alla cura di animali e all’artigianato (falegnameria, sartoria, muratura). Un giorno fa, ho costruito un bellissimo vaso in ceramica, decorato con piccole miniature. I lavori di agricoltura prevedono la semina in primavera, il raccolto d’estate, la vendemmia in autunno. Solo in inverno non sono previsti lavori riguardanti questa attività. Il nostro pranzo è a base di verdura, pane, frutta, a volte pesce; la carne è proibita. Mangiamo nel refettorio, consumando i pasti in silenzio, mentre uno dei monaci legge i testi sacro. Dopo il pranzo, riposiamo passeggiando nel chiostro, un cortile costruito attorno ad un pozzo e circondato da un porticato coperto, dove amo leggere le Sacre Scritture, in compagnia del mio amico monaco, Padre Bruno. Padre Bruno è un monaco farmacista; spesso mi consiglia infusi, sciroppi, pomate fatte con le erbe che lui stesso coltiva nell’orto dei semplici. Vicino all’orto dei semplici, si trova il luogo dove vengono accolti i pellegrini, detta Foresteria.                  Ogni giorno, insieme al resto dei monaci, ci riuniamo per organizzare le attività quotidiane, nella sala detta Capitolare. Noi monaci dormiamo in una camerata comune, il dormitorio, dove una lampada rimane accesa per tutta la notte. Ora vi descrivo il mio luogo preferito: la chiesa. E’ il cuore del monastero, dove si assistono le messe, ci si dedica ai momenti di preghiera, “Ore Canoniche”. A fianco della chiesa si trova il campanile.                Il tutto è protetto da mura di cinta e l’ingresso è sorvegliato da un monaco portinaio.                                  Devo ammettere che il monastero è molto grande, ma vi invito a visitarlo in mia compagnia.                Saluti, con affetto,                                                                                                                                                          Padre Osvaldo Maria Bortoletto, 1^G