//Studenti del “Gallo” in ascolto della testimonianza di Liliana Segre (secondo contributo)

Studenti del “Gallo” in ascolto della testimonianza di Liliana Segre (secondo contributo)

di | 2020-01-23T21:54:10+01:00 23-1-2020 19:18|Alboscuole|0 Commenti
In occasione delle iniziative e delle cerimonie in programma per il Giorno della Memoria, volte a onorare il ricordo di tutte delle vittime della Shoah e delle persecuzioni razziali, il 20 gennaio 2020, alle ore 10:30, si è tenuto, presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano, un incontro con la Senatrice Liliana Segre. Al fine di condividere con gli studenti di tutta Italia la testimonianza della Senatrice Segre, l’incontro è stato possibile seguirlo in diretta (o successivamente in streaming) sul sito del Corriere della Sera (www.corriere.it) e sul sito del Ministero dell’Istruzione (www.miur.gov.it). L’invito della neo Ministra Lucia Azzolina è stato accolto dalla Dirigenza e da docenti del nostro Istituto che hanno coinvolto le loro classi in questa significativa iniziativa. Pubblichiamo il resoconto e i commenti di alunni della 3^ e 5^ A. ################################################################################################################ Lunedì 20 gennaio, durante la lezione di italiano (con la prof.ssa Maria Sagliocco), abbiamo assistito in diretta al video della testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre, in occasione delle celebrazioni della “Giornata della Memoria”, presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano. Ad accogliere la senatrice Liliana Segre, è stata la ministra Lucia Azzolina. La signora Segre ha iniziato la sua testimonianza ricordando come le “leggi razziali” le abbiano impedito di andare a scuola quando aveva solo otto anni e nessuno si sia accorto della sua assenza; di come a dodici anni sia finita nel carcere di San Vittore a Milano per aver tentato di attraversare il confine con la Svizzera insieme a suo padre; ha raccontato dell’ultima volta che ha visto suo padre, il suo eroe, di quando li hanno divisi all’entrata del campo di sterminio, dell’anno passato ad Auschwitz, del terrore e della speranza e di come lei sia diventata un numero e non più una persona. Ha ricordato la sua compagna di lavoro Jeanine, che era stata condannata a morire dopo una selezione all’idoneità al lavoro e del suo senso di colpa per non essersi voltata a salutarla un’ultima volta rassicurandola che non era sola; ha parlato della solitudine, quella vera, che colpisce chi ha perso tutto tranne la speranza, quella speranza di vivere, di uscire da quel luogo da incubo, per cui lei ha scelto la vita, anche quando avrebbe potuto lasciarsi prendere dallo sconforto, anche quando non aveva più nessuno per cui vivere. Da qui nasce un’osservazione, basata sull’importanza della storia, di come sia necessario ricordare il passato per far sì che quest’orrore non si ripeta più. Nella sua testimonianza ha inoltre toccato la tematica del bullismo, tutt’ora presente tra gli adolescenti dicendo che i bulli di allora erano i nazisti… “I bulli bisogna compiangerli, è più forte la vittima del bullo stesso”. Ella ha messo in evidenza come non bisogna essere indifferenti di fronte ad episodi di bullismo e quindi denunciare e non restare indifferenti. La seconda osservazione nasce da una considerazione più complessa: si sente parlare del fatto che, da più parti, si vuole combattere “l’odio” e anche lei lo ha più volte affermato; l’odio si vince con l’educazione. Purtroppo anche oggi l’odio è un sentimento comune in molte persone. Esso può essere superato solo con una forte educazione in famiglia. “Io non perdono e non dimentico, – ha ribadito la Segre – ma non odio….la trasmissione del non odio è battersi contro l’odio, è un ammaestramento utile per i ragazzi e per tutti, perché l’atmosfera dovuta all’ignoranza e all’indifferenza, che è stata la regina del mondo di allora, c’è purtroppo anche oggi”. Quindi grande è stato il messaggio che la Segre ha voluto mandare a noi giovani. Per questo è così importante conoscere, studiare, coltivare la memoria. Mai girare la testa dall’altra parte. Mai restare indifferenti. Bernadette Canciello  (5^ A)