//“La fattoria degli animali”, metafora della dittatura

“La fattoria degli animali”, metafora della dittatura

di | 2018-11-20T19:50:43+01:00 19-11-2018 12:26|Alboscuole|0 Commenti
di Lucia Mazzolani (classe I^F) – “La fattoria degli animali” di Orwell è un romanzo pubblicato per la prima volta nell’agosto del 1945, e, insieme con “Omaggio alla Catalogna” e “1984”, è una delle sue opere più famose. Orwell narra la storia degli animali della fattoria del signor Jones, uomo dipendente dall’alcool che sfrutta e maltratta queste creature. Gli animali, dopo aver ascoltato il sogno fatto dal Vecchio Maggiore, il più anziano e saggio maiale della tenuta, in cui immagina le bestie libere e che si autogestiscono, decidono di ribellarsi e di dare vita a un nuovo ordine basato sull’uguaglianza e fornito anche di 7 comandamenti. Ben presto però i maiali, astuti e prepotenti, riescono a emergere e quindi a prendere il controllo. Lentamente, e senza dare troppo nell’occhio, questi ultimi diventano sempre più simili agli uomini, dormendo nei loro letti, bevendo birra, giocando a carte e infine facendo affari con essi e camminando persino su due zampe. Si instaura perciò di nuovo una dittatura. Questo romanzo è un’allegoria della rivoluzione Russa di Stalin, che nel romanzo è rappresentato dal maiale Napoleone. Analisi dei personaggi più importanti: Napoleone, maiale che, insieme con Palla di neve, guida la rivoluzione e che sarà destinato a prendere il controllo e a diventare il capo assoluto; Palla di neve, maiale dal cuore puro e gentile che poi verrà scacciato e accusato di svariati crimini; Piffero, il maiale più fedele a Napoleone che lo difende e lo giustifica in qualunque occasione; Boxer, è il cavallo da lavoro che si ripete in continuazione che lavorerà e darà di più. Nel libro si ammala e agli animali viene fatto credere che stia andando dal veterinario per curarsi, quando in realtà viene portato al macello; i Cani, sono le guardie del corpo di Napoleone, crudeli e spietati;  le pecore, sono le più stupide tra tutti gli animali, coloro che cantano l’inno “Quattro gambe buono, due gambe cattivo”, che poi Piffero farà sostituire con “Quattro gambe buono, due gambe meglio!”. Orwell tratta una serie di argomenti molto importanti, tra cui una visione critica dello sfruttamento degli animali da parte dell’uomo e la facile corruttibilità di quest’ultimo. L’essere umano, infatti, spesso a causa della propria brama di potere tende alla corruzione che offusca le buone intenzioni di governo. Questo è ben rappresentato dai maiali, che manipolano con il terrore gli animali della fattoria, così come fa la dittatura di un uomo sugli altri uomini. Il diritto di parola e di espressione viene così soppresso anche all’interno della fattoria che rappresenta, quindi, in piccolo ciò che accade nella Russia staliniana, in generale in tutte le dittature di qualsiasi colore!