//Una torre senza fondamenta.

Una torre senza fondamenta.

di | 2023-10-25T16:31:48+02:00 25-10-2023 16:21|Alboscuole|0 Commenti
di Morena Forlingieri – 3^D –
Oggi, oltre a poter soddisfare i bisogni primari, ci è possibile anche colmare vuoti che in realtà non esistono. Difatti spesso, in aggiunta all’impegno per procurarsi ciò che è davvero necessario per la vita, si dà tanta importanza a tutte quelle cose superflue (come un cellulare di ultima generazione) che non ci servono davvero.
Può succedere che questo appropriarsi dei cosiddetti falsi bisogni, sia utilizzato per ostentare il proprio status sociale, la propria situazione economica e tutte quelle cose che accrescono l’ego dell’uomo, favorendo quindi il narcisismo e l’imposizione di un individuo sugli altri.
Questa situazione è fortemente aiutata dalla società in cui viviamo, costruita sulle apparenze e di conseguenza facilmente manipolabile, così come lo è l’uomo stesso.  Partiamo dal caso di una società manipolabile: se ho un lavoro molto onesto, un salario basso e quindi la mia condizione economica non è delle migliori, ma con tanti sforzi, magari anche privandomi di cose forte mente necessarie, riesco a comprare un cellulare appena uscito, allora per coloro che mi vedranno in possesso di questo oggetto sarò in una posizione agiata e sarò quindi in qualche modo superiore.
Parlando del secondo caso invece, quello del singolo manipolabile, possiamo far riferimento al modo di vestire. Spesso basta che una persona compri un capo ed è seguita a ruota da tutti quelli che vi sono intorno e così via, creando un effetto domino che rende gli individui una massa conforme, senza personalità e un pensiero proprio.
È pur vero, però, che il cosiddetto marketing e la disponibilità tecnologica di cui siamo in possesso, favoriscano enormemente questo processo che ci rende praticamente schiavi di questi falsi bisogni.
Di frequente, infatti, le pubblicità, piuttosto che i social, ci fanno credere di necessitare di un qualcosa di cui in realtà possiamo tranquillamente fare a meno.
Se pensiamo a questo fenomeno, viene quasi automatico ricollegarlo esclusivamente ai giovani, attenti a seguire le mode del momento senza perdersene una ma credo che ciò non sia una cosa riguardante solo il mondo degli adolescenti, anzi.
Tutti questi comportamenti e molti altri portano però ad una società basata fondamentalmente sul consumismo, che si concentra su tutto ciò che è superficiale, andando a trascurare cose che sono alla base del benessere vero e proprio. A risentire di ciò però non è solo l’uomo, che focalizzato su altro non riesce più a capire ciò che è davvero importante ma anche l’ambiente.
Riflettendo attentamente su questa situazione, ci si accorge che in fin dei conti il senso di piacere che si prova una volta soddisfatti questi “bisogni non bisogni” non è altro che finta felicità, come una sorta di auto convinzione di avere ciò di cui si ha la necessità, ma secondo la mia opinione è come cercare di costruire una torre di mattoncini partendo dalla cima.
Ma quindi cosa possiamo fare per migliorare questo aspetto? Personalmente credo che per prima cosa sia importante fare un’indagine attenta sulla nostra vita e la nostra persona, individuando quelle cose di cui non possiamo fare assolutamente a meno, come il cibo, la compagnia o, più banalmente, un’abitazione stabile.
Come seconda cosa invece, sarebbe utile magari acquistare nei thrift shop, i cosiddetti negozi vintage o dell’usato, riutilizzando articoli che qualcuno ha dato via e aiutando in una sola mossa noi stessi e l’ambiente.
Ovviamente questo è un fenomeno che non risparmia nessuno, compresa me, ma che con un po’ di attenzione e lucidità è possibile contenere riducendone gli effetti.