//#MajoranaPentameron 2B-CLAUDE MONET: UNA VITA TRA LE NINFEE

#MajoranaPentameron 2B-CLAUDE MONET: UNA VITA TRA LE NINFEE

di | 2020-03-19T07:06:02+01:00 11-3-2020 20:15|Alboscuole|0 Commenti
Di Federica Di Meo-2B-

Uno dei pittori più amati di tutti i tempi per la delicatezza e l’espressività lieve dei suoi quadri, Claude Oscar Monet, nacque il 14 novembre 1840 a Parigi. Trascorse la propria fanciullezza con la famiglia a Le Havre, città che lasciò all’età di quindici anni per trasferirsi a Parigi. Monet trasformò la pittura in rituale di vita e riuscì a tramutare i colori in tocchi di energia, riuscendo nelle sue tele a dissolvere l’unità razionale della natura in un flusso diverso. A Parigi si iscrisse alla “Academìe Suisse” dove, oltre a rimanere colpito dalla pittura di Delacroix, Daubigny e Corot, incontrò  artisti specializzati in paesaggi, come Pissarro, Bazille, Sisley e Renoir e insieme formano una combriccola, Si scambiavano idee e proposte culturali, oltre a condividere momenti di pittura “dal vero” nella foresta di Fontainbleu. Grazie a Bazille, Monet trovò  finalmente un atelier personale, dove elaborò alcune celebri tele, due delle quali: “La foce della Senna a Honfleur” e “Punta di Cap de Héve con la bassa marea” vennero accettate in quello che diverrà il “Salon des réfusés” (l’esposizione in cui si rifugiarono i rivoluzionari impressionisti, inizialmente del tutto avversati dalla critica). Queste opere ebbero una critica tanto lusinghiera da spingere l’artista ad iniziare il dipinto “Colazione sull’erba”. Intanto eseguì anche caricature, un genere di cui è sempre stato un maestro fin dalla fanciullezza, riuscendo a pubblicarne qualcuna su fogli satirici. Nel 1867 dipinse “Donne in giardino”. Da questo momento in poi divenne costante nella sua arte  l’impegno di identificare pittura e natura, immagine e forma, e di cogliere attimo per attimo la realtà.

Il 28 giugno 1870 sposò Camille, sua compagna fino al 5 settembre 1879, quando la ritrasse sul letto di morte. Nelle opere del decennio ’70-’80 sono espressi i principi fondamentali del movimento , ad esempio “La colazione”, “Il ponte di Argantuil” e il celebre “Impression, soleil levant”, estremamente importante perchè è da esso che prenderà il nome il gruppo degli impressionisti. Dopo la morte del padre si trasferì nuovamente a Londra dove sbocciò l’interesse per Turner e Constable. Si trasferì in Olanda dove dipinse vedute e paesaggi di Amsterdam. Alla mostra degli impressionisti Claude Monet presentò sette pastelli e cinque dipinti tra cui “Campo di papaveri”. Eseguì quattro vedute dei giardini delle Tuileries. L’anno seguente aprì uno studio, realizzò varie vedute della stazione Saint-Lazare ed espose alla terza mostra degli impressionisti. Realizzò poi “Rue Montorguril”, “Rue Saint-Denis” e la “Chiesa a Vétheuil”. Dopo dieci anni presentò alla terza mostra dei Les XX di Bruxelles dieci nuovi lavori. Le opere vennero esposte anche in America ed ottennero enorme successo. Tornò  in Olanda a dipingere; da settembre a novembre soggiornò a Belle-Ile-en-Mer in Bretagna e realizzò una quarantina di dipinti che terminerà poi a Giverny.Qui iniziò la serie degli “stagni” e la sua reputazione internazionale crebbe.

L’artista, a partire dal 1912, venne colpito dalla cataratta, che gli provocò dei forti danni alla vista, e non sappiamo se questa abbia contribuito positivamente o negativamente nella resa definitiva di questa serie di opere. La realizzazione di queste ninfee probabilmente era come una sorta di “diario quotidiano” dell’artista, il quale, invece di scrivere, dipingeva ogni giorno, annotando sempre elementi innovativi e differenti all’interno delle sue opere.

Si ammalò poi di tumore e morì il 5 dicembre del 1926 a Giverny.

Monet dipingendo lo stagno che aveva nella sua casa, faceva capire tutti i suoi stati d’animo e inoltre con questa serie di 250 opere chiamata “Le ninfee” realizzate in età tarda. La composizione è fortemente sviluppata in orizzontale e ritaglia efficacemente un’ampia zona del laghetto. La metà superiore del dipinto crea una zona uniforme grazie all’uso del colore, in questo caso predomina l’arancio chiaro. La metà inferiore è destinata da Monet, al blu dell’acqua e alla vegetazione acquatica e terrestre. Monet fu attratto da sempre dalla luce rifletta dagli specchi d’acqua. Nell’abitazione in cui si trasferisce, Monet, ispirato fortemente dalla tradizione giapponese, decise di realizzare un giardino che ricalcava tale cultura, realizzando un ponticello e anche uno stagno ricco di ninfee e molti altri fiori. La costruzione di questo scenario permetteva a Monet di rilassarsi e di dedicarsi alla pittura del piccolo mondo che aveva realizzato; in un primo momento, le sue opere oltre a contenere innumerevoli elementi vegetali, includevano anche elementi architettonici come ad esempio il ponte giapponese e qualche altro dettaglio. Successivamente, Monet, venne catturato completamente dalla bellezza e dal dettaglio delle ninfee, facendole diventare soggetti indiscussi della sua pittura. Questi quadri sono stati donati dal pittore alla Francia come simbolo di pace. Sono esposte nelle sale dell’Orangerie nel 1927, pochi mesi dopo la sua morte come aveva stabilito.