//23 MAGGIO: RICORDARE PER RESTARE LIBERI (di Vittoria Amoruso)

23 MAGGIO: RICORDARE PER RESTARE LIBERI (di Vittoria Amoruso)

di | 2019-06-04T15:42:42+02:00 4-6-2019 15:42|Alboscuole|0 Commenti
Il 23 maggio abbiamo ricordato la strage di Capaci e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che fecero il primo grande passo per far arrestare molti mafiosi, ma purtroppo morirono per mano della mafia che a Palermo era un’organizzazione più che grande. La cosa più importante per Falcone e Borsellino era la legalità, cioè l’esser corretti, onesti, leali e non omertosi. Una frase di Giovani Falcone spesso citata è questa: “Gli anni passano, ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Io sono d’accordo perché, anche se i due magistrati non ci sono più fisicamente, noi possiamo cercare di fermare la criminalità organizzata proprio come loro ci hanno insegnato. Un’altra frase molto bella è quella di Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia deve essere anche un movimento culturale che abitui tutti a sentire il fresco profumo della libertà”. Questo ci fa capire che la nostra libertà è preziosa e non dobbiamo spaventarci quando sentiamo che la mafia uccide, anzi, bisogna essere preparati e collaborare tutti per sconfiggerla. In memoria di questo giorno, la nostra professoressa ha deciso di farci vedere un cartone animato su questo argomento: “Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi”. I protagonisti sono due bambini, Giovanni e Paolo, che insieme ai loro amici hanno sconfitto il mago arrivato in città  per la festa di Santa Rosalia. Il mago rappresenta la mafia e il male che attirava le persone, proponendosi come risolutore dei  loro i problemi in cambio della loro libertà. Il mago riesce a manipolare tutte le persone come burattini. Una cosa però teme: che la gente unita possa diventare più potente di lui. Infatti, sono proprio i bambini che uniti riescono a sconfiggere il mago. Alla fine mi ha colpito ciò che si dicono i due bambini Giovanni e Paolo: “Finirà mai questa storia? Dipende da noi”. Ciò vuol dire che, per quanto noi proviamo a sconfiggere i mafiosi, ce ne sarà ancora qualcuno che riuscirà a “sgattaiolare” ed a fare del male se noi glielo permetteremo.