//UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA NEL MARE DI GAZA

UN MESSAGGIO IN BOTTIGLIA NEL MARE DI GAZA

di | 2024-03-21T20:53:16+01:00 21-3-2024 20:53|Alboscuole|0 Commenti
di Frusci Ginevra- Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che ho centrato il mio obiettivo e sono riuscita ad entrare in contatto con te che ti trovi al di là del confine e, purtroppo, sei mio nemico. Una parola che, soltanto a pronunciarla, incute terrore, ma io non ho paura dei bambini e dei miei coetanei che sono dall’altra parte, perché sono certa che mai e poi mai vorrebbero una guerra. Mi chiamo Tal, sono una ragazza israeliana e vivo a Gerusalemme. Ho deciso di scrivere una lettera di pace, perché tu possa portare nel cuore e diffondere questo seme d’amore e di speranza. Esso sarà come una goccia che scaverà la roccia e che, in un futuro, spero non troppo lontano per noi, potrà dare i frutti che tutti aspettiamo. Guardo il cielo ed immagino che le bombe altro non siano che fuochi d’artificio, quelli che guarderemo quando questo conflitto sanguinario avrà fine, perché noi ragazzi non abbiamo colpa se chi sta sopra di noi e dovrebbe proteggerci, ha invece deciso di annientarci per tracciare un confine. Davanti a me una libellula passa volteggiando leggera nell’aria, inconsapevole di tutto ciò che le accade intorno, perché il suo unico pensiero è vivere, quello a cui tutti dovremmo pensare. La vita è bellissima, e per me lo è anche nel momento in cui scrivo, perché la parola stessa mi dà la forza di andare avanti e di esprimere l’angoscia che provo e le speranze che nutro. Perché io ho tanti progetti per il mio futuro. E tu? Chissà se anche tu, che vivi sotto le bombe, hai ancora il coraggio di sognare ad occhi aperti un mondo migliore oppure hai paura che la nostra angoscia non potrà mai avere fine. Mi chiedo perché siamo destinati a soffrire così. Ho appreso la notizia di quella bomba lanciata sugli aiuti umanitari ed ho pianto tanto. La rabbia mi ha assalito e mi son detta che non dobbiamo permettere che questo continui per sempre. Le vittime di questa tragedia non devono essere solo un ricordo senza un nome o un evento da studiare a scuola. Devono diventare la nostra forza, quella forza che ci spingerà a cambiare. La violenza genera altra violenza. La guerra è devastazione, è cancellazione di ogni cosa, è una sconfitta causata dalla mancanza di dialogo. Ripeto sempre a me stessa di essere fortunata perché, nonostante tutto, ho la mia famiglia vicino a me, ma penso a chi invece ha perso tutto e non ha più niente, che lotta per vivere ma è destinato a morire. Ancora in molti stati del mondo si combattono conflitti e in ogni istante si spengono i sorrisi di chi è appena nato e non ha avuto neanche il tempo di sentire il calore materno, di chi sta crescendo con la paura di non poter realizzare i propri sogni oppure di chi viene rapito, torturato ed abusato da guerriglieri, solo per la colpa di appartenere a questo o a quel paese. Sarebbe bello se, già da domani, le nostre preghiere e tutto l’amore che abbiamo dentro di noi, possano diventare uno strumento di pace così forte da illuminare la ragione degli uomini per riportarli sulla strada del bene. Una colomba bianca vola intorno a me ed, improvvisamente, ho come la sensazione che qualcuno mi stia ascoltando. Aspetterò con trepidazione tue notizie. Se anche tu condividi il mio messaggio di pace, inviami una mail a questo indirizzo: peacetal@gmail.com

Tal

Risposta di Suffianò Andrea- Cara Tal, il mio soprannome è Gazaman, perché vivo a Gaza. Ho 14 anni e faccio il pescatore. Ieri all’alba, mentre ritiravo le reti piene di pesce, ho trovato il tuo messaggio dentro una bottiglia. Lavoro anche sotto le bombe per assicurare un po’ di cibo ai miei concittadini e trattenerli qui…prima che di loro resti soltanto un lontano ricordo. Purtroppo i rumori degli aerei che planano vicino al mare e i boati delle bombe allontanano i pesci che si spostano verso occidente, ma io continuo il mio lavoro. Sono felice di leggere che hai tanti progetti per il futuro e spero che a breve me ne parlerai. Pensi che riuscirai a realizzarli nella tua terra e che potranno contribuire ad un futuro di pace e benessere? Io vorrei restare a Gaza con i pochi parenti e amici rimasti e ricostruire dalle macerie della guerra un’oasi di pace e bellezza, dove i ragazzi come noi trovino la forza per ricominciare. Non credo che siamo destinati a soffrire e sono d’accordo che il dialogo pacifico sia l’unico modo per garantirci un domani e far finalmente tramontare l’obiettivo di chi, seduto comodamente su una poltrona, gioca con le nostre vite. Vedo anch’io il volo della colomba che attraversa il mio stesso cielo, la sua ombra valica i confini, seguita da quelle di altri uccelli migratori. Si spostano liberi su una terra unita, come spero che possa accadere al più presto anche a noi uomini. Shalom aleichem,

Gazaman