//PARALIMPIADI: un inno (italiano) alla gioia

PARALIMPIADI: un inno (italiano) alla gioia

di | 2021-11-14T19:45:52+01:00 14-11-2021 19:41|Alboscuole|0 Commenti
I giochi Paralimpici sono giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche dovute a diverse cause. Queste competizioni sportive, pensate appunto come olimpiadi parallele, nascono nel 1948 in Gran Bretagna per dare possibilità di gareggiare a quegli uomini che sono rimasti disabili con la seconda guerra mondiale. Le paralimpiadi si svolgono ogni due anni dopo le olimpiadi estive e le olimpiadi invernali.  Le paralimpiadi rappresentano l’accettazione e la considerazione della diversità, sono esempio di sport praticato con passione, forza e tanto coraggio. Gli atleti Paralimpici sono un esempio di come si possa reagire alle peggiori avversità quando si crede in se stessi e quando si crede al proprio diritto di essere ancora felici. Per l’Italia le paralimpiadi estive di ‘Tokyo 2020’ si sono concluse con medagliere da record (secondo solo a Roma del 1960): 69 i podi conquistati con una media di più di sei medaglie al giorno. 14 ori complessivi: uno nella scherma (Bebe Vio, fioretto individuale) uno nel ciclismo su strada (Cecchetto, Mazzone e Colombari) uno nell’atletica leggera (Ambra Sabatini, 100 m femminili) e ben 11 nel nuoto. 29 argento e 26 bronzo. L’Italia si conferma nella top 10 dello sport mondiale. ALCUNI PROTAGONISTI:  Bebe Vio è una schermitrice italiana campionessa paralimpica mondiale ed europea in carica di fioretto individuale paralimpico.  All’età di 11 anni è colpita da una meningite fulminante che le causa l’amputazione ad avambracci e gambe. ‘Se sembra impossibile allora si può fare’ è il suo motto . Ambra Sabatini è una velocista paralimpica italiana. Ha un record nazionale nei 100m piani. A causa di un incidente in auto ha dovuto subire l’amputazione della gamba sinistra ma nonostante questa perdita enorme non si è mai scoraggiata. “Mai arrendersi, mai piangersi addosso. Soprattutto quando la vita ti pone di fronte ostacoli enormi. La possibilità di farcela c’è.” è il suo motto. Paolo Cecchetto è un paraciclista italiano medaglia d’oro ai Giochi paralimpici. A 22 anni a causa di un incidente motociclistico perse l’uso delle gambe. Il suo motto sembra essere “cinquanta e non sentirli”: “In realtà i miei 50 anni li sento eccome, ma emozioni e vittorie aiutano a vivere meglio e a dare più significato al tanto tempo rubato alla mia famiglia per allenarmi”. Pensiamo che  bisogna dare più visibilità a queste persone straordinarie e cercare di trasmettere il loro messaggio a più persone possibili. Questi atleti lottano ogni giorno con il proprio corpo e con la vita costretti a subire con coraggio e con una forza immensa. Le paralimpiadi dovrebbero far riflettere su quanto siamo fortunati di avere anche le più piccole cose e di non lamentarci per cose da niente. Bisogna guardare le paralimpiadi con la stessa emozione con cui si guardano le olimpiadi ma soprattutto con la stessa importanza. I valori delle paralimpiadi sono coraggio, determinazione, ispirazione ed uguaglianza ma ancora di più hanno dimostrato che lo sport può abbattere le barriere e superare le differenze e mostrarsi per quello che è e non solo un’attività salutare per il corpo e la mente ma anche il mezzo dove disabili possono dimostrare che tutto è possibile, tutto è superabile e soprattutto che non bisogna vergognarsi della propria disabilità. ♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣ ALESSIA FONTANA e SABA SALVATORE (3^ A Sport)