//“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” – Andy Warhol-

“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” – Andy Warhol-

di | 2020-06-02T08:42:13+02:00 2-6-2020 8:38|Alboscuole|0 Commenti
di Minerva Freda – 3^B –
Fama.
Beh, una parola un po’ difficile da spiegare.
Oggi la fama non è raggiunta, necessariamente, grazie ad azioni meritevoli ma può essere ottenuta da chiunque compia un “qualcosa”, ritenuto originale da gran parte della società.
Nell’epoca attuale, quindi, basta poco per diventare famosi. La gente, infatti, considera divertente qualsiasi tipo di azione, stupida o interessante, quale sia.
Detto questo, mi presento.
Sono Andrea Esposito, ho 45 anni e sono un giornalista.
Come, avete potuto ben notare, oggi vorrei trattare l’argomento “fama”.
Quante volte, quando eravamo ragazzini, abbiamo sempre voluto essere famosi? Beh, almeno io, lo desideravo tanto. Amavo far parlare di me. Volevo che un giorno, in tutto il mondo, venissi ricordato per quello che avevo fatto nella mia vita.
Ma ora che ho una famiglia, capisco quanto il concetto di fama, sia abbastanza cambiato.
Ieri sera, per esempio, mentre ero sul divano, si è avvicinata mia figlia e mi ha chiesto: “Papà, ma tu quando andavi a scuola, eri popolare?”
È stata una domanda che mi ha lasciato spiazzato. Come era venuto in mente, ad una bambina di 7 anni, un quesito simile?
Riflettendoci su, però, ho capito che era una domanda davvero affascinante. Direte voi, perché? Perché, quando ero giovane io, le cose nel mondo erano diverse.
A scuola non c’era il popolare o lo sfigato; eravamo tutti una grande famiglia.
Nella piccola realtà del mio paese, i “famosi” erano i nostri nonni o padri che, appena uscivano di casa, venivano salutati da tutti e fermati per scambiare quattro chiacchere.
Quindi, noi miravamo ad essere, un giorno, proprio come loro. Volevamo essere stimati e lodati. Ci piaceva pensare ad un futuro dove quelli “famosi” eravamo noi, come coloro che avevano una bella carriera e avevano lavorato sodo per ottenerla.
Oggi mi accorgo di quanto questo concetto sembri non esistere più.
Per esempio, ogni martedì sera in televisione danno “Il Collegio”, una trasmissione amatissima dalle mie figlie, dove un gruppo di 10 ragazzi viene catapultato in una realtà diversa dalla loro.
Vedere tutti quei ragazzini essere considerati “famosi”, solo per aver preso parte ad una rivolta per avere il telefono o per aver risposto male ad un professore, mi rende molto triste.
L’altro giorno, entrando in camera di mia figlia, l’ho trovata mentre registrava un Tik Tok.
La vedevo mentre muoveva le mani e ballava davanti al suo telefono. Mi sono, addirittura, chiesto se fosse impazzita.
“Papà, è inutile che ti scandalizzi, più fai balletti e più diventi famoso”. Queste sono state le parole che mi ha detto. In pratica, realizzando questi Tik Tok si acquisisce molta più notorietà tra i giovani.
Come è possibile che dei ragazzi di 15,16, 17 anni, ballando per soli 15 secondi, abbiamo tutta questa fama? Perché un ricercatore o un dottore, che lavorano giorno e notte, devono essere meno noti di questi “influencer”?
Da ciò, deduco che ormai la fama ha assunto un carattere completamente diverso da quello che aveva nel passato.
Questo cambiamento è, appunto, dovuto all’avvento dei social media, dei reality e dei talent.
Piattaforme multimediali come Facebook, Instagram o Youtube, sono stati il trampolino di lancio per dei personaggi, che sono riusciti ad avere un ruolo importante nella nostra società, senza fare nulla.
Cito una frase di Andy Warhol: “Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti”.
Analizzando questa frase, dal mio punto di vista, credo che tutti ambiscano alla fama, tutti vogliano crearsi un personaggio.
E se non lo diventi per i tuoi meriti, per aver fatto qualcosa di buono o di bello, lo diventi per aver fatto qualcosa di negativo.
Il brutto avvince più del bello.
Sapete cosa mi ricorda la fama? Il terribile uccellaccio della Fama, descritto da Virgilio nell’Eneide, capace di seppellire sotto, chili e chili di fango, la dignità di un essere umano, colpevole o innocente che sia.
Mi diverto a dire che Virgilio avesse, in poche parole, fatto la descrizione di Facebook, un social che gode nel raccontare qualsiasi cosa, che siano invenzioni o fatti reali.
E così, proprio come questa figura mitologica, il fenomeno della fama, oggi, coglie ed interpreta vicende, peccati e sventure.
Ma, cari ragazzi, la fama, quella vera, deriva dal vostro operato e da quello che voi fate per il prossimo.
Avete solo bisogno di conquistarla con fatica ed impegno, senza tramutarla in una sirena dell’Odissea, capace di uccidere tutti coloro disposti a tutto, pur di avere un briciolo di notorietà, anche per soli 15 minuti.