//“Mio nonno e i nostri sport”

“Mio nonno e i nostri sport”

di | 2022-01-09T08:23:23+01:00 9-1-2022 8:23|Alboscuole|0 Commenti
di Davide Ribaldone, Classe 1^ B. –  Cari lettori questo è il mio primo articolo che dedico con molto piacere ad una figura familiare, che sento essermi amico, confidente, mio ispiratore e sostenitore, mi sto riferendo a mio nonno. Ho aderito all’attività educativa del Giornalino Scolastico perché ne ho sentito parlare lo scorso anno mentre frequentavo la Scuola Primaria e devo dire che già allora mi aveva stuzzicato curiosità e voglia di scrivere. Intanto mi presento: sono Davide Ribaldone, ho undici anni e frequento la classe 1^B della Scuola Secondaria di Primo grado annessa al Convitto Nazionale “Marco Foscarini” di Venezia. Sono un ragazzo sportivo e pratico diversi sport, tra i quali Karate e Voga alla Veneta. Devo confessare che l’artefice della scelta di questi due sport è mio nonno che è stato colui il quale mi ha letteralmente alimentato l’ispirazione per questi due sport. In quest’articolo desidero descrivere quanto i suoi racconti mi hanno avvicinato a questi due mondi sportivi. Mio nonno ha iniziato a praticare il Karate a ventiquattro anni con il Maestro Lucio Padoan, dedicandosi sia ai Kata e sia al Kumite. E’ arrivato così a conseguire la cintura verde. Mi ha raccontato che agli inizi degli anni ’60 il Karate in Italia era considerato uno sport violento e che, per questo, lo praticavano in pochi. Nonostante ciò, mio nonno è riuscito a prepararsi per i Campionati Italiani di Kumite a squadre che si sono svolti a Firenze nel 1966. Egli si è presentato a quella competizione con la squadra “Dojo Shotokan San Marco”. Ricorda che, tra i suoi compagni, c’erano Franco Mescola, Franco Girometta e Bruno Demichelis. Quest’ultimo è poi diventato il Maestro del mio attuale Maestro Christian Gonzales Y Herrera che svolge l’attività sportiva presso il Convitto Nazionale “Marco Foscarini”. In quei Campionati Italiani si classificarono al primo posto. Devo proprio confessare che i racconti di mio nonno Campione Italiano mi hanno incuriosito e fatto avvicinare a questo sport. Ma non finisce qui. Ancora più importanti sono stati i suoi racconti di quando, a soli otto anni, ha iniziato a Vogare alla Veneta. A quell’età, infatti, gli era stato regalato un, “piccolo sandolo”, sul quale suo papà – il mio bisnonno Luigi – e suo zio gli hanno insegnato a vogare. Per chi non è veneziano spiego che tale imbarcazione è tipica di Venezia, che permette di spostarsi tra i canali e fondali bassi perché ha una forma particolare e non ha una chiglia. Questo suo zio era Giovanni Tagliapietra, uno dei tanti membri della famiglia con la passione della Voga. Non a caso la famiglia di mio nonno era ed è una famiglia con molti gondolieri e anche di qualche campione. A quattordici anni mio nonno si è avvicinato anche al canottaggio alla “Società Sportiva F. Querini” di Venezia. Come nel Karate, anche nel canottaggio mio nonno ha partecipato ai Campionati Italiani. Nel 1961, mentre prestava il servizio militare, ha fatto parte della formazione dei Vigili del Fuoco al Campionato Nazionale di Iole a 8 remi, che si è svolto a Napoli. Vorrei concludere con una mia considerazione: “Aver praticato questi sport ha aiutato mio nonno a crescere come uomo e credo che stia succedendo la stessa cosa anche a me”.