//#iorestoacasa

#iorestoacasa

di | 2020-04-22T15:19:04+02:00 22-4-2020 15:18|Alboscuole|0 Commenti

Il Coronavirus è stato scoperto in Cina a novembre 2019 e a febbraio 2020 ha contagiato anche l’Italia, prima la Lombardia con un caso a Codogno e successivamente il Veneto con il primo caso a Vò paese in provincia di Padova. Il Covid-19, così denominato, colpisce per lo più le persone anziane ma non solo. E’ molto pericoloso soprattutto per le persone che hanno già patologie respiratorie perché infetta l’apparato respiratorio e per queste persone il contagio può essere anche letale. Gli studiosi sostengono che per debellare il Coronavirus, ci vorrà circa un anno. Così per mettere in sicurezza la salute di noi cittadini, il Governo hanno emanato, ancora a fine febbraio, alcuni decreti che, prevedevano la chiusura di scuole, centri commerciali, negozi, ecc. lasciando aperti solo supermercati, farmacie, ospedali e studi medici cioè, tutti quei negozi e servizi pubblici di prima necessità. Con queste provvedimenti il Governo dispone che la gente rimanga a casa il più possibile, non esca e quindi non ci sia motivo di aggregazione. Per rendere il messaggio più accattivante, il Decreto è stato denominato iorestoacasa. Questo slogan è semplice ma molto significativo. Molte celebrità della TV come Fiorello, Amadeus, Lino Banfi, ecc. hanno contributo con le loro testimonianze a renderlo ancora più incisivo importante.

La mia famiglia ed io stiamo seguendo quanto imposto dal decreto: uscire solo per fare la spesa, comprare medicine o andare al lavoro. Pensandoci bene, mio fratello ed io, non saliamo in auto da quando le scuole sono state chiuse. Molte sono le iniziative per creare un clima di solidarietà e un o spirito di aggregazione a distanza dalle più simpatiche a quelle più profonde e significative. Nelle scorse settimane si sono svolti molti flashmob: le persone dovevano affacciarsi al proprio balcone o finestra e cantare delle canzoni. Anche io e la mia famiglia abbiamo partecipato a questa iniziativa cantando “Volare”. Reputo questa azione è un messaggio di speranza e vicinanza a chi è più colpito.

Affinché il contagio diminuisca, dobbiamo essere tutti collaborativi e rispettare il più possibile le regole. Non dobbiamo pensare che sia tempo perso. Quando è stata prolungata la chiusura delle scuole, ho pensato: “cosa farò a casa tutto il giorno, come passerò il tempo?”. Credevo di non farcela perché la mia giornata “tipo” comprendeva alcune ore di sport. I primi giorni sono stati duri poi però, ho cercato di riempire i tempi liberi divertendomi a preparare torte e uscire in giardino a giocare a tennis. Ora mi pesa meno restare a casa e sono orgogliosa perché contribuisco a limitare il contagio. Ho capito che #iorestoacasa è la cura migliore per combattere il Coronavirus.

Angela Fabris, 3^G