//Intervista all’ Associazione Spaziodonna di Salerno

Intervista all’ Associazione Spaziodonna di Salerno

di | 2021-03-08T10:03:34+01:00 8-3-2021 9:21|Alboscuole|0 Commenti
 

Il Gruppo Biblioteca Sensale, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ha intervistato l’Associazione Spaziodonna di Salerno. Qui di seguito riportiamo l’intervista:

 

I D. Quando e perché nasce l’Associazione Spaziodonna?

I R. Spaziodonna nasce nel 1978 quando un gruppo di giovani donne rioccupò uno stabile di proprietà del Comune in Piazza Ferrovia. L’edificio, che era stato “Casa della Donna”, diventò sede di nuovi incontri di riflessione. Si volle uscire dallo stereotipo «casa» e la proposta «spazio» fu subito accolta da tutte.

Spaziodonna raccoglieva la grande eredità dell’UDI e del femminismo storico a Salerno: si voleva continuare a percorrere una strada che non fosse più solo quella dell’emancipazione ma anche quella della liberazione.

Parità, non uguaglianza, fra donne ed uomini era la parola d’ordine, la scommessa che affermava e preservava la differenza, senza prevaricazioni ma per superare gli stereotipi di genere.

Spaziodonna sceglieva la cultura femminista, soprattutto nella sua declinazione sociale e politica: non fu mai separatista e le riflessioni comuni divennero nuova cultura da difendere e da diffondere anche tra gli uomini. Continuava però la riflessione sulla storia delle donne intessuta di esperienze discriminanti, ingiustificate e dolorose, ma anche di conquiste consapevoli.

Con l’impegno operativo e la passione che distingueva quella stagione politica, l’Associazione affrontava nel tempo temi come il lavoro, l’ambiente, la pace, la giustizia, la salute mentale, lo stato sociale ma, nel contempo, gestiva un Consultorio familiare, con l’apporto di affermati professionisti, offrendo alle donne consulenza e assistenza sanitaria, sociale, psicologica e legale.

Ad un periodo ricco di conquiste legislative e culturali fece seguito una fase storica drammatica che oscurò i valori della solidarietà e del bene comune: le donne furono risospinte verso l’assoggettamento ad una visione maschilista del reale, portatrice di rischi e priva di dignità che si manifestava con atti di violenza che gradualmente aumentavano fino a costituire una tragica emergenza sociale.

Nel 1992 si sentì, dunque, forte il bisogno di mettere a disposizione delle donne che subivano violenze un numero telefonico a cui ricorrere nei momenti di disperata sofferenza: nasce così “Linearosa”, inizialmente una linea dedicata all’ascolto telefonico, poi strutturata in Centro Antiviolenza.

Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di attività e impegno contro la violenza di genere: invadente, ripetuta, quasi di prassi come una routine, a cui rischiamo di abituarci.

Maschi stereotipati (non uomini!) dimostrano di non sopportare che le donne stanno imparando ad essere se stesse, libere di realizzarsi come scelgono: libere di amare, non amare o non amare più.

Per noi non più solo libri da presentare, mostre da allestire, serate teatrali, pomeriggi musicali, confronti politici da promuovere, colori di vita migliore, ma numerose telefonate di donne che subiscono violenze psicologiche e fisiche.

II D. Se la vostra Associazione dovesse indicarci una ricetta, per contribuire a sconfiggere la violenza sulle donne, quale potrebbe essere?

II R. Cominciare dalla consapevolezza di sé ed esigere rispetto.

Cercare dentro di sé e, superando gli stereotipi, diventare coscienti della forza, della dignità, del desiderio di libertà che ciascuna possiede. Quindi, rispettarsi per esigere rispetto.

Essere pronte inoltre a farsi aiutare, non sentirsi e non essere mai sole.

III D. Il lockdown, causato dalla pandemia, ha fatto diminuire oppure aumentare il rischio di violenza sulle donne?

III R. Dalla nostra quotidiana esperienza e dai dati statistici è evidente che le violenze domestiche sono aumentate.

I centri antiviolenza, infatti, denunciano un aumento esponenziale dei soprusi sulle donne.

La clausura, la cancellazione di diritti e di libertà individuali che sembravano acquisiti hanno prodotto stati d’animo di insicurezza e di paura. Hanno prodotto inquietudine e aggressività di cui le donne e i minori diventano vittime. È più facile condividere che convivere.

IV D. Qual è il ruolo delle donne nella nostra società? Sono riuscite, dopo tante lotte, a raggiungere realmente la parità con l’uomo?

IV R. Cominciamo dalla seconda domanda: NO.

Se pensiamo però che alle donne era precluso l’insegnamento negli Istituti Superiori, che se si sposavano venivano licenziate, che non avevano diritto di voto, che non avevano accesso alla Magistratura, è evidente che molti passi avanti sono stati fatti. Molte conquiste sono innegabili e dovute alle lotte delle donne.

Oggi alcune donne hanno anche raggiunto posti di responsabilità: per TUTTE però la strada è in salita e le conquiste non riescono a diventare carne e sangue di una società più giusta, amorevole fra donne ed uomini.

Spesso si scivola indietro, rinunciando all’enorme ricchezza che le donne potrebbero aggiungere nella società e nella politica.

Anche l’8 marzo è diventato un inconsistente rito di pizze e mimose, tanto che Spaziodonna ha adottato un nuovo slogan: ogni giorno dell’anno è 8 marzo.

Gruppo Biblioteca Sensale, 8 Marzo 2021