//Incontro con gli autori G. Visitilli – K. Diabate: “la pelle in cui abito”

Incontro con gli autori G. Visitilli – K. Diabate: “la pelle in cui abito”

di | 2020-02-24T15:16:14+01:00 24-2-2020 15:16|Alboscuole|0 Commenti
Di Daniela Ciliberti e Noemi Abruzzese – classe III sez. F   Un’altra bella iniziativa a cui hanno partecipato il giorno 19 febbraio 2020, le classi terze della scuola “P.N. Vaccina” è stato l’ incontro con Giancarlo Visitilli, autore del libro “La pelle in cui abito”, scritto insieme a Kader Diabate, il vero protagonista del libro. Si tratta della fuga da casa di un ragazzo di quindici anni che si mette in viaggio dalla Costa D’Avorio per raggiungere l’Europa, affrontando le molteplici difficoltà: l’attraversamento del deserto, l’incarcerazione in Libia e il viaggio nel Mediterraneo fino all’arrivo in Italia. Oggi Kader ha poco più di vent’ anni, è un attivista per i diritti umani che rivendica la propria appartenenza a un popolo che non è solo quello d’origine ma anche quello di cui fanno parte tutti gli uomini e le donne privati dei propri diritti. Kader è nato a Man in Costa D’Avorio e oggi vive in Italia. E’ fondatore dell’associazione “Génération Consciente”, che si occupa dello sviluppo socio-culturale comunitario. Dalla lettura attenta del libro si evince la voglia di libertà del giovane Kader e la sua ribellione contro l’ingiustizia degli uomini. L’incontro è risultato interessante e ha suscitato l’interesse dei ragazzi che hanno posto all’autore una serie di domande curiose, tra cui:-“ Perché ha impostato il titolo del libro e i vari sottotitoli dei capitoli riferendosi al corpo umano?”. La risposta dell’autore è stata che lui si è immedesimato in Kader, infatti nel libro sono state inserite delle lettere che Giancarlo Visitilli ha scritto immaginando di parlare proprio con le persone a cui esso è dedicato, come quella per Assetou, una ragazzina che doveva sposarsi con un uomo adulto solo per un piccolo contributo alla famiglia. Una citazione che ha colpito maggiormente i ragazzi è stata: “Sono nato in una casa senza porte. La sua forma è sempre stata di una U, che è una lettera simile alla O ma non è chiusa, permette di uscire o di entrare, abbraccia e tiene. Proprio come la mia casa, che accoglieva tutti quelli che vi entravano e uscivano a piacimento come è nella tradizione africana.” L’incontro con l’autore Visitilli ha permesso a noi ragazzi adolescenti di riflettere sul tema dell’immigrazione e del conseguente valore dell’Integrazione degli stranieri, che non è omologazione di persone, ma reciproca crescita umana e culturale attraverso l’accettazione dell’altro, il confronto e lo scambio interculturale.