//IL VALORE DELL’OSPITALITÀ NELL’ANTICA GRECIA

IL VALORE DELL’OSPITALITÀ NELL’ANTICA GRECIA

di | 2019-06-11T19:40:47+02:00 11-6-2019 19:40|Alboscuole|0 Commenti
L’ospitalità era considerata sacra dagli antichi greci perché si pensava che gli ospiti fossero inviati da Zeus, il cui epiteto, “Xénios”, significava proprio “protettore degli ospiti”. Ad Odisseo è capitato spesso di essere ospite in casa di gente proveniente da altre terre. Tra le regole di comportamento che un personaggio omerico è tenuto a rispettare, rientra quella di dare degna accoglienza a chi giunge nella sua dimora. La prima cosa da fare dopo il contatto anche solo visivo con l’ospite è mettergli in mano una coppa colma di vino e offrirgli da mangiare e da bere. Vi è poi un’altra regola a cui chi ospita deve attenersi: mai fare domande all’ospite prima che questi si sia tolto “il desiderio di cibo e di bevanda”. Vino e cibo devono essere offerti all’ospite sconosciuto prima ancora che questi riveli la sua identità. Soprattutto nel suo viaggio di ritorno da Troia, Odisseo si è ritrovato in questa condizione ma non sempre è stato accolto nel migliore dei modi. L’ospitalità faceva parte della cultura e della tradizione dell’antica Grecia: venivano accolti tutti, persino gli stranieri di cui non si conosceva nulla. Gli ospiti erano importantissimi, venivano trattati come familiari e si concedevano loro doni e attenzioni.  Chi contravveniva a queste regole di comportamento, a questo codice della scenìa (ospitalità), si poneva al di fuori della comunità e della vita civile, proprio come il Ciclope Polifemo che, non appena si accorge della presenza di stranieri, fa l’opposto di quello che dovrebbe. Tra ospite e ospitante si stabiliva un rapporto di rispetto reciproco e ciò, talvolta, portava alla nascita di alleanze tra famiglie aristocratiche. Le modalità di accoglienza erano le medesime, a prescindere dal rango sociale di chi ospitava: così Eumeo, l’umile porcaro di Ulisse, si affretta a invitare nella sua capanna il vecchio mendicante sotto le cui spoglie si nasconde proprio il suo padrone, per rifocillarlo con quel che ha: recatosi al porcile, uccide due maiali e li cuoce sugli spiedi, offrendoli poi al suo ospite insieme a vino profumato di miele versato in un boccale di legno. Alla luce di tutto ciò, l’ospitalità può essere considerata uno dei meccanismi relazionali fondanti dell’etica. Nino Dalena