//Il restauro dell’Organo Bazzani della S. S. Trinità di Treporti

Il restauro dell’Organo Bazzani della S. S. Trinità di Treporti

di | 2024-02-12T08:31:45+01:00 12-2-2024 8:31|Alboscuole|0 Commenti
di Camilla Senigallia, Classe 3^ B. –  Care lettrici e cari lettori, eccovi il mio articolo su di un avvenimento davvero straordinario avvenuto nella mia Parrocchia relativo al recupero con il restauro del vecchio organo, il quale è stato restituito, con tutto il suo fascino e bellezza, a fruizione di tutta la nostra piccola comunità. Domenica 7 gennaio 2024 alle 16:00 nella Chiesa della S.S. Trinità del Comune di Cavallino-Treporti della Città Metropolitana di Venezia, si è tenuta l’inaugurazione dell’organo Bazzani, costruito nel lontano 1890. Con uno sforzo economico molto importante è stato restituito e rinnovato un vero e proprio patrimonio storico della Parrocchia. L’inaugurazione è stata presentata da un giovane parrocchiano, Tommaso Palmisano, che ha invitato il Parroco, Don Alessandro Panzanato, ad aprire il pomeriggio, che con il suo breve discorso ha sottolineato come è stato importante decidere se lasciare andare irrimediabilmente il vecchio organo, il quale versava in condizioni davvero precarie, o se salvarlo e restituire alla comunità quello che viene definito il re degli strumenti musicali, poiché riprende tutti i suoni della creazione e dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani. Citando un passo tratto dalle “Confessioni” di Sant’Agostino, ha quindi evidenziato come le molteplici possibilità dell’organo possono ricordare in qualche modo l’immensità e la magnificenza di Dio. Nel continuare il proprio intervento, inoltre, ha espresso una similitudine tra l’organo, le cui sue numerose canne e registri devono formare una giusta armonia con la comunità cristiana, la quale si esprime con una varietà di doni e carismi. La ricchezza di questo antico organo, non è solo quella di animare le sacre liturgie, ma anche di promuovere cultura, perché diventa occasione di espressione della grande musica dei Maestri Classici, per i nostri cittadini e per i turisti. Don Alessandro ha chiuso il suo breve intervento invitando il coro parrocchiale e tutti i presenti a cantare un semplice ma solenne canto liturgico accompagnato dalle note di uno strumento dotato di splendide sonorità. A questo punto è stata data parola al dottor e organaro Michel Formentelli, figlio d’arte di Barthélémy Formentelli con il quale ha collaborato sin dal 1989, specializzandosi nelle complesse lavorazioni delle canne di metallo, formandosi in falegnameria per approfondire le sue conoscenze su restauro e costruzione ex-novo dei materiali organari e assistendo il padre nelle fasi di costruzione e restauro di organi in Italia e all’estero. Nel 2002 ha aperto la sua bottega artigiana per restauro di strumenti a tasto a Camerino. Nel 2018 è stato affidato alla sua bottega dalla parrocchia di Treporti il restauro e ampliamento dell’organo Bazzani secondo il progetto approvato dall’Ufficio dei Beni Culturali del Patriarcato e dalla Soprintendenza di Venezia. Il dott. Formentelli ha esordito dicendo che durante i lavori o meglio all’inizio dei lavori ci si aspettava che ci sarebbe stata una celere conclusione dei lavori, ma per problemi derivati dalla crisi sanitaria dovuta alla Pandemia del Covid-19, purtroppo si sono dovuti rinviare e quindi la conclusione si è automaticamente posticipata. Il suo pensiero è che come ditta è stato affrontato non un semplice restauro ma un progetto musicale e artistico. Ha spiegato anche che una ditta organaria non ha soltanto in corso un cantiere, ma essendo artigiani specializzati hanno dei gruppi di lavoro che si dividono le cose da fare in base anche a cosa c’è da fare, ed inoltre ci sono delle distanze da percorrere e perciò non si lavora sempre vicino a casa. Per lavorare all’organo di questa Parrocchiale aveva anche raccolto dei commenti all’interno dell’ambiente organistico, i quali erano sfavorevoli poiché nessuno dava un centesimo per rianimare questo magnifico strumento. Il vecchio organo era in condizioni pessime, un ammasso di canne appoggiate su un somiere, il tutto devastato da interventi di manomissione, impoverimento e maltrattamento del materiale sonoro, tutto quanto avvenuto, se si vuole trovare una giustificazione a questo scempio, nel 1944 e cioè in pieno conflitto mondiale. L’organo che si vede oggi è una pura ricostruzione. Quello che molti parrocchiani hanno visto prima del restauro era un organo nato in un’altra zona della Chiesa, e precisamente nel transetto, ed era posto su una cantoria lignea. È stato smantellato, sminuito e manomesso e trasferito in un’altra cantoria, quella attuale, molto più grande. La prima parte del progetto è stata conservare tutto ciò che si poteva conservare ed inoltre per salvare  maggiormente tutto ciò che riguarda una delle più illustri famiglie venete, che ha lasciato un impronta anche al di fuori dei nostri confini. Proprio la Regione Marche, dove ha la base operativa l’azienda restauratrice, possiede fra i migliori strumenti della famiglia Bazzani di Venezia. Lo strumento ha la data 1890 la quale risulta dal manoscritto con tanto di cartiglio ed è una delle cose più belle che si trova all’interno della secreta dell’organo. E’ un cartiglio che vuole mostrare quanta gloria abbia avuto questa famiglia, ricevendo anche medaglie e riconoscimenti dall’imperatore. La seconda parte del progetto è stata la più difficile. Qualcuno aveva chiesto se si ci poteva avventurare nella ricostruzione, ma si è pensato di integrarlo con del materiale organistico Bazzani acquisito personalmente dal dottor Formentelli presso un’altra ditta organaria che chiudeva attività. Quindi è stato recuperato un mantice, una serie di canne di facciata che oggi si possono ammirare nelle ali laterali sempre originali Bazzani del 1862 ed un altro somiere che ha permesso di costituire un secondo organo e dare a questa parrocchiale uno strumento molto più importante, doppio, anzi triplo, con due tastiere ed un corpo pedali. Quindi grazie a Roberto Bertuzzi e al Parroco, che hanno creduto in questo progetto ambizioso approvato dalla Sovraintendenza, oggi si può ammirare uno strumento in Provincia di Venezia, che esula dal patrimonio organario abituale per la bellezza di alcuni materiali restituiti nella loro funzionalità, nelle loro sfumature e nei loro colori. Inizialmente si era partiti con idee più sobrie, una cassa in legno naturale, ma poi si è potuto abbellire con decorazioni in finto marmo veneziano ed elementi decorativi di pregio come i tendaggi scolpiti in bassorilievo, il cui colore suggerito da Don Alessandro esalta la struttura, rendendola meno pesante, colore che ritroviamo proprio al teatro ‘La Fenice’ di Venezia. Sono stati rivolti i graditi ringraziamenti ad alcuni parrocchiani che hanno aiutato la ditta con il trasporto e allestimento delle prime parti dell’organo ed anche a chi ha dato l’ospitalità. Ci sono voluti 6 anni per completarlo e 8.200 ore di lavoro. Nella carrellata di foto delle varie fasi di lavorazione il dottor Formentelli si è soffermato sulla tastiera originale in avorio, importante per il tatto, sulle tavole di legno di un colore non particolarmente bello, marrone ripreso più volte, sull’azione del tarlo che si stava mangiando lo strumento, sulla pedaliera, sui pomelli, su tutto comunque recuperato e sui cartigli dei lavori eseguiti nell’epoca fascista con gli stemmi dell’aquila. Sono seguite altre numerose foto delle varie fasi di restauro e relative spiegazioni. A questo punto c’è stata la presentazione del Maestro Roberto Bertuzzi, pianista e organista diplomato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e successivamente al Conservatorio Cesare Pollini di Padova. Molte sono state le sue collaborazioni in Italia e all’estero. Senza dilungarsi troppo il Maestro ha presentato i brani che avrebbe eseguito, spiegando che la scelta di questo repertorio avrebbe portato ad esaltare le caratteristiche foniche di questo meraviglioso strumento. Il Maestro Bertuzzi ha eseguito magistralmente dei brani di Claude Balbastre, nato a Digione nel 1724 e morto a Parigi nel 1799, altri brani di Dietrich Buxtehude, nato a Bad Oldesloe nel 1637 e morto a Lubecca nel 1707, infine dei brani di Francois Couperin, nato a Parigi nel 1668 e ivi morto nel 1733. Terminato il concerto sono stati rivolti i ringraziamenti a tutte le persone che hanno reso possibile quest’opera di restauro. Poche ma entusiastiche parole anche da parte della Sindaco di Cavallino-Treporti, l’Avv.to Roberta Nesto che ha ringraziato innanzitutto il parroco Don Alessandro e il Maestro Bertuzzi che hanno coordinato la squadra di lavoro. Senza dubbio questo strumento è stato restituito alla Parrocchia di Treporti, ma rappresenta uno strumento di prestigio per il comune di Cavallino-Treporti che sicuramente potrà essere apprezzato anche dai numerosi turisti che amano soggiornare in questo territorio nel periodo estivo. Quindi il Maestro Bertuzzi ha accompagnato gli ‘Amici del Coro Parrocchiale’ nell’esecuzione del brano rinascimentale “Gaudete”. Il pomeriggio si è concluso con un momento conviviale nel vicino patronato aperto a tutti.