//2020…era il 5 marzo

2020…era il 5 marzo

di | 2020-05-12T17:28:06+02:00 12-5-2020 17:28|Alboscuole|0 Commenti
di Sonia Mastropasqua, 1G   La storia inizia così… Era il 5 marzo 2020 quando tutto si è fermato a causa di un nemico  inaspettato che ci segnerà per tutta la vita. In primis sono state chiuse le scuole, successivamente tutte le altre attività che non fornivano beni di prima necessità. Infatti ho visto subito i miei genitori che sono stati costretti a lasciare il loro lavoro e a stare a casa. Per quanto riguarda la scuola , sia i  bambini che i  ragazzi, sicuramente ne hanno risentito, in quanto sono stati allontanati  improvvisamente da compagni e insegnanti, limitandosi ad ascoltare le  lezioni da un semplice smartphone o per chi è più fortunato da un PC. Hanno chiamato tutto ciò “DIDATTICA A DISTANZA”, che da un lato è una cosa molto positiva, perché anche se ci troviamo in un periodo di difficoltà possiamo sempre tenere allenata la mente e portare avanti il programma scolastico, ma dall’altra parte è molto difficile seguire le lezioni perchè stando a casa vi sono molte più distrazioni. Ma questa può andar bene a noi che siamo più autonomi, no ad un bambino di scuola elementare che non sa ancora leggere e scrivere. Che pensano…che a settembre si debba continuare ancora cosi?! Ogni volta che sento parlare il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non parla mai dei problemi dell’istruzione, ma delle imprese, del lavoro, delle autocertificazioni …e in questi ultimi giorni di come attrezzare le spiagge… RIDICOLO !!!! Sembra proprio che la scuola sia uno degli ultimi problemi da affrontare. Parlo così perché io sto vivendo in prima persona questa situazione, in quanto ho un fratellino di sei anni che quest’anno ha incominciato la 1^ elementare e per i miei genitori è molto difficile seguirlo poiché quando la scuola ha chiuso, lui stava imparando a leggere, scrivere ,  ecc… Adesso le sue insegnanti da sette sono diventate una, ossia ma madre che lo segue mattina e pomeriggio…ma tra qualche giorno questo non sarà più possibile, in quanto riprenderà a lavorare. Dunque…chi seguirà mio fratello? Anche lui ha diritto all’ istruzione !!! E poi chiamano EROI, medici e infermieri. Io non condivido questo, ma li rispetto.       Per me gli EROI in questo momento difficile sono state quelle persone che hanno cambiato il loro stile di vita, gli EROI sono i genitori che si sono sostituiti al 100% alle insegnanti, e poi gli EROI siamo noi bambini che abbiamo smesso all’improvviso di frequentare la scuola, palestre, chiese ecc… accettando tutto, aspettando pazientemente che tutto si risolva nel minor tempo possibile. A noi sì che è cambiato tutto, mentre per i medici e infermieri è cambiato il fatto che stanno facendo gli straordinari, ma retribuiti, loro non stanno perdendo niente… Tra l’altro hanno fatto un giuramento, ossia quello di curare i pazienti. Altro slogan che in questo momento non condivido è quello che è uscito all’inizio della pandemia, ossia “ANDRA’ TUTTO BENE”. All’ inizio anch’io condividevo questo, e ho anche realizzato  un cartellone, ma ora lo condivido un po’ meno perché è vero che sta andando tutto bene perché i decessi sono diminuiti, come tra l’altro i contagi, ma la cosa che ci preoccupa è l’economia del paese. Certo molta gente riprenderà a lavorare ma con queste restrizioni, come andrà il lavoro?! Andrà tutto bene o  andrà tutto male? La cosa certa è che  chi sta bene sono quelle persone che percepiscono uno stipendio pubblico o statale, che non si stanno preoccupando di niente, il loro sacrificio è stato solo quello di stare a casa. Queste affermazioni giungono proprio da alcuni miei parenti che lavorano in strutture pubbliche e statali. Oggi  la storia finisce così, ma quale sarà il suo proseguo? Forse un giorno troverò la  mia lettera pubblicata su un libro di storia…e spero di leggerla con un lieto fine. Con questa semplice lettera ho espresso apertamente  le mie considerazioni  e i miei pensieri del momento, sono certa che non tutti condivideranno questi  concetti, ma questa è la verità; è  ciò che  sto vivendo io in questo tragico periodo, ma ringrazio sin d’ora  chi la leggerà.