//Viaggio nella storia

Viaggio nella storia

di | 2018-11-19T10:37:53+01:00 18-11-2018 20:13|Alboscuole|0 Commenti
di Diana Martina, Gianluigi Aguglia, Rebecca Giannone, Giulia De Filippi, Maddalena Moschettini – La visita al Museo ebraico,  compiuta dagli alunni della classe 3G il giorno 14 novembre scorso, è stata oggetto di grande interesse storico – culturale. Palazzo Taurino, sede del Museo, sorge nell’antico quartiere della Giudecca o Quartiere ebraico,  sul luogo dove un tempo si ergeva la Sinagoga. Le sinagoghe medievali, chiamate “Scola”, erano costruite secondo criteri diversi a seconda dei luoghi in cui sorgevano. Tutte, però, erano orientate verso Gerusalemme e in prossimità di corsi o sorgenti d’acqua per facilitare i riti di abluzione, ovvero bagni di purificazione spirituale che consistevano nell’immersione totale della persona in acqua. E’ sorprendente come tutte le presenze ebraiche siano state nascoste, come se le si volesse cancellare  dalla storia della nostra città. Infatti, mentre la Lecce barocca è nota a tutti, quest’altra parte del ricchissimo centro storico è stata per lungo tempo dimenticata. Il Quartiere ebraico di Lecce è situato fra la chiesa di Santa Croce e i palazzi nobiliari circostanti. Percorrendo le stradine al suo interno è facile imbattersi in abitazioni antiche, in cui sono state rinvenute testimonianze della presenza della comunità ebraica nella nostra città. Nello splendido palazzo Adorno, ad esempio, è stata ritrovata un’epigrafe, spostata nel 1495 su cui è incisa una frase tratta dalla “Torah”: “Non è questa la casa di Dio?”. Continuando il percorso si giunge alla Chiesa Greca, situata in una piccolissima piazza, su cui si affacciano palazzi antichi candidamente abbelliti da piante e fiori; ci si sposta poi in via della Sinagoga per ritornare nuovamente a palazzo Taurino. Superando la volta a botte dell’ingresso del Palazzo, sembra quasi di entrare in una macchina del tempo, contenente i resti di quel difficile momento storico.  Il museo è dotato di uno spazio dedicato all’esposizione dei più significativi abiti ebraici. Per esempio si può trovare il “Tallit”, copricapo indossato dagli uomini, al quale è collegata una corda con cinque nodi che venivano toccati durante il momento della preghiera mattutina o lo “Yad”, un bastoncino di ferro a forma di mano che serviva per sfogliare la Torah. Percorrendo le sale del Museo, si possono notare alcune delle vasche di abluzione chiamateMikveh”. Si dice che in origine esse fossero sette, mentre ora sono visibili solamente sei. Le prime quattro si trovano nella  prima sala, altre due sono collocate in fondo all’ultima e pare prendessero l’acqua dal fiume Idume, che arriva fino a San Cataldo. La vicinanza al fiume era di fondamentale importanza per l’utilizzo delle vasche, poiché esso permetteva di riempirle comodamente. Al di sopra di una di esse è possibile inoltre notare un camino dal quale sembra scendesse acqua piovana, le cui tracce sono ancora visibili sulle pareti. Ritornando nelle sale del Palazzo, è possibile ammirare una mostra di artisti contemporanei particolarmente attenti alla cultura ebraica, mentre un’ultima sala è dedicata alla proiezione di documentari come quello del 2015 sul ritorno a Santa Maria di Leuca di alcuni figli di sopravvissuti alla Shoah, nati nell’ospedale della  piccola cittadina e sul loro incontro con anziani del posto che avevano aiutato i loro genitori donandogli abiti da sposa o cibo. Nel cortile esterno del Museo, si trova un elemento molto interessante. E’ un’ impronta che raffigura la “Mezuzah” che gli ebrei avevano in tutte le case. Si tratta di una pergamena su cui sono scritti i passi della “Torah”. Sempre nell’atrio è possibile ammirare una colonna sul cui capitello è raffigurato il volto di San Francesco di Paola, lo stesso che si trova sul capitello di una colonna all’interno di Palazzo Adorno. La visita al  Museo ebraico è stata un’esperienza unica che ci ha permesso di scoprire un pezzo di storia nascosto e purtroppo spesso dimenticato.  Ci ha fatto capire come il Salento è stato da sempre la porta del Mediterraneo dove i popoli perseguitati hanno trovato rifugio; ci ha fatto inoltre riflettere su quanto il popolo salentino sia stato attento ai problemi della popolazione ebraica, da sempre oggetto di persecuzione.