//UN ANNO NEL NEW HAMPSHIRE

UN ANNO NEL NEW HAMPSHIRE

di | 2019-07-01T17:48:42+02:00 1-7-2019 17:48|Alboscuole|0 Commenti
Ciao, mi chiamo Emma Pidello e per chi non mi conoscesse, sono di Sordevolo ed ho frequentato i primi tre anni di superiori al Liceo Linguistico G. & Q. Sella, per poi decidere di trascorrere il quarto anno all’estero e precisamente negli Stati Uniti. Più fattori mi hanno spinto a decidere di intraprendere un’esperienza simile e di certo la motivazione che sempre uso per giustificare la mia scelta è la mia aspirazione a imparare bene la lingua inglese. In aggiunta a ciò direi che anche la voglia e necessità di cambiare aria, di viaggiare e di scoprire cose completamente nuove hanno influito. Dunque, dopo un’estate agitatissima e piena di nervosismo, sono partita il 19 Agosto 2018 e, dopo una breve visita a New York, sono finalmente giunta in quella che sarebbe stata la mia casa per parecchi mesi. Qui negli Stati Uniti vivo in un piccolo ed isolato comune chiamato Sanbornton, in New Hampshire. Il New Hampshire è un piccolo Stato situato nel cosiddetto New England, negli Stati Uniti nord-orientali ed è essenzialmente caratterizzato da boschi, laghi, boschi e ancora boschi. Vivo in una tipica “farm” americana, in una casa molto grande circondata da terreni, boschi e piccole stradine sterrate. Il primo impatto con l’ambiente e’ stato un po’ brusco in quanto l’isolamento del luogo mi ha sconfortato parecchio… essendo abituata ad uscire molto ed ad avere tanti vicini di casa, il trovarsi pressoché in mezzo al nulla è stato un bel cambiamento. Nonostante ciò, mi sono affezionata presto sia alla mia nuova e bellissima casa, sia alla mia nuova famiglia, nel mio caso composta da una coppia di sessantenni super energici ed accoglienti, due border collies divertentissimi e innumerevoli pecore ed agnellini. Ah, quasi dimenticavo, si è in seguito aggiunta alla compagnia un’altra exchange student belga, Aline, che ho presto iniziato a considerare come una seconda sorella (sorella reale, se stai leggendo, si, sei meglio tu). Anche la scuola ha rappresentato per me una fonte di enormi cambiamenti: materie inimmaginabili, computer al posto dei libri e giuramenti alla bandiera giornalieri…. Insomma mi ci è voluto un po’ ad abituarmi. Per il primo semestre ho essenzialmente seguito cinque materie: storia americana, letteratura (se così si può definire) inglese, scienze della terra e dello spazio, psicologia e… ultima ma non meno strana… floricoltura, che tengo a SCONSIGLIARE a chiunque stia considerando l’idea di studiare negli Stati Uniti e di optare per le materie più strane possibili… In ogni caso, ciò che ha davvero reso il primo semestre divertente è stato lo sport, che, come ho presto scoperto, è parte integrante dell’istruzione e partecipazione degli studenti a scuola. Lo sport che ho scelto di praticare (sì, di spontanea volontà) è stato ciò che gli americani chiamano soccer. Se vi state chiedendo come e’ andata, beh di certo ho scoperto qualcosa per cui decisamente non sono portata, dato che le volte in cui sono stata scaraventata a terra superano di gran lunga quelle in cui ho fatto un passaggio decente… Nonostante ciò, non rimpiango di aver scelto di giocare a calcio perché è decisamente stata un’esperienza divertentissima, che mi ha permesso di avere un assaggio della cultura sportiva americana e di stringere amicizie. Col passare dei mesi ho iniziato ad abituarmi sempre di più alle strane abitudini degli americani e se c’e’ una cosa che ho imparato e che mi rimarrà impressa è il loro orgoglio per la patria, l’importanza che danno allo sport e i discutibili gusti culinari (ancora oggi non mi sono stancata di farglielo notare da brava italiana). Ho anche notato una grande differenza riguardo al loro modo di interagire l’uno con l’altro, che inizialmente ho definito “freddo” o “distaccato” ma che col passare del tempo ha iniziato a diventare normale anche per me. In ogni caso, dopo la stagione di soccer ci sono stati molti cambiamenti, ho iniziato a praticare cheerleading (non ho potuto resistere) ed ho cambiato materie. Per il secondo semestre ho infatti deciso di seguire spagnolo, algebra, public speaking e weight training, che sono le materie che sto “studiando” tuttora. La mia vita qua è quindi stata principalmente un’alternarsi fra sport, scuola e famiglia e la mia nuova routine mi ha trasportato attraverso i mesi e mi ha accompagnata durante il freddissimo e lunghissimo periodo invernale, in cui ho avuto il piacere di sperimentare temperature del tutto estreme. Fra sciate e laghi ghiacciati sono sopravvissuta e sono finalmente in attesa della primavera, anche se so che ciò significherà l’avvicinarsi della mia rimpatriata. Ho anche avuto la possibilità di viaggiare molto e mi sento davvero fortunata perché ciò mi ha permesso di visitare luoghi davvero meravigliosi e che mi rimarranno per sempre impressi. Uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più in assoluto è stato però incontrare e stringere amicizia con gli altri exchange students che vivono nella mia zona. Assieme siamo andati in montagna, abbiamo pattinato sul ghiaccio, visto partite di baseball e organizzato feste. Mi è stato davvero di aiuto poter parlare e scambiare esperienze ed opinioni con gente nella mia stessa situazione e se non altro, d’ora in poi avrò tanti nuovi amici pronti ad ospitarmi in giro per il mondo. In questo momento mi trovo molto vicina alla fase finale dell’esperienza e mi sento di poter affermare che il quadro generale è da considerare positivo, anche se non negherei mai le mille e continue difficoltà che ho affrontato e che ancora mi accolgono a braccia aperte ogni giorno. Stare così a lungo lontano da tutto ciò che hai avuto per tutta la vita è più difficile di quello che sembri, o almeno lo è stato per me. Nonostante ciò, non rimpiango un istante di tutto ciò che ho vissuto perché mi ha permesso di capire che sono in grado di vincere tutte le difficoltà e che imparare a cavarsela e a non arrendersi mai è ciò che che mi farà diventare più forte ed indipendente. Detto ciò, spero che ciò che ho scritto possa ispirare qualcun altro a partire e a realizzare qualcosa di pazzo e meraviglioso come è successo a me. Nonostante mi manchi casa mia e il mio paese come non mai, sarei pronta a ripartire altre dieci volte. Emma Pidello