//Troppa plastica!

Troppa plastica!

di | 2023-01-16T07:23:01+01:00 16-1-2023 7:23|Alboscuole|0 Commenti
di Jacopo Molin e Sebastian Tinti, Classe 1^ C. –   Cari lettori e lettrici vorremmo segnalare il problema legato alla dipendenza dalla plastica che attanaglia il mondo in cui viviamo, poiché è un materiale molto inquinante e nello stesso tempo difficile da smaltire. Tutto questo rischia di renderci molto complicato e problematico il prossimo futuro, infatti l’aumento del consumo della plastica avrà gravi ripercussioni sull’ambiente perché essa è molto pericolosa per la vita di tutti gli esseri viventi. Occorre prendere al più presto delle soluzioni per evitare il rischio del ‘punto del non ritorno’. I dati raccolti dall’Istituto Oikos Onlus sono davvero preoccupanti: in tutto il mondo si producono 25 milioni di tonnellate di rifiuti, ogni mese 5 miliardi di buste, e in più ogni giorno 1 milione di bottiglie. A questo si può aggiungere la previsione che ci sia la crescita della produzione della plastica di circa il 70% nei prossimi 30 anni. Dove va a finire la plastica in tutto il mondo? Si contano che ben 14,4 milioni di tonnellate di plastica sono gettate nei nostri mari. Le conseguenze sono letali per gli ambienti marini, infatti tutto ciò causa la riduzione della fauna ittica e la perdita di biodiversità che comporta l’estinzione di intere specie marine con la cancellazione di una serie di pesci necessari a garantire la catena alimentare. Come si sa la speranza è l’ultima a morire e così si spera di non finire sommersi dalla plastica. Tutti i Governi dei Paesi Industrializzati dovranno incominciare a prendere al più presto delle soluzioni affinché la produzione della plastica possa essere soppiantata da altri materiali biodegradabili. In attesa della realizzazione di queste soluzioni cosa si può fare come singoli cittadini nelle nostre città? Per contribuire al “salvataggio” del Pianeta è necessario rispettare delle semplici regole, come ad esempio fare la raccolta differenziata, non gettare i rifiuti in acqua, utilizzare i gli appositi cassonetti che ogni Comune predispone per la raccolta differenziata. Nel mondo del lavoro molte imprese si sono già messe all’opera per trasmettere il messaggio ecologico per avere un futuro più sostenibile. Nella Scuola negli ultimi tempi si sono  incentivati gli incontri con alcune associazioni come ad esempio FAI e WWF per favorire la cultura della difesa dell’ambiente e rafforzare la consapevolezza di un utilizzo minore della plastica ma soprattutto di sviluppare un’adeguata coscienza sulla grave pericolosità del consumo di essa. Per incoraggiare tutto ciò  facciamo un accurato appello con il quale si invitano tutti gli Stati ad incrementare la ricerca di nuovi materiali e di effettuare al più presto una sostituzione della plastica con materiali più compatibili e non letali per sostenere e proteggere l’ambiente dall’inquinamento. Le cause dell’inquinamento ambientale marino mondiale si imputano per l’80% all’uso nei terreni di concimi, pesticidi e altre sostanze chimiche e per il 20% da rifiuti come ad esempio le reti abbandonate dai pescatori e altri rifiuti provenenti dal mare. A Nord dell’Oceano Pacifico si contano due miliardi di pezzi di plastica. La pericolosità di questi oggetti nei mari è causata dalla lenta decomposizione della plastica e per alcuni oggetti ci può volere addirittura dai 10 ai 30 anni di tempo. Anche se le micro-plastiche dovessero essere quasi del tutto decomposte purtroppo sono letali per i pesci che si nutrono di piccoli organismi come il plancton che purtroppo viene scambiato con le piccole parti di plastica decomposta, ciò vuol dire che continuando ad inquinare i mari c’è l’alto rischio di trovare proprio delle piccole quantità di esse nel pesce che noi consumiamo. E’ necessario perciò trovare quanto prima un sostituto della plastica non soltanto per l’inquinamento marino ma anche perché essa è davvero dannosa per la salute  dei pesci e dell’uomo!