//Santa Rosalia

Santa Rosalia

di | 2018-07-11T15:52:17+02:00 11-7-2018 15:46|Alboscuole|0 Commenti
Viva, viva Rosalia ca lunfernu fa trimari e Luciferu cu tia nun ci potti cuntrastari. Ricorre così il melodico ritornello dedicato alla Santuzza. Per tre secoli Palermo non ha dimenticato di festeggiare la vergine che la liberò dai mali della peste e ancora oggi, in ricordo di quella liberazione, si intonano i canti della tradizione popolare che celebrano, di S. Rosalia, non solo i natali ma anche la sua vita da eremita sulla cima del Monte Pellegrino e la scoperta delle sue ossa, da parte di un cacciatore guidato dallo spirito stesso di lei, cinque secoli dopo la sua morte, nell’anno in cui a Palermo dilagava la terribile pestilenza. Secondo la leggenda, il morbo scomparve dopo che quelle ossa furono condotte in città. Questo, in breve, raccontano i testi e i canti legati al culto della Santuzza eseguiti dai gruppi di orchestrali che accompagnano i giorni di festa. Il momento della festa di luglio maggiormente condiviso dalla comunità è quello dedicato al giro cittadino del carro trionfale, che viene tradizionalmente costruito molte settimane prima del festino. Il culto della Santa è, ancora oggi a Palermo, un momento di collaborazione tra artisti, studiosi, religiosi e laici, condiviso durante le manifestazioni e gli spettacoli previsti fino alla prima metà di luglio. Quest’anno ricorre il 394° festino della Santa protettrice di Palermo. Recentemente la statua della Santuzza è stata affiancata da quella di San Benedetto il Moro; la statua del Moro è, così, tornata al santuario di Monte Pellegrino dopo tre secoli: san Benedetto è il compatrono di Palermo e il suo simulacro è stato donato alla città dal comune di San Fratello, il paese dei Nebrodi dove nacque il Moro.