//    PAURA VIRALE

    PAURA VIRALE

di | 2020-03-03T08:59:31+01:00 3-3-2020 8:59|Alboscuole|0 Commenti
             — di Vittoria De Nicola della III B–   Con l’avvento del nuovo anno la Cina si è ritrovata a fronteggiare una nuova emergenza sanitaria, quella che sembrava una semplice influenza si è rivelata essere qualcosa di molto più grave: stiamo parlando infatti di un virus, il COVID19. E’ un nuovo virus che appartiene alla famiglia dei CoronaVirus , come la SARS e la MERS che nei decenni passati hanno provocato epidemie molto gravi in tutto il mondo. La trasmissione avviene, proprio come nell’influenza, tramite le goccioline di saliva che si sprigionano con i colpi di tosse e gli starnuti. E’ un virus ad alto contagio. Si manifesta negli individui infetti con febbre alta e faringo-tracheite di grado medio severo ed è responsabile di polmonite fino ad insufficienza respiratoria in pazienti con difese immunitarie compromesse o con altri tipi di malattie croniche. Purtroppo, nel 2% dei casi, porta all’exitus. Fino a qualche mese fa il COVID19 era ritenuto responsabile solo di una zoonosi che si trasmetteva esclusivamente fra gli animali, soprattutto selvatici, come pipistrelli e rettili.  Ma, nell’ultimo periodo, una mutazione genetica ha permesso al virus di fare un salto di specie e a trasmettersi quindi da animale ad uomo e poi da uomo a uomo. Il virus è nato in Cina, dove da sempre per cultura mangiano animali selvatici crudi che vengono venduti in mercati ,dove anche le regole basilari dell’igiene vengono ignorate. Il focolaio è nella città di Wuhan, città di 11 milioni di abitanti che, nel giro di poche ore, è stata isolata completamente dal resto della Cina in modo da contenere il contagio di massa. La quarantena, infatti, è oggi come nel passato l’unica misura di prevenzione capace di limitare la diffusione di una malattia virale di cui oggi non si dispone di un vaccino.  Dalla Cina il coronavirus si è diffuso velocemente in quasi tutti i paesi del mondo, ciò a dimostrazione che, rispetto al passato, i nostri continui spostamenti (con mezzi di trasporto sempre più veloci ed efficienti) ne favoriscono la trasmissione. I morti attualmente sono quasi 3000 e i contagiati circa 9000, di cui il 90% in Cina. I casi aumentano a dismisura ogni giorno ma, fortunatamente, ci sono state anche moltissime guarigione. Quest’ultimo elemento, può aiutare nella ricerca del vaccino poiché, chi guarisce, sviluppa gli anticorpi necessari per distruggere il virus. In Italia il virus è arrivato fra il 21 ed il 22 Febbraio in Lombardia,in provincia di Lodi dove, nel giro di poche ore, sono stati messi in quarantena 11 comuni. Attualmente in Italia i contagi superano i 1000  e i morti sono più di 30; il virus ha colpito la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia Romagna, il Veneto; alcuni casi sono stati registrati anche in Campania, in Sicilia, Puglia ma si tratta comunque di persone provenienti dai “focolai” lombardi.   Il genoma del COVID19 è stato sequenziato quasi contemporaneamente dagli scienziati cinesi e dalle ricercatrici italiane dell’ospedale Spallanzani di Roma.  Nei giorni successivi gli scienziati del gruppo dell’ospedale Sacco di Milano hanno capito che il ceppo italiano isolato dai pazienti infetti del focolaio lombardo è diverso da quello del focolaio cinese: il virus ” italiano ” si presenta meno virulento, ” addomesticato” come dicono gli scienziati.  I virus infatti sono parassiti endocellulari obbligati, cioè parassiti che per continuare a vivere hanno bisogno di infettare le cellule di altri organismi, poiché non dispongono di un metabolismo autonomo. Dunque se muore l’organismo che ospita il virus, muore anche il virus stesso. E’ per questo motivo che  il COVID19 si sta trasformando, si sta “umanizzando”e la mortalità si sta riducendo  a quella di una normale influenza. In attesa di vaccini e di cure specifiche l’unico modo per limitare l’epidemia, resta la prevenzione: – Isolare in quarantena tutti i potenziali contagiati, coloro cioè che hanno avuto contatto con persone infette. – Lavarsi spesso le mani. – Disinfettare le aree dove hanno alloggiato persone contagiate. – Evitare i luoghi affollati. – In caso di sintomi sospetti evitare i pronto soccorso e chiamare i numeri indicati dalle autorità competenti. La così rapida contagiosità di questo virus ha portato al più grande problema degli ultimi mesi: la paura. Già dai primi giorni sono nate grandi ansie riguardo quest’epidemia, ansie che sono state alimentate dai  social-media e dalle immagini che questi trasmettevano. La paura è riuscita a trasmettersi anche più rapidamente del virus stesso, causando preoccupazioni inutili e la nascita di fake news che continuano a imperversare nel web, tant’è che le autorità competenti hanno raccomandato di affidarsi esclusivamente alle disposizioni del Ministero della Sanità.                                                                                                                                   In questo clima di tensione, ci sono stati numerosi episodi di razzismo nei confronti dei cinesi, anche verso coloro che sono residenti in Italia da sempre. Va inoltre sottolineato le ripercussioni negative che questa pandemia ha avuto sull’ economia mondiale. Il COVID19 ha bloccato aziende, congressi, attività commerciali, aeroporti , il turismo, determinando il crollo delle borse mondiali. Sulla base delle esperienze passate gli scienziati sperano che il virus, dopo il picco massimo, cominci ad attenuarsi . In tal modo, divenuto più debole, potrà essere debellato oppure  si attenderà la sua estinzione. E’ importante inoltre ricordare che molti scienziati stanno duramente lavorando alla preparazione di un vaccino che, però, richiederà almeno un anno. Nel frattempo non ci resta che continuare la nostra vita, sforzandoci di rientrare tutti nella più completa normalità, con attenzione certo, ma senza troppi allarmismi e soprattutto senza alimentare paure inutili, confidando nelle istituzioni e nella scienza. I corsi e ricorsi storici ci insegnano che eventi come questi si sono presentati in passato e si ripeteranno in futuro. Bisogna non spaventarsi, ma essere organizzati come società ad affrontarli al meglio grazie alla ricerca scientifica.