//“Pablito” Rossi, Eroe-Campione del ‘Mundial 1982’ ci ha lasciato a soli 64 anni di età.

“Pablito” Rossi, Eroe-Campione del ‘Mundial 1982’ ci ha lasciato a soli 64 anni di età.

di | 2020-12-13T18:03:17+01:00 13-12-2020 9:38|Alboscuole|0 Commenti
di Michelangelo Suma Classe 2^ AE. –  E’ difficile parlare di calcio in questo periodo di pandemia, ma è l’ennesima notizia triste di un anno purtroppo tutto da dimenticare. Paolo Rossi, Campione del Mondo con la Nazionale Italiana nel 1982, è morto la notte tra il 9 e 10 dicembre per un tumore ai polmoni a soli 64 anni. La sua carriera, piena di soddisfazioni, ma anche di momenti difficili, come la squalifica per calcioscommesse del 1980, lo ha portato a vincere oltre al Mondiale il Pallone d’Oro del 1982. E’ ancora oggi il miglior marcatore della Nazionale ai Mondiali con 9 gol. Nato a Prato nel 1956 mosse i suoi primi passi nel calcio nelle giovanili della Juventus. Ai dirigenti dell’allora squadra bianconera però non sembrò utile puntare sul ragazzo e lo mandarono prima al ‘Como’ e poi al ‘Lanerossi Vicenza’ dove esplose realizzando 66 gol in tre anni che valsero alla squadra vicentina il secondo posto nel campionato 77/78 e la sua convocazione ai Mondiali del 1978 dove realizzò tre reti. Dopo la retrocessione con il ‘Vicenza’ fu ceduto al ‘Perugia’ dove realizzò 14 reti prima della sua squalifica per calcioscommesse che coinvolse grandi campioni come: Albertosi e Bruno Giordano. Per quella vicenda Paolo Rossi venne squalificato per 2 anni, ma il C.T della Nazionale Enzo Bearzot riuscì comunque a portarlo al Mondiale del 1982 che si svolse in terra di Spagna, contro il parere dei tifosi, che volevano il bomber Pruzzo al suo posto. Nelle prime tre partite Rossi non brillò, così come tutta la Nazionale. La fase di qualificazione a gironi, disputata con molta fatica e con un calcio giocato in maniera dubbia, suscitò molte perplessità e critiche a quella spedizione azzurra che però riuscì a qualificarsi alla fase successiva. Durante le giornate che precedettero la fase successiva ci furono molte polemiche per quanto era stato espresso in campo sia dalla squadra che per gli schemi di gioco del C.T. La situazione che si era creata spinse l’allora quarantenne capitano Zoff a dichiarare che per il proseguo del Campionato Mondiale la squadra non avrebbe più risposto a domande e interviste. Quel silenzio-stampa ebbe degli effetti molto positivi per tutta la squadra e fu proprio contro il Brasile di Zigo che si sbloccò vincendo per 3 a 2 ed entrando negli annali del Calcio Mondiale. La Nazionale di Bearzot da lì in poi fu inarrestabile vincendo contro l’Argentina di Maradona poi contro la Polonia e segnò 3 gol in finale contro la Germania Ovest  vincendo il terzo Mondiale dopo i 2 precedenti conquistati nel lontano  1934 e 1938 sotto la guida del C.T. Pozzo. Paolo Rossi nel Mondiale del 1982 segnò in totale 6 gol diventando ‘il capocannoniere‘ meritandosi l’appellativo “Pablito“. A quella fantastica vittoria, che all’inizio non era auspicabile, seguirono in Italia nella nottata e nei giorni successivi molti festeggiamenti che per i calciatori erano già cominciati sull’aereo presidenziale, durante il viaggio di rientro in Italia, dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini che era accorso a Madrid per tifare ‘Italia’ in tribuna accanto al Re di Spagna Juan Carlos ed esultando ad ogni gol italiano. E’ rimasta anche negli annali calcistici la partita a scopone scientifico giocata proprio in aereo tra il Presidente Pertini, Zoff, Bearzot e Causio accanto alla Coppa del Mondo che veniva portata in Italia dopo molti anni. Dopo quella fantastica competizione “Pablito” non fece più la stessa quantità di gol passando prima alla Juventus, poi al Milan, e chiudendo la carriera al Verona. Dopo Anastasi, Mario Corso, Gigi Simoni e Diego Armando Maradona ci ha lasciato un’altra leggenda del calcio Italiano, ma tutti i ragazzi che erano lì in quell’entusiasmante estate del 1982 si ricorderanno sempre delle grandi giocate di “Pablito”. I suoi sentiti funerali si sono tenuti il 12 dicembre presso il Duomo di Vicenza, come lui in precedenza aveva espressamente deciso. I suoi compagni-Campioni del Mondo hanno portato a spalla il feretro e Antonio Cabrini ha pronunciato il discorso di addio insieme a commozione e  molte lacrime  manifestate da tutti i presenti.