//La festa della Madonna di maggio: una storia bicentenaria

La festa della Madonna di maggio: una storia bicentenaria

di | 2018-07-18T11:38:06+02:00 18-7-2018 10:10|Alboscuole|0 Commenti
di ALESSIA BIANCINI (I^ AU) – Sant’Oreste è un piccolo paese al nord di Roma. Oltre ad essere “la casa” della riserva naturale del Monte Soratte (monte su cui sorge il paese) e del museo storico del Bunker voluto da Mussolini durante la seconda guerra mondiale, Sant’Oreste ha anche una festa o meglio una tradizione, parte fondamentale della sua storia: la festa della Madonna di maggio. Nel 2014 questa festa ha compiuto il suo bicentenario e per l’occasione sono stati costruiti un nuovo arco e un monumento che ripercorre la nascita, il centenario e il bicentenario della festa. Inoltre è stato cambiato il colore simbolo della celebrazione che attualmente è il celeste. La festa della Madonna di maggio affonda le sue radici nel 1814 e va avanti da 204 anni, quando il sacerdote Don Giuseppe Peligni, a seguito di un voto fatto alla Madonna, venne miracolosamente scarcerato. Allora per rendere grazie a Maria Don Giuseppe le dedicò il mese di maggio.
 
  Da quella data continua la devozione mariana che culmina con la festa a lei dedicata.  Durante il mese in tutto il paese sono in atto i preparativi per il giorno tanto atteso che capita sempre l’ultima domenica del mese; durante questa festa le strade del paese sono addobbate di luci, fiori, archi e stendardi dei vari “quartieri” del paese.

Nell’ultima domenica di maggio a Sant’Oreste arrivano persone da ogni dove in attesa del vero festeggiamento che ha inizio al calar del sole; infatti poco dopo cena per le vie addobbate ha luogo la processione, simbolo della festa, in onore della Madonna delle Grazie, la cui statua, viene condotta per le vie dagli uomini del comitato della festa, che indossa una sorta di tunica bianca con un piccolo mantello celeste.  La processione arriva nella piazza, ubicata alle porte del paese, per poi tornare nella chiesa di San Lorenzo. Quando arriva in piazza parte lo spettacolo pirotecnico, mentre il Monte Soratte sembra bruciare come una fiaccola nella notte.

Alessia Biancini, I^ AU – I.I.S. da Catino