//LA BANCA ETICA a SCUOLA

LA BANCA ETICA a SCUOLA

di | 2019-03-29T14:05:10+01:00 29-3-2019 14:05|Alboscuole|0 Commenti
di Giuliana Guarnieri 4F – Il 21 febbraio  nell’Aula Magna del nostro istituto si è svolto l’incontro con due rappresentanti della Banca Etica allo scopo di riflettere sull’uso responsabile del denaro e di approfondire l’esistenza di una finanza etica. L’incontro è iniziato con un quiz per valutare quanto noi studenti conoscessimo la finanza in generale e la finanza etica. Il quiz è servito per introdurre l’argomento con delle definizioni come finanza etica (gestione dl denaro per processi economici sostenibili), misurazione d’impatto (cambiamento che si può produrre sulla collettività), banche armate (banche che finanziano aziende di armamenti), fondi ESG (fondi con focus su ambiente, collettività e governance), consumo critico (scelta consapevole su prodotti che posseggono determinati requisiti di qualità differenti da quelli comunemente riconosciuti dal consumatore medio), greenwashing (comunicazione finalizzata a creare un’immagine positiva del proprio brand). Quasi tutti, quando investiamo, vogliamo solo sapere quanto potremmo guadagnare, ma non ci interessa dove vengono investiti i nostri soldi. Con un video ci è stato spiegato che alcune banche tradizionali, attraverso il segreto bancario, “nascondono” i loro investimenti in attività di commercio o produzione di armi, attività che sfruttano il lavoro minorile o in compagnie che operano in Paesi dove gli standard ambientali sono meno severi, con altri investimenti per renderli meno evidenti e profittevoli. Banca etica invece opera per la pace, la giustizia e la democrazia e per questo ha deciso di investire in iniziative e progetti per il bene comune e soprattutto opera con trasparenza. Con il risparmio raccolto, finanzia organizzazioni che operano in quattro settori specifici: cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e tutela ambientale. Esclude perciò settori come il petrolifero, finanziario, gioco d’azzardo, forniture di armi, tabacco, energia nucleare, combustibili fossili. La Banca Etica italiana nasce negli anni ‘90 come cooperativa per volontà di tante associazioni come Manitese, Emmaus, Gruppo Abele, Commercio Equo e Solidale, Aiab, Cisi, Cgm, Arci Mag2 Finance e tante altre. Con il tempo e con il sostegno di molte persone, riesce a espandersi e ad aprire  filiali in tutto il territorio italiano oltre alla sede centrale di Padova. Oggi conta 17 sportelli, a breve 18 con l’apertura di una filiale a Verona. In tutto il mondo operano 54 banche etiche le quali chiedono una riforma del sistema finanziario attuale, proponendo le soluzioni più adeguate a sostenere lo sviluppo sostenibile, puntando sui cittadini come cardine dell’economia, arginando la finanza speculativa e le transazioni ultraveloci. Hanno un obiettivo politico, cioè quello di considerare l’umanità una famiglia e il pianeta un bene comune che va rispettato, collegandosi all’economia del benessere in cui si cercano le soluzioni che tendono ad una situazione di ottimo sociale. Un sistema finanziario sostenibile deve chiedersi come dare credito ai più deboli, garantendo trasparenza, diritti umani e partecipazione. Banca etica è quindi diversa per la propria trasparenza, per le attività che finanzia e per il principio d’impatto perchè affianca all’istruttoria economica quella socio-ambientale. Esistono anche forme d’investimento etico comune, in cui la società di gestione del risparmio investe in titoli di aziende o Stati caratterizzati da un elevato principio di responsabilità sociale e ambientale (PRI). Banca etica ha inoltre istituito un fondo per progetti di microcredito, svolge attività di azionario attivo per sensibilizzare il cliente su tematiche socio-ambientali e offre attività di consulenza. Le banche etiche, infine, hanno registrato una crescita considerevole, segno che la finanza etica è stata scoperta da un numero sempre maggiore di persone, in particolare in un periodo caratterizzato da gravi incertezze nel mercato bancario e finanziario europeo. L’iniziativa di cambiare il modo di pensare e passare a un’ideale più green del cittadino deve essere non solo l’investimento in titoli della finanza verde, ma anche nella vita di tutti i giorni, facendo consumi critici e consapevoli preferendo imprese che attuano strategie di greenwashing e non seguendo solo la moda .