//Intervista a Paolo Poggi: “Come si diventa calciatore?”.

Intervista a Paolo Poggi: “Come si diventa calciatore?”.

di | 2023-04-16T09:36:20+02:00 16-4-2023 9:36|Alboscuole|0 Commenti
di Giovanni Malvestio, Classe 1^ A. – Per chi non ricordasse l’ex calciatore Paolo Poggi ecco la sua biografia. E’ nato a Venezia il 16/2/1971, e più precisamente a Sant’Elena a due passi dallo Stadio Pier Luigi Penzo. Ha esordito fra i professionisti nel Venezia nel 1989 in Serie C1. Nell’estate del 1992 passò al Torino con cui giocò la prima partita in Serie A e con il quale vinse una Coppa Italia nella stagione 1992/93. Nell’arco della sua carriera di giocatore ha militato nel Venezia (dove ritornò per tre volte e dove chiuse la carriera), nel Torino, nell’Udinese (con cui ottenne una storica qualificazione in Coppa U.E.F.A e un terzo posto nel Campionato Italiano), nella Roma, nel Bari, nel Piacenza, nell’Ancona e nel Mantova. Da professionista, ha disputato in totale 616 partite e realizzato ben 131 reti. Ha detenuto per 19 anni il record del gol più veloce del Campionato Italiano realizzato in soli 8 secondi, che è stato recentemente battuto da quello messo a segno da Leao con 6 secondi: a questo link si possono vedere entrambi i gol: https://www.youtube.com/watch?v=bUmtPWqFgfQ. Nel 1997 diventò particolarmente famoso in tutta l’Italia perché la sua figurina, assieme a quella di Volpi, suo compagno nel Piacenza, di una raccolta concorrente alla Panini è praticamente introvabile e per tale motivo i collezionisti di allora denunciarono la ditta che aveva stampato quelle figurine. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, ha aperto una Scuola Calcio presso il Lido di Venezia ed ha anche intrapreso la carriera da Dirigente. Ha lavorato per il Mantova e l’Udinese con incarichi diversi. Nel 2016 ritornò al Venezia come responsabile dei progetti internazionali e nel 2020 è stato nominato responsabile dell’area tecnica. Nel 2020-21 assieme al collega e amico Mattia Collauto (Direttore Sportivo) è stato fra gli artefici di una magnifica stagione che regalò ai veneziani il ritorno in Serie A dopo 19 anni dall’ultima apparizione. Nel 2022 si è dimesso dal suo incarico nel Venezia ed è tornato ad insegnare il calcio nella sua Scuola Calcio Venezia Nettuno Lido. Paolo Poggi mi ha gentilmente concesso un’intervista per i lettori e le lettrici della nostra testata del giornalino scolastico ‘Foscarini News’, rispondendo alle mie domande con disponibilità e generosità. 1^ . Com’è nata la tua passione per il Calcio?. – Allora la passione per il calcio è stata favorita sicuramente dal posto in cui sono nato, l’isola di Sant’Elena che mi permetteva e ci permetteva, assieme ai miei amici, di giocare a calcio all’aperto ad ogni ora del giorno. 2^.  Quale squadra tifavi da piccolo?. – Ho sempre fatto il tifo per il Milan però naturalmente c’è una bella parte di cuore che tifa per il Venezia. 3^. Qual è la prima partita che hai visto allo stadio e che emozioni hai provato?. – La prima partita a cui ho assistito e di cui ho memoria è un Udinese-Milan allo Stadio di Udine, una partita anche abbastanza fiacca perché è finita 0 a 0 però l’emozione che ho provato è stata proprio quella di un regalo enorme e mi ha dato la sensazione che quello fosse il mio posto. 4^. Quando andavi alle Scuole Medie, qual era la tua giornata tipo?. – La giornata tipo delle Scuole Medie era un po’ più facile rispetto a quelle che passano i ragazzi delle Scuole Medie di adesso, perché diciamo che la parte della Scuola era molto più breve cioè solo alla mattina, per cui alla mattina andavo a scuola – esclusi i giorni in cui avevo allenamento che una volta erano solo due – tutti gli altri giorni andavamo in campo a Sant’Elena e le partite non finivano mai; dopodiché si tornava a casa solo alla sera per cenare e spesso dovevano anche venirci a chiamare. 5^. Come facevi a conciliare gli impegni scolastici con gli allenamenti e le partite?. –  Gli impegni scolastici, soprattutto quando sono cresciuto, non alle Medie, ma sicuramente alle Superiori, cominciavano a diventare difficili da combinare gli allenamenti con le partite, infatti quelli sportivi erano molti di più, per cui ho avuto grandi difficoltà a conciliarli con quelli scolastici. 6^. In che squadra hai esordito e a che età?. – Beh non potrò mai dimenticare il mio esordio che è avvenuto nel Venezia all’età di 18 anni. 7^. In quale squadra ti sei trovato meglio e in quale hai fatto la tua migliore stagione?. – La mia squadra preferita da professionista che è anche quella in cui mi sono trovato meglio è stata l’Udinese. Le mie stagioni migliori sono state quelle 1996/97 1997/98. 8^. Qual è il gol che ti è rimasto nel cuore?. –  Il mio gol preferito l’ho fatto quando giocavo nell’Udinese, un gol a Roma, contro la Roma, il gol dell’1 a 0. Qui il link per vederlo: https://www.youtube.com/watch?v=a7hdUOwkIMc. È il mio preferito perché ha dato il via ad una vittoria che ci ha permesso di ottenere la prima qualificazione in Coppa UEFA (attuale Europa League) della storia dell’Udinese. 9^. A quale giocatore ti sei ispirato?. – Quando ero più piccolo e anche quando ho cominciato a giocare mi ispiravo a Marco Van Basten per la sua eleganza. 10^. Qual è il gol di un altro calciatore che ti è rimasto nel cuore?. – Il gol che ricordo di un altro calciatore è sicuramente il gol di Van Basten alla finale del Campionato Europeo del 1988, se non sbaglio, nella finale: Olanda-Russia. Qui il link per vederlo: https://www.youtube.com/watch?v=u6kzVIdD1Po. 11^. C’è una sconfitta che ancora ti brucia?. Non c’è una partita che ho perso che mi brucia, mi brucia molto una partita che ho vinto in Coppa UEFA ma che, a causa del risultato, non ci ha dato la possibilità di qualificarci alla fase successiva: giocavamo contro l’Ajax e avevamo perso la gara di andata in Olanda per un 1 a 0; nella partita di ritorno invece stavamo vincendo 2 a 0, ma a pochi minuti dalla fine un calciatore dell’Ajax ha fatto il gol del 2 a 1 e ci ha negato la qualificazione, per cui partita vinta … ma comunque non ci ha permesso di qualificarci, quindi è una non-sconfitta che mi brucia tantissimo … una mancata qualificazione che mi brucia tantissimo ancora adesso. 12^ Come gestisci gli insuccessi?. – Ho cercato sempre di gestire gli insuccessi affidandomi alle persone più vicine, alla famiglia, agli amici, cercando sempre di pensare ad altro, considerando che gli insuccessi sono sempre l’inizio di un percorso per arrivare al successo. 13^ . Come gestivi la tensione pre-gara?. – Il pre-gara lo preparavo personalmente cercando di ridere il più possibile, facendo cose che mi facessero divertire in modo da arrivare rilassato alla gara. 14^. – Nelle squadre professionistiche tra compagni di squadra si è solo colleghi o si diventa anche amici?. – I calciatori sono spesso solo colleghi, ma capitano dei momenti in cui ci si trova in una squadra dove ci sono delle persone con dei valori morali talmente alti che si condividono le cose in maniera diversa e alla fine, vittorie o sconfitte, quando si hanno dei valori si riescono a fare anche tante amicizie. Comunque, ho avuto più colleghi che amici. 15^. Come gestivi il rapporto con un collega che ti stava antipatico?. – La gestione di un compagno antipatico non è molto complicata, basta essere intelligenti e pensare che alla fine dei conti si può sempre aver bisogno di lui, soprattutto in campo e lui avrà bisogno di noi, per cui a prescindere dalla simpatia o antipatia verso i compagni. … Con i compagni bisogna sempre fidarsi ma soprattutto affidarsi a loro perché in un gioco di squadra sono quelli che ti aiutano a raggiungere i successi. 16^ . Quali sono i pro e i contro della professione di calciatore?. –  I pro e i contro del calciatore sono … faccio fatica a trovare i contro, sono tutti pro, perché comunque si fa un lavoro che è un divertimento, che coinvolge tante persone: è bello perché riesci a far felici molte persone. … L’unico contro che ti dico e che posso immaginare: non è bellissimo essere giudicati ogni settimana per le proprie prestazioni. 17^. Che consigli daresti ad un ragazzo delle Scuole Medie che vuole diventare calciatore?. – Ad ogni ragazzo io consiglierei di amare questo sport, di appassionarsi in maniera viscerale e di considerarlo sempre, sempre, sempre fin da piccoli, anche quando si cresce e, anche se si dovesse diventare un calciatore, come un gioco. Per riuscirci bisogna pensare che il calcio è un gioco, vivere ogni giornata di allenamento come lo si vive quando si è bambini; questo è il consiglio che mi sento di dare.