//I Vetri di Murano

I Vetri di Murano

di | 2020-01-10T06:13:19+01:00 10-1-2020 6:13|Alboscuole|0 Commenti
di Luna Fagarazzi Classe 1^ B. –  L’otto dicembre sono stata a Murano con i miei zii e sono andata a visitare due fornaci: una dove si lavorava a lume, ed una dove si lavorava con la canna.  Prima di tutto voglio precisare cosa vuol dire lavorare a lume e lavorare a canna:                                                                                                                              – Il lavoro A LUME: è la lavorazione che viene usata per fare i gioielli, quindi le perle. Si fanno anche murrine (per arrivare poi alle perle). Spiegherò in seguito come si fanno le perle ed il resto. – il Lavoro A CANNA: questa è la lavorazione che tutti conoscono, e che si prevale a tecnologia: dove c’è la fornace (nella lavorazione a lume non si usa), con canna si intende quella dove si soffia, su cui lavora il mastro vetraio. Con questa lavorazione si producono: soprammobili, lampade, vasi, bicchieri, caraffe…   La mia gita a Murano è iniziata quando siamo entrati nella “fornace” di Alessandro, un vetraio che lavora a lume: sull’androne c’era un “museo”: c’erano i vecchi macchinari che si usavano per fare quelle perline piccole pensate: per “impilarle” si usa l’ago perché sono piccolissime!. Quando siamo definitivamente entrati c’erano scaffali e scaffali pieni di perle di tutte le misure, di tutte le forme e di tutti i colori immaginabili! Alessandro ci ha portato nel luogo dove tutte loro nascevano. C’erano anche là scaffali e scaffali pieni di perle di tutte le misure, di tutte le forme e di tutti i colori immaginabili!  Alessandro si è seduto sulla postazione di lavoro e ha creato una perla mostrandoci e spiegandoci tutto il processo: scegli le canne dei colori che si vuole usare, ed inizi a modellarle (solo la punta della canna viene lavorata, e su una fiamma di temperatura altissima). Durante la lavorazione puoi inserirci foglie d’oro o d’argento; in alcune perle vengono infilate entrambe, in altre si inseriscono le murrine  e si ottengono così tutte le combinazioni!  Alla fine la perla la si può: rivestire di vetro cristallo o altro vetro colorato, e dopo ci si da la forma che si vuole con degli stampi ordinati dal vetraio.  È quando si finisce la perla si deve attendere, ci sono due postazioni: una cassetta piena sassi freddi, bianchi e piccoli, o un forno ad alta temperatura. Allora quand’è che si usa uno o si usa l’altro? Il forno si usa per le perle grandi, mentre la cassetta si usa per le perle piccole.  Dopo questo percorso siamo passati al suo negozio: c’erano collane, orecchini, bracciali… Era un paradiso di perle! C’erano due vasi: uno pieno di perline piccolissime e uno di sabbia. Me gli hanno fatti toccare: io ho preso un po’ di sabbia in una mano e nell’altra delle perle, le ho fatte scivolare dalla mano ognuna nel suo vaso: le perle erano così piccole da sembrare sabbia! Alessandro ci ha fatto provare ad impilare le perle per una collana.  Quando siamo usciti siamo andati in un’altra fornace, questa volta a canna, e, a differenza di quella a lume, là faceva caldo insopportabile. Il mastro vetraio stava seduto su una sedia e tutti gli operai gli passavano i boli sulle canne, mi ha fatto provare a soffiare sulla canna con un bolo. E’ stata davvero un’esperienza indimenticabile!