//FESTA DEI NONNI: origine e tradizioni.

FESTA DEI NONNI: origine e tradizioni.

di | 2019-10-27T15:03:45+01:00 27-10-2019 15:03|Alboscuole|0 Commenti
DI: Ester Manno, Ingrid Manno, Valentina Russo Papo La festa dei nonni è celebrata in loro onore per sottolineare l’importanza che essi hanno nella società.Tale ricorrenza non è festeggiata in tutto il mondo nello stesso giorno. In Italia la festa dei nonni è stata istituita come ricorrenza civile per il giorno 2 Ottobre di ogni anno con la legge n.159 del 31 Luglio 2005. Questa data è stata scelta, perchè proprio quel giorno la Chiesa festeggia gli Angeli custodi. Nella tradizione cattolica i patroni dei nonni sono i santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni di Gesù, che vengono celebrati il 26 luglio. La festa dei nonni è stata creata negli Stati Uniti nel 1978 su proposta di Marian McQuade, una casalinga madre di 15 figli e nonna di 40 nipoti. Come ormai da tradizione, ogni anno nella nostra scuola il 2 ottobre prepariamo delle attività da fare insieme ai nostri adorati nonni. Qualche giorno prima abbiamo addobbato l’aula con dei cartelloni contenenti delle foto che ritraevano momenti trascorsi insieme a loro. La giornata è iniziata mostrando ai nonni i cartelloni, loro hanno portato delle foto antiche e ci hanno raccontato la loro storia. Come sempre, dai loro racconti abbiamo imparato molte cose: andare a scuola era un privilegio che avevano in pochi, la maggior parte di loro doveva andare a lavorare per aiutare la famiglia. A quei tempi non esistevano le classi miste: solo maschi o solo femmine. Le ragazze dopo la scuola andavano dalla “mastra sarta” per imparare il mestiere. Spesso capitava che molti ragazzi chiedevano alla mastra di riferire alla ragazza di cui erano innamorati il loro interessamento e a volte, cosa molto curiosa, proprio così nascevano storie d’amore che  si concludevano con il matrimonio. Solo dopo il fidanzamento ufficiale, festeggiato di solito in casa della futura sposa con dolci, vino, liquori, confetti verdi e persino bomboniere, i due ”promessi sposi” potevano uscire insieme e scambiarsi qualche effusione, ma solo in presenza di un nutrito stuolo di parenti. Prima potevano solo guardarsi da lontano. Questo è un aspetto romantico della loro gioventù, ma allora la loro vita  era molto dura e, in alcuni casi, pericolosa. Per racimolare qualche spicciolo, molti di loro raccoglievano vecchi oggetti di ferro risalenti alla seconda guerra mondiale, questi spesso contenevano polvere esplosiva e se maneggiati incautamente esplodevano, provocando morti, amputazioni o perdita della vista. Alcuni giovani andavano a lavorare nelle miniere, tornavano a casa dopo molti giorni di lavoro con pochi soldi e, a volte, durante il ritorno a piedi venivano derubati dai briganti appostati lungo la strada tra Agira e Nicosia. A conclusione di queste tristi storie, un nonno ha suonato e cantato per noi alcune canzoni scritte da lui che parlavano proprio di questi eventi. Durante l’incontro, abbiamo parlato anche dei loro giochi. Un nonno ci ha mostrato i giochi di quei tempi, li ha riprodotti in miniatura apposta per noi e ci ha spiegato come si usavano, oltre ai giochi ci ha portato le sue vecchie pagelle dove, cosa che ci ha molto incuriosito, c’era anche il voto per la calligrafia. I nostri nonni riuscivano a giocare con semplici oggetti che si trasformavano in divertentissimi passatempi: l’arco, lo ”strummulo”, il ”carrozzone” che era una sorta di monopattino dei giorni nostri, la fionda, dei bastoncini di legno usati come birilli, tappi di bottiglia, cerchioni di ruota. Le femmine giocavano con pezzi di stoffa che diventavano bambole, con l’elastico, alla larga… Giochi all’aperto, senza raffreddori, senza malanni, senza telefonini, senza videogiochi, senza merendine, ma pieni di fantasia, di salute, di amicizie, di allegria e, nonostante tutto, di spensieratezza.