//EUROSCHOOL FESTIVAL!!!!!!!!!!!!, di Sara Veroni, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado

EUROSCHOOL FESTIVAL!!!!!!!!!!!!, di Sara Veroni, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado

di | 2019-06-12T15:53:19+02:00 12-6-2019 15:53|Alboscuole|0 Commenti
  Ci sono luoghi che ti rimangono impressi nella mente, non riesci a scordarli. Uno di questi è Bracciano, più precisamente l’aeronautica militare di Vigna di Valle, un luogo che sorge sulle coste del Lago di Bracciano, immerso nel verde della natura. È un luogo magico e ricco di storia: da qui ha avuto inizio il primo volo in Italia. Nel 1908 prese il volo il primo dirigibile militare italiano. È stato il primo Reparto Meteorologico italiano, oggi qui si trova uno dei musei di storia del volo più importanti al mondo.   Siamo arrivati all’aeroporto di Roma-Fiumicino il 16 maggio e, dopo aver recuperato tutte le valigie, ci siamo recati all’Hotel a Ladispoli. La prima cosa che ti passa per la testa è “Come sarà l’albergo…” ve lo spiego io come era, se posso esprimere un giudizio… ho notato polvere dappertutto, perfino sui letti. Questo problema è stato riscontrato da tutti, quindi non è stata una dimenticanza, mah… dettagli, non voglio entrare nei particolari sennò scrivo un libro!   È il giorno dopo, che è iniziata la vera avventura: direzione Braccianoooooooooooooo!!!! Durante il viaggio, i professori ci hanno dato un adesivo di riconoscimento da attaccare o sul telefono o su qualcos’altro, era importante tenerlo visibile.   Tutti aspettavamo questi giorni da mesi ormai, sono arrivati e sono andati via lasciandoci in testa una storia, una piccola parte di noi è rimasta lì, Bracciano quasi ti strega, non vorresti più tornare a casa, biglietto andata senza ritorno (sarebbe stato bello), quasi quasi non puoi più affezionarti ai posti che dopo due giorni li devi lasciare… è più importante condividere che vivere, perciò ho deciso di descrivere i due giorni passati in quel posto all’inizio misterioso, che poi in poco tempo ti diventa familiare, in modo che così rimanga nella mente di chi l’ha vissuto in prima persona e incuriosisca chi non ci è andato attraverso quest’articolo.   17 maggio;   La sveglia urla alle 6:00 del mattino, la colazione è alle 7:30, non dobbiamo fare tardi, ovviamente c’è la lotta per il bagno e per le docce… Partenza: ore 8:30, ma ovviamente il pullman ha fatto più di un’ora di ritardo e quindi, alla fine, siamo arrivati a Bracciano verso le 11:00… ci siamo persi i laboratori…non è giusto!   Va beh, siamo andati a visitare il museo storico dell’Aeronautica Militare, pieno di storia, attrezzature usate durante le due guerre mondiali, ma soprattutto maestose creature (aerei, idrovolanti e dirigibili), per la maggior parte dei miei compagni (corso H) è stato noioso, per me no, è stato interessante. Arriva l’incubo, ma ora che ci penso, mi manca anche tutto ciò: sto parlando del pranzo. Fila interminabile di persone, gente che supera, cori da stadio (neanche definibili cori), per poi avere “cibo” orribile, Terza Guerra Mondiale per trovare un posto libero dove consumare il tuo “pasto”, soffrire mentre lo consumi per non morire di fame. Dai, ci sta.   Dopo pranzo, riposo di un’oretta scarsa e poi siamo andati nell’Hangar dove c’erano spettacoli e dove il giorno dopo ci saremmo dovuti esibire. Ci sono state diverse esibizioni tra ballo e teatro, ma quella che mi ha colpito particolarmente è stata l’esibizione categoria “teatro” che ha visto protagonista una ragazza, che volendo diventare famosa ha fatto un provino, è stata presa e per realizzare il suo sogno però, prima di tutto, avrebbe dovuto cambiare il suo cognome, lasciare i suoi amici e la sua famiglia, farsi trattare da bambola. Non vi dico la fine, per motivi di spoiler.   È l’ora della cena, quasi quasi anche peggio del pranzo…   Dopo torniamo in hotel e sino alle 23:30 si può restare in giro; passato quest’orario tutti nelle proprie stanze. Inutile dire che qualcuno sopra l’orario stabilito è stato scoperto e rispedito nella sua stanza in breve tempo.   18 maggio   Il grande giornoooooo! Quello per cui ci siamo preparati sin da febbraio, quello per il quale tutti avevamo un po’ d’ansia, anche se non mostrata esplicitamente. Dopo “pranzo” ci siamo riposati un po’ e i violinisti e i clarinettisti sono andati a prendere il proprio strumento dal furgone della prof.ssa Melis per fare l’accordatura. È stranissimo prendere in mano lo strumento dopo 3 giorni che non lo suoni, soprattutto per chi è abituato a prenderlo sempre, il suono era diverso, c’è voluto un po’ prima che mi riabituassi.   Mentre i percussionisti e i pianisti portavano le percussioni e i pianoforti sul palco, i violini e i clarinetti completavano l’accordatura. Siamo stati l’orchestra che ha aperto la serata, i presentatori del festival ci hanno definito preparatissimi e la nostra performance meravigliosa! Beh, modestamente… In realtà, non pensavo fosse uscita così bene, sopra il palco sentivo solo un pianoforte, i clarinetti, che avevano la parte principale non li ho sentiti per niente, ma dalle registrazioni mi sono accorta che si sentiva tutto.   A seguire un estratto delle interviste ai professori di musica:   ASPETTATIVE APPENA AVETE VISTO IL PALCO E IL LUOGO IN CUI CI SIAMO ESIBITI   Prof.ssa Trincas:   “Mi sono sentita abbastanza sicura, la qualità del suono era ottima”   Prof.ssa Sarigu:   “Ho trovato il palco abbastanza attrezzato, quando siamo arrivati, il palco era molto bello,, ma troppo piccolo per la nostra orchestra di 58 elementi. L’acustica era quella di un Hangar, certo! Era preferibile l’acustica di un teatro…”   Prof.ssa Melis:   “Il palco era piccolo, ma abbastanza attrezzato per le nostre esigenze, il fonico non ha pensato a chi si esibiva ma a chi ascoltava”   Prof. Carboni:   “Le mie aspettative erano buone, l’attrezzatura era professionale, il service professionale, il fonico era bravo e competente, ma sfortunato perché non ha potuto fare quello che voleva fare.”   COME È ANDATA L’ESIBIZIONE?   Prof.ssa Trincas   “Penso sia andata molto bene, siamo riusciti a suonare nonostante tutto”   Prof.ssa Sarigu:   “È andata abbastanza bene, anzi senza abbastanza, è stata un’esperienza diversa, c’era un bel pubblico, molto attento, abbiamo aperto la serata e per questo siamo stati molto apprezzati e quindi applauditi”.   Prof.ssa Melis:   “È andata molto bene, sono orgogliosa, in questa situazione: avete dimostrato di sapere pienamente le parti”.   Prof. Carboni:   “Pensavo che l’esibizione fosse non buona visto il risultato sul palco, ma alla fine abbiamo fatto una buona esecuzione.”   ASPETTI NEGATIVI E POSITIVI DELL’ESIBIZIONE E DEI DUE GIORNI TRASCORSI A BRACCIANO.   Prof.ssa Trincas:   “L’aspetto negativo è che l’organizzazione avrebbe dovuto mettere un limite al numero di partecipanti.   Gli aspetti positivi sono che ci sono stati degli scambi culturali, ascoltando persone provenienti da altre regioni, performance di altre categorie quali ballo e teatro.”     Prof.ssa Sarigu:   “La preparazione del palco è stata molto impegnativa.”   Prof.ssa Melis:   “L’aspetto negativo è stato gestire i numeri, 13.000 partecipanti sono troppi…”   Prof. Carboni:   “Sono stati due giorni buoni, non ho trovato aspetti negativi, anzi, ho visto una crescita generale del gruppo.”   IMPRESSIONI: VI ASPETTAVATE ANDASSE COSI’?   Prof.ssaTrincas:   “Non lo so…in realtà, non me lo sono chiesta, ho sempre avuto un atteggiamento positivo, sono molto soddisfatta.”   Prof.ssa Sarigu:   “Mi aspettavo che andasse meglio, ci sarebbe servito più tempo per il soundcheck”.   Prof.ssa Melis:   “Dalla pubblicità l’organizzazione sembrava più attrezzata…”   Prof.Carboni:   “Sì, mi aspettavo che andasse così, in generale sono molto contento!”     COSA AVETE MESSO IN VALIGIA AL RIENTRO PER QUANTO RIGUARDA LE ESPERIENZE, LE EMOZIONI E I RICORDI?   Prof.ssa Trincas   “Io ho portato a casa un baule pieno di orgoglio: ho conosciuto molti di voi che non conoscevo direttamente, non essendo miei alunni di pianoforte, ho portato anche un po’ di stanchezza, ma nonostante tutto lo rifarei altre 100, 1000 volte!!!”   Prof.ssa Sarigu   “Ho messo in valigia una maglietta, dei souvenir, no scherzo! Ho portato a casa una vittoria perché riuscire a portare 70 ragazzi ad un festival come questo è stata una sfida, mi è piaciuto perché non dovevamo essere giudicati, anche se avrei preferito l’acustica di un teatro, non si sentivano sfumature.”   Prof.ssa Melis:   “Ho portato a casa tante emozioni, grazie a questa esperienza diversa, portare 70 ragazzi è stata una scommessa riuscita, lo rifarei volentieri!”   Prof. Carboni:   “Ho portato a casa il ricordo di una nuova esperienza diversa dai concorsi, vi ho conosciuto meglio… è stata un’esperienza emozionante, da rifare”.   Sara Veroni, Classe 3^H, Scuola secondaria di Primo grado