//CLAUDE DEBUSSY

CLAUDE DEBUSSY

di | 2019-06-07T09:14:32+02:00 5-6-2019 8:45|Alboscuole|0 Commenti
    Maria Luigia Antonilli – Claude Debussy (1862-1918) è stato un compositore e pianista francese. Nato da genitori benestanti, entra al conservatorio di Parigi a soli quattordici anni dove studia pianoforte e composizione con degli illustri musicisti dell’epoca. All’età di ventidue anni vince un prestigioso concorso, istituito dallo stato francese per i meritevoli nel campo delle arti: il Prix de Rome. Per questo rimane a Roma per due anni e, già compositore, la sua musica verrà influenza dalle idee musicali di alcuni musicisti internazionali dell’epoca. Viene apprezzato dagli intellettuali per la composizione Prélude à l’après-midi d’un faune (Preludio al pomeriggio di un fauno) che prende spunto da una poesia dello scrittore francese Stéphane Mallarmé. Si tratta di un poema sinfonico, cioè di un tipo di componimento solitamente costituito da un solo movimento, ispirato a poesie o opere letterarie in prosa; il Prélude venne eseguito per la prima volta nel 1894 a Parigi ed ebbe un enorme successo, tanto da diventare il brano più eseguito di Debussy. La melodia del flauto, che prevale fin dall’inizio, incarna il personaggio del fauno, figura mitologica che in un caldo pomeriggio si incontra con delle ninfe e si abbandona alla loro sensualità. Intorno a questo canto si sviluppa tutto l’accompagnamento dell’orchestra. Debussy utilizza criteri compositivi innovativi: rivoluziona l’armonia inserendo la scala esatonale (per toni interi), crea melodie oscillanti e improvvisi cambi di intensità capaci di suggerire scene ora vivaci ora serene. Viene molto influenzato dalla corrente culturale dell’Impressionismo, benché non si sia mai considerato un aderente a essa: questa corrente era caratterizzata dall’attenzione per la natura e dalla semplicità delle immagini. Tornato a Parigi, entra in contatto con un altro importante movimento dell’epoca, creato da Charles Baudelaire: il Simbolismo. Grazie a questa istruttiva influenza si concentrerà soprattutto sugli aspetti più misteriosi della realtà, prediligendo sonorità lievi e luminose e incentrando la sua composizione su suoni più acuti. Egli per tutta la sua vita si confronterà con un altro musicista contemporaneo, Richard Wagner, criticandone il rispetto ferreo delle regole musicali imposte nel tempo, che lo portava a creare rigorose strutture sintattiche; Debussy ammira, invece, l’idea di un discorso musicale aperto, ricco di immagini istantanee che distolgono l’attenzione da un concetto di svolgimento prestabilito della melodia; secondo lui il brano musicale non obbligatoriamente deve essere visto come un racconto, ma anche come un quadro in cui ogni particolare può essere ammirato; infatti come in un dipinto un dettaglio può suscitare la nostra ammirazione, così in un’opera possiamo essere conquistati da un accordo isolato, senza metterlo in relazione con gli altri elementi circostanti. Molte delle sue opere sono degli “esperimenti” che, partendo dalla lontana influenza dei movimenti intellettuali, portano l’autore a testare nuovi modi di comporre non più rispettando i canoni fissi, ma spaziando e acquisendo nuovi generi dalla Spagna, dall’India, dall’Oriente e dall’Africa. Debussy compone molto per pianoforte, ad esempio Pour le piano, Valse romantique, Rêverie, e per orchestra. Ha scritto svariati quartetti d’archi e pezzi per pianoforte e voce. Una delle sue composizioni maggiormente studiate dai giovani pianisti è Children’s corner, creata principalmente per sua figlia di nome Emma e soprannominata affettuosamente Chou-chou, che in giapponese vuol dire Farfalla. Questa è una raccolta di sei brevi pezzi scritti anche per deridere alcuni studi classici che lui stesso aveva sempre rifiutato di seguire a causa del suo carattere ribelle. Debussy ha un modo di suonare raffinatissimo in cui si avvertono timbriche mai ascoltate prima, toni più delicati, corde appena sfiorate, capaci di suscitare le più vive impressioni. Morirà a Parigi dopo una lunga malattia, ma dietro di sé lascia più di 90 opere meravigliose che ancora oggi sono capaci di evocare emozioni e sensazioni intense; il filosofo contemporaneo Vladimir Jankélévitch lo ricordava con questa frase: “un modello di tutti quegli artisti di genio che nel loro essere autentici creatori, sono inadeguati al ragionare ed al condursi con il resto degli uomini”.