//Che Babele di parole!

Che Babele di parole!

di | 2021-03-06T20:55:01+01:00 6-3-2021 20:55|Alboscuole|0 Commenti
di Elisabetta Lezzi La parola “cringe” è entrata ufficialmente tra i nuovi vocaboli italiani. Letteralmente vuol dire “imbarazzante” e si riferisce, in genere, a “scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva”. Usata soprattutto tra i giovani, si è diffusa in particolar modo con l’avvento dei social network. Un esempio? “Fra’, piantala di parlare, stai diventando cringe!”. La scelta non piacerà ai puristi della lingua, ma ai fanatici del mondo social sicuramente sì.  

Che babele di parole

con l’avvento del mediale!

Dentro cose, case, scuole,

vige il logo digitale.

Neologismi ed anglicismi

nell’odierno intercalare

son lontani dai grecismi

e dal gergo familiare.

L’italiano, che ricordo!

Or nessuno va d’accordo…

Followare poi taggare,

whatsappare se ci pare

e plonkare quel compare

per poterlo ben skippare.

Non saranno parolacce

che faranno rosse facce?

Con un po’ di british tinge

si diventa tutti cringe?

Che strapazzo l’imbarazzo,

stravagante fa paonazzo,

se ti blogga il paparazzo

ne consegue lo strapazzo.

La gradisci questa foto

che di botto t’instagrammo?

Sai che posto, mica spammo,

sono etica per voto.

Googlo solo quello bello

mentre banno suo fratello

e se becco chi mi trolla

lo riduco pasta frolla.

Se non vampi molto campi

e ci godi se downlodi,

evitando certi fake

non decadi nel rimake.

E’ la lingua l’italiano

da tenere per la mano,

custodire con la cura

mantenendo la misura,

ha l’onore della storia,

sa d’antico, di memoria

che rivela identità

ma non nega novità.