//Bullismo: azione e reazione

Bullismo: azione e reazione

di | 2021-01-19T20:12:11+01:00 19-1-2021 20:12|Alboscuole|0 Commenti
Di Gaia Di Bari – classe II sez. E   BULLISMO una parola di sette lettere, che nasconde nel suo significato tanti cattivi comportamenti e tanta sofferenza per chi subisce. A scuola, abbiamo visionato due cortometraggi sull’argomento per poi affrontare l’argomento in Educazione Civica. Entrambi mi hanno fatto riflettere, anche se i comportamenti legati al bullismo io li conoscevo già. Nel cortometraggio “Occhio per occhio il mondo diventa cieco” i comportamenti violenti e continui del gruppo di bulli, esasperano così tanto il ragazzo di colore che li subisce, da trovare come unica soluzione, quella di reagire con la violenza. Infatti, facendosi aiutare da un gruppo di altri bulli si vendica comportandosi anche lui in modo violento dando una lezione a chi lo tormenta ogni giorno. La violenza però genera altra violenza e rispondendo con odio si genera altro odio. Anche se i comportamenti aggressivi diventano una persecuzione, io non risponderei mai con altrettanti comportamenti, ma sceglierei la strada della non violenza e soprattutto dell’indifferenza, allontanandomi da chi crea disturbo, non vendicandomi, perché la gentilezza e l’educazione che mi sono state insegnate vengono prima dello scendere allo stesso livello di chi si comporta male. Condivido in pieno il pensiero che “la non violenza è la più grande forza a disposizione dell’uomo”. Il secondo cortometraggio “Tormenti” è quello che più mi ha colpita, forse perché in alcuni atteggiamenti e comportamenti, anche se in forma diversa mi sono ritrovata. La protagonista è una ragazza della mia età, che studia, ha i suoi amici, va a danza, ha una simpatia particolare con un suo compagno di classe e vive tranquilla; purtroppo per “qualcuna” è troppo e mossa dall’invidia scatena l’inferno. Tanti dispetti, comportamenti per escluderla, per isolarla e costringerla anche…..a pensare di fare un gesto estremo! Che per fortuna, la protagonista non farà e sceglierà la strada di ribellarsi: raccontando quello che è costretta a sopportare e denunciando con la sua mamma le bulle che la perseguitano. Mi ha colpito tanto, quanta cattiveria può scatenarsi dal nulla, dall’invidia, dalla facilità di colpire una ragazza normale tranquilla solo per pura cattiveria. Il fenomeno del bullismo nelle sue varie forme, tutte brutte per chi le subisce, limita la libertà perché provoca sofferenza, isolamento in alcuni casi depressione e nelle forme più gravi, per chi non ha una famiglia e degli amici può portare a compiere gesti estremi (molti ragazzi si procurano ferite o arrivano a togliersi la vita). I bulli si divertono, provano gusto a fare dispetti e cattiverie, in alcuni casi usano la forza, ma forse anche loro sono frustrati, perché  solo con le persone più deboli, che non riescono a reagire dimostrano la loro forza. In gruppo si sentono forti, ma da soli sono nulla. Io personalmente non sopporto le cattiverie e le ingiustizie, ma mi capita di subirle a volte, non in forme violente, ma piu’ subdole…..a volte l’invidia porta a comportarsi in maniera cattiva. Se una persona studia diventa “secchiona”, se non ha l’aspetto fisico da copertina viene esclusa, se vuole inserirsi ……si trovano scuse e pretesti per farle capire che la sua presenza non è gradita….se poi altri si avvicinano a lei, seguono la sua stessa sorte. Anche questo è bullismo! Però mascherato dai sorrisi, dai finti comportamenti davanti ai professori, dalle foto in gruppo postate solo per fare dispetti e, soprattutto, gridando ai quattro venti, anche sui social: “Ognuno è libero di essere amico di chi vuole” oppure “ non bisogna essere amici per forza”. Anche non riuscire a far parte di un gruppo può far soffrire, perchè crea isolamento e solo quando si comprende, con l’aiuto della propria famiglia e degli amici più cari che non ne vale la pena soffrire per persone che non meritano, si va avanti e si cresce. Di certo non risponderò mai con la violenza o la vendetta, io preferisco l’indifferenza e allontanarmi da persone che non condividono il mio modo di essere. Io penso che nessuno è superiore, ognuno è diverso con i suoi pregi e i suoi difetti, bisogna saper accettare gli altri rimanendo se stessi. La libertà di essere se stessi passa anche dall’accettare gli altri cosi come sono, senza giudicare e senza assumere comportamenti che possono creare negli altri sofferenza. Io non permetterò mai a nessuno di far spegnere il mio sorriso.