//Anno 3000

Anno 3000

di | 2020-12-09T06:17:40+01:00 9-12-2020 6:17|Alboscuole|0 Commenti
di Irene Porro, 3E Mi sveglio, vado a fare colazione e il mio sguardo cade su una porta semiaperta. Entro. Noto subito un’altra strana porta gigante, caratterizzata da luci multicolori che si accendono e si spengono simili a scosse elettriche, che mi incuriosiscono molto. Decido di entrarci e scoprire di cosa si tratti.  Metto un piede, poi un altro, ed eccomi in uno strano mondo. Grattacieli altissimi, macchine volanti e tanti omini, non persone, ma robot. Mi incammino verso un palazzo e decido di entrarci. Vedo muri bianchi, tablet dappertutto e robot. Decido di dirigermi verso uno di loro per chiedere informazioni. Il robot è alto e sembra alquanto gentile. Gli chiedo: “In che anno siamo?’’. ‘’Siamo nel 3000, signorina!’’ mi risponde il robot “Dove sono gli uomini?. Perché le macchine volano?…’’ “Prima di rispondere alle sue domande, signorina, la dobbiamo portare in un posto, dal signor capo, lui avrà tutte le risposte alle sue domande’’. Attraversiamo il lungo corridoio e prendiamo l’ascensore. Che splendida vista, la città è pulitissima e non è presente neanche una carta per terra! Saliamo fino ad arrivare al cinquantesimo piano, facciamo altri due passi; Davanti a me, un’altissima porta argentata. Il robot bussa e il grande capo apre la porta. Ed ecco l’ufficio. È il quadruplo della mia stanza, contiene cinque divanetti, di cui uno beige molto elegante, con cuscinetti decorati di colori vivaci. La sua scrivania è un tablet gigante. Il grande capo mi fa cenno di accomodarmi e io eseguo i suoi ordini. Ha un’aria molto severa, è altissimo, circa due metri. Mi dice che la specie umana è ormai estinta e che ora il mondo è formato solo da robot, a parte un caso speciale: un vecchio uomo, ormai centenne, che è sopravvissuto al meteorite più potente della storia. Per noia ha iniziato a fabbricare dei robot, con un quoziente intellettivo molto alto che possano svolgere tutte le funzioni umane. I robot lo hanno aiutato molto, hanno costruito questa città protetta e poi dopo hanno costruito alti grattacieli, hanno portato avanti la tecnologia e soprattutto hanno fatto compagnia al loro creatore. Dopo questa interessante conversazione il capo ordina al robot di portarmi dal loro fondatore, prima di andarmene, però, il grande capo mi dice a voce bassa, che il fondatore è un uomo molto vecchio e che, quindi, non devo farlo innervosire. Inizio a seguire il robot, che mi aveva detto di chiamarsi Ivan. Ritorniamo all’ascensore e saliamo all’ultimo piano. E’ vuoto: c’è solo una piccola porticina che porta, poi all’appartamento dell’anziano signore. Entro e lo vedo su una sedia a dondolo che beve un succo d’arancia. Mi avvicino a lui. Appena mi vede, con i suoi occhi chiari, mi sfiora i capelli e fa un sorriso smagliante. Sembra così felice nel vedermi. Poco tempo dopo di dice che erano cinquant’anni che non vedeva un essere umano. Mi racconta che la sua famiglia è stata spazzata via da quel meteorite e che lui è rimasto solo, ma è grazie ai robot che oggi vive. Dopo l’uomo mi saluta e io esco dall’appartamento. Purtroppo la giornata giunge al termine e io devo assolutamente ritornare a casa perché i miei genitori mi stanno cercando. Il robot mi accompagna all’uscita. Lo saluto con un abbraccio e facendo un grande salto attraverso il portone, torno alla dura realtà del 2020. Felice e soddisfatta ritorno nella mia dolce cameretta, mi metto nel letto e chiudo gli occhi.