//AGENDA 2030 – OBIETTIVO 1: SCONFIGGERE LA POVERTA’

AGENDA 2030 – OBIETTIVO 1: SCONFIGGERE LA POVERTA’

di | 2020-01-31T18:45:40+01:00 30-1-2020 18:05|Alboscuole|0 Commenti
di Alessia Ficociello e Silvio Simone – 1^C – L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa  ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile della vita sul pianeta Terra. I 17 traguardi da raggiungere sono: 1: SCONFIGGERE LA POVERTA’, 2: SCONFIGGERE LA FAME, 3: SALUTE E BENESSERE, 4: ISTRUZIONE DI QUALITA’, 5: PARITA’ DI GENERE, 6: ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO- SANITARI, 7: ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE, 8: LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA, 9: IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTUTTURE, 10: RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE, 11: CITTA’ E COMUNITA’ SOSTENIBILI, 12: CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI, 13: LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, 14: LA VITA SOTT’ ACQUA,  15:  LA  VITA  SULLA  TERRA,  16:  PACE,  GIUSTIZIA  E  ISTITUZIONI  SOLIDE,  17: PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: alcune nazioni, infatti, si sono impegnate a raggiungerli entro il 2030. Ciò significa che ogni Paese del pianeta è chiamato a fornire il suo contributo per affrontare in comune queste grandi sfide. Inoltre si dovranno trovare incentivi per incoraggiare gli interlocutori non governativi a partecipare in modo più attivo allo sviluppo sostenibile. I nuovi obiettivi per il 2030, pur essendo indirizzati a diverse categorie di attori – governi e istruzioni, società civile, organizzazioni no profit- intendono essere una spinta soprattutto per il mondo del business. L’era SDGS (obiettivi di Sviluppo Sostenibile) riconosce alle aziende un ruolo chiave e determinante.   Negli ultimi anni stiamo assistendo al sorgere di molti movimenti che accendono i riflettori su di essi; per citarne uno il “FRIDAY’S FOR FUTURE”, letteralmente Venerdì per il Futuro, si occupa dell’ obiettivo 13. Il movimento è partito da una protesta messa in atto da una ragazzina 16enne svedese Greta Thumberg, infatti lei ogni venerdì protesta davanti la sede del Parlamento svedese. Questo suo modo di protestare ha coinvolto  molti giovani che, dal suo esempio, hanno tratto la volontà di reagire, preoccupati da quello che sta succedendo al nostro pianeta.  Greta dice:  “Il vero potere appartiene al popolo” e questa espressione è diventata il motto principale del movimento, infatti, per ottenere un bene comune, che offrirebbe dei benefici all’intera collettività, c’è bisogno di unirsi è protestare. Greta ha  partecipato a molti convegni internazionali, arrivando a parlare con i più grandi leader mondiali di quanto sta accadendo. Uno dei suoi ultimi interventi ha dato una forte scossa a tutto il mondo; al Parlamento Europeo la ragazza ha pronunciato un discorso fra le lacrime, facendo riflettere tutti sulla giusta strada da percorrere in questo momento delicato. L’obiettivo, a mio parere tra i più importanti perché da questo ci si ricollega con tutti gli altri, è il n° 1: SCONFIGGERE LA POVERTÀ. Prima di tutto bisogna inquadrare il significato della parola povertà. Essa è definita come la condizione di una persona che non possiede nulla. In realtà “povertà” è un termine polisemico e il concetto presenta seri problemi di definizione. La povertà è una condizione che cambia nel tempo e nello spazio. Distinguiamo due tipi di povertà: assoluta e relativa. Quella assoluta definisce una condizione di mancanza delle dotazioni materiali necessarie per vivere; la povertà relativa definisce invece una soglia limite, al di sotto della quale, una persona, in base a ciò che possiede, viene definita relativamente povera. Essa va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni ci sono la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. Oggi 836 milioni di persone vivono ancora in povertà estrema, il 70% delle quali sono donne. I poveri sono particolarmente vulnerabili alle crisi economiche e politiche, alle problematiche di biodiversità e degli ecosistemi, delle catastrofi naturali e della violenza. Per impedire che i popoli fuggiti alla povertà ricadano di nuovo in essa, questo obiettivo prevede anche misure per rafforzare la resilienza, il sostentamento e i sistemi di sicurezza sociale. Sono stati individuati diversi traguardi da raggiungere per sconfiggere la povertà, tra i quali: garantire che tutti abbiano gli stessi diritti e l’accesso ai servizi di base, alla proprietà e controllo della terra e ad altre forme di proprietà, all’eredità, alle risorse naturali, ad appropriate tecnologie e a nuovi servizi finanziari, tra cui la microfinanza. Questo grande e principale obiettivo è molto importante, soprattutto per bambini e giovani, poiché altrimenti li si priva del futuro a cui avrebbero diritto. Studi, analisi ed esperienze confermano che,per far uscire dalla povertà le famiglie e le persone, non è sufficiente che cresca la ricchezza di un Paese. Anzi, a fronte di una moderata ripresa economica, non si verifica automaticamente una riduzione della povertà media, mentre peggiorano le condizioni di alcune particolari categorie di persone. La crescita economica, quindi, deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza. Come già detto prima, questo è da considerare come il punto più importante, infatti la povertà è strettamente collegata alla salute; in diverse parti del mondo si verificano delle situazioni in cui le persone indigenti muoiono senza essere curate, perché non possono permettersi le terapie. Il primo punto mira proprio a cercare di superare queste disuguaglianze e discriminazioni. Tutti i punti sono comunque molto importanti e strettamente collegati tra loro; quanto stabilito nell’Agenda non riguarda soltanto l’ambiente in cui viviamo, ma anche la conquista della democrazia per il bene della collettività in cui si vive. Tutti i Paesi che hanno scelto di aderire all’Agenda 2030 hanno fatto un patto per cercare di raggiungere i 17 obiettivi o, almeno, migliorare positivamente in tutti i traguardi.