//Abbiamo bisogno di “una bomba di umanità”.

Abbiamo bisogno di “una bomba di umanità”.

di | 2022-10-17T20:08:34+02:00 17-10-2022 20:06|Alboscuole|0 Commenti
di Fausta Piccirillo – 5^E-
Le opportunità che la scienza ha dato all’uomo sono molteplici, basti pensare alla penna che mi sta permettendo di scrivere. La nascita di questa disciplina è dovuta alla necessità che l’emblematica figura umana ha di crearsi una sorta di comfort-zone in cui vi è un’utilità per ogni occasione, così da ridurre al minimo lo sforzo. In questa condizione, tutte le innovazioni vengono viste di buon occhio, quasi a dimenticarne la pericolosità stessa.
 L’uomo, d’altronde, è la macchina più complessa, che anche la scienza non riesce a razionalizzare per intero. Per questo motivo non possono esistere delle leggi della morale universali, come avviene in ambito scientifico.
A questo punto sembra chiaro comprendere che tra ricerca scientifica e dimensione umanistica intercorra uno spazio simile a quello compreso tra due rette parallele. Per quanto siano due treni con diverse destinazioni, il punto di partenza è lo stesso e coincide con l’unico punto d’incontro. Come nella realtà potrebbe accadere, anche in questo rapporto imprevisti ed incidenti possono alterarne il flusso. Si presentano quindi due scenari: il primo è il caso in cui, attraverso una collaborazione, si arrivi ad una scoperta che possa migliorare la condizione dell’uomo, come ad esempio la cura di tumori e malattie autoimmuni; il secondo invece è quello in cui la scoperta viene strumentalizzata per scopi illeciti. Questo è il caso che affronta Elsa Morante nella questione sulla bomba atomica, affrontata nel suo saggio “Pro o contro la bomba atomica” del 1965.
 Inizialmente l’idea di una fonte di energia atomica fece tirare un sospiro di sollievo: si stavano per risolvere i problemi energetici di cui l’intero mondo soffriva.
Negli ultimi tempi il termine atomico è diventato oggetto attivo dei dibattiti, e di certo non di quelli felici.
 L’entusiasmo sembra ormai scomparso, a causa delle tensioni politiche e relative minacce. Molti sono quelli che temono le conseguenze di un evento così catastrofico; pochi invece ad interrogarsi sulle sue origini e sui riposti motivi. Ancor meno coloro che domandano alla propria coscienza come questo “segreto della natura” sia stato svelato durante quest’era.
 Potremmo affidare la responsabilità al caso che, servendosi della curiosità e dell’intelligenza umana, sia arrivato a ciò: pur avendo l’aria di una risposta, rimane comunque una domanda aperta. Nessuno infatti vorrà fermarsi a ciò perché, inconsciamente, si è certi che anche gli apparenti casi sono quasi sempre delle volontà consapevoli.
Anche se può sembrare un gioco di parole, la realtà che evince è che l’uomo è lo specchio della scienza. Per questo motivo la nostra bomba è il fiore, ossia l’espressione naturale della nostra società.
La vera centrale atomica è rappresentata da tutte le istituzioni impegnate nel controllo. Il senso di marcia dovrebbe essere il favorire le condizioni volte al progresso umano, prima di tutto sociale e poi economico. Di fronte all’errore si potrebbe cadere in situazioni irrimediabili.
 Alla luce dei nostri giorni, l’unico scenario che, speriamo non emerga, è quello di un piano omicida. È una tentazione che potrebbe avere qualsiasi stato in possesso della bomba atomica. Il male assoluto, indotto in qualsiasi modo, è visto come soluzione. Concludendo, c’è da dire che, nonostante i numerosi limiti che è riuscito a superare, l’uomo prova l’occulta tentazione di autodistruggersi, come ci prospetta Italo Svevo nell’ultima parte del romanzo: “La coscienza di Zeno”.