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Una Lucrezia Borgia recuperata da Donizetti

di | 2025-02-26T23:29:39+01:00 2-3-2025 0:30|Sezione 7, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – I grandi musicisti del secolo XIX, nonostante il valore delle loro opere, dovevano ahimè combattere con la censura. E il Vaticano non era tenero neanche coi nomi più illustri, come quello di Verdi, che specie per il Rigoletto e il pericolo di offesa al titolo regale, dovette ricorrere a più di un sotterfugio. Oggi il Teatro dell’Opera Costanzi, a Roma, ha messo in scena (12-23 febbraio) “Lucrezia Borgia” di Gaetano Donizetti (in première nel 1833 alla Scala di Milano).

Roberto Abbado, direttore d’orchestra

Il libretto di F. M. Piave, ispirato ad un dramma di Victor Hugo, non nasconde le rielaborazioni cui fu sottoposta la figura di Lucrezia – creatura corrotta, spinta all’incesto col fratello Cesare Borgia e col proprio padre (padre anche di Cesare), spagnolo divenuto Papa col nome di Alessandro VI – affinché l’opera di Donizetti potesse essere accettata. In essa Lucrezia, nel 1482 sposata tredicenne a uno Sforza e divenuta contessa di Pesaro, appare circondata dal malvolere di tutti, sia nobili che popolani, e tuttavia affezionatissima al figlio Gennaro (probabilmente “l’infans romanus” partorito da Lucrezia a Roma con Pedro Calderón, tuttofare del Papa poi trovato annegato nel Tevere, figlio cui ella era molto affezionata).

Il soprano Lidia Fridman

Occorre dire che nonostante la ben poco convincente drammaturgia, l’opera è musicalmente bellissima: diretta con foga da Roberto Abbado, gode dalla regìa di Valentina Carrasco – già conosciuta al Teatro dell’Opera – che ha ben centrato colori, forme, e moti dell’allestimento, e vogliano ricordarne almeno il rosso fuoco dei veli della scenografia del primo atto, dominati da una grande maschera bianca, allusiva alle falsità di Lucrezia, nonostante il detto testo.

Enea Scala, tenore

Una Lucrezia che è stata interpretata dal potentissimo soprano Lidia Fridman, in duo con l’eccellente tenore italiano dalla voce luminosa, Enea Scala nel ruolo di Gennaro. Severa e ferma l’interpretazione di Alex Esposito quale Alfonso I d’Este: insieme con gli altri personaggi essi hanno inverato specie dei duetti (e in quello finale) la bellezza di quest’opera dall’essenza drammatica, ricca di una forza che nei decenni le è sempre stata riconosciuta.

Paola Pariset

 

 

Nell’immagine di copertina, una scena della Lucrezia Borgia al Teatro dell’Opera di Roma (foto Fabrizio Sansoni)

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