VITERBO – Nel vasto e imprevedibile universo dei social media, ogni tanto emerge una nuova tendenza che fa discutere. Stavolta si parla delle “tradwives”, abbreviazione di traditional wives (mogli tradizionali), ovvero donne che promuovono uno stile di vita domestico d’altri tempi, tra grembiuli inamidati, dolci appena sfornati e un’ammirazione incondizionata per il marito. Un fenomeno che strizza l’occhio ai ruggenti anni ‘50, ma che trova casa nel più moderno e digitale palcoscenico di TikTok e Instagram. Perché, se c’è una cosa che la storia ci ha insegnato, è che il vintage non passa mai di moda. E questo vale anche per i ruoli di genere.
Casalinga 2.0: tra amore per la famiglia e filtri di Instagram Dimenticatevi delle casalinghe disperate. Le tradwives non si lamentano della loro routine domestica, anzi, la esaltano. Con video patinati e post curati al millimetro, raccontano giornate scandite da preparazione di pranzi perfetti, stirature degne di una sartoria di lusso e una totale dedizione a marito e figli. Il tutto condito da un’estetica impeccabile, spesso ispirata agli anni ‘50, con gonne a ruota, perle al collo e capelli in piega. Secondo loro il femminismo avrebbe tolto alle donne la gioia di essere… donne. Ecco quindi la missione: riscoprire il piacere della cura della casa, abbracciare la sottomissione (volontaria) al capofamiglia e incarnare la perfetta moglie devota. Un ritorno all’ordine che, manco a dirlo, fa alzare più di qualche sopracciglio.
Tra applausi e polemiche: le “tradwives” dividono la rete Se da un lato questo stile di vita trova un pubblico affezionato tra chi sogna una vita più “semplice” e priva delle pressioni della carriera, dall’altro le critiche non mancano. Secondo molti, la narrazione delle tradwives sarebbe una visione idealizzata e irrealistica della vita familiare, che rischia di romanticizzare la sottomissione femminile e di rafforzare stereotipi superati. Le femministe storcono il naso, sostenendo che questa tendenza sia un passo indietro rispetto alle lotte per l’uguaglianza. “Essere casalinghe non è un problema, ma dipingerlo come l’unica scelta valida è pericoloso” sostengono molte attiviste. Poi c’è chi fa notare che le tradwives più seguite, in realtà, sono vere e proprie influencer che monetizzano il loro ruolo “tradizionale” vendendo corsi su come essere nel 2025 perfette mogli degli anni ‘50…
Moda passeggera o ritorno alle origini? Forse la verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Se da un lato il fenomeno delle “tradwives” può sembrare un semplice trend social, dall’altro riflette un desiderio più profondo di sicurezza e stabilità in un mondo sempre più frenetico. In un’epoca in cui il multitasking è la regola e l’equilibrio tra vita privata e lavoro un miraggio, l’idea di una routine domestica “perfetta” può apparire come un rifugio. Certo, il rischio di idealizzare un passato che non è mai esistito è dietro l’angolo. E se c’è una cosa che il femminismo ha insegnato è che la vera libertà sta nella possibilità di scegliere. Sia che si tratti di diventare amministratore delegato di una multinazionale, sia che si voglia passare le giornate a sfornare crostate per il proprio marito. L’importante è che nessuno dica che una donna deve fare l’una o l’altra cosa.
Quindi, tradwives o meno, se state leggendo questo articolo e il vostro partner non ha mai lavato piatti… Beh, forse è il caso di riconsiderare la divisione dei compiti in casa.
Alessia Latini
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