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Torre del Cerrano, l’area protetta ricca di biodiversità

di | 2022-07-22T19:16:08+02:00 24-7-2022 6:25|Sezione 6, Viaggi|1 Comment

PINETO (Teramo) – L’area marina della Torre del Cerrano si trova in Abruzzo, la “regione verde d’Europa” con oltre il 30% del territorio tutelato, precisamente nel tratto teramano fra i comuni di Pineto e Silvi. Essa delimita sette chilometri di costa, uno specchio d’acqua protetto dove coltivare le preziose risorse del mare. Fa parte di un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente che si affianca alla rete di oasi sottomarine che negli ultimi anni hanno consentito la salvaguardia, il ripopolamento e lo studio dell’ecosistema marino. L’area si identifica con un’antica costruzione, la Torre Cerrano, che è uno dei pochi esempi rimasti dell’insieme di fortificazioni costiere del Regno di Napoli costruite per respingere i frequenti attacchi di turchi e saraceni provenienti dal mare.

Oggi la Torre, affidata in comodato al Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, ospita il Centro Internazionale di Formazione Veterinaria oltre alla Biblioteca e al Museo del Mare in allestimento con l’Info-point dell’Area Marina Protetta. La costruzione risale al 1568 e deve il suo nome all’omonimo torrente, che scende dai colli di Atri. La foce si trova 500 metri a sud della torre, nel comune di Silvi. Nel secolo scorso le famiglie che la utilizzarono aggiunsero alla costruzione esistente le parti alte e laterali. Nel 1981 la Torre divenne patrimonio della Provincia di Teramo e cambiò destinazione d’uso. Secondo gli storici Strabone e Sorricchio i resti archeologici antistanti alla torre sarebbero quelli del porto dell’antica colonia romana di Hatria, l’odierna Atri, meta di scalo di navi cariche di cereali provenienti dalla Puglia e dalla Sicilia.

L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano presenta due tipologie ambientali ben distinte in stretta relazione tra loro. Si tratta dei tipici fondali sabbiosi adriatici, che rappresentano la parte più estesa dell’area, e alcune zone di scogliere di fondo, costituite da resti semisommersi dell’antico porto di Atri oltre che da alcuni affioramenti di formazioni geologiche conglomeratiche. In tutta l’area sono presenti diverse specie animali marine sia pelagiche sia bentoniche oltre a numerose specie vegetali. E’ presente una fauna molto ricca in relazione alla diversità degli ambienti in essa ricompresi: mare, duna e pineta. Nell’ambiente subacqueo dell’area protetta svariate sono le specie di pesci e molluschi che vi abitano (gronchi, saraghi, spigole, sogliole, gallinelle, triglie di fango e di scoglio, pannocchie). Sono specie che vivono a contatto con i fondali sabbiosi, caratterizzati da estesi e importanti banchi di Chamelea gallina, la piccola vongola adriatica localmente chiamate “paparazza”.

Luoghi di grande interesse sono quelli dove si formano le dune in quanto rappresentano un’area di transizione tra due ambienti molto diversi: il mare e la terraferma. In seguito all’accumulo della particelle sabbiose trasportate dal vento si formano cordoni di sabbia disposti parallelamente alla linea di costa: le dune, appunto. Sulle dune dell’Area Marina Protetta, oltre a poter osservare interessanti specie di insetti come lo Scarabeus semipunctatus e il raro Lamprinodes pictus, è possibile individuare la presenza di specie di avifauna insolite e particolari. Infatti proprio qui nidifica il fratino (Charadrius alexandrinus), raro uccello migratore che frequenta la spiaggia da aprile a settembre inoltrato e che torna ogni primavera per la deposizione delle proprie uova.

L’Area Protetta, caratterizzata da ambienti di costa bassa e sabbiosa, tipici dell’Adriatico, presenta una importante vegetazione dunale psammofila, con stupendi esemplari di Giglio di mare (Pancratium maritimum), di Verbasco del Gargano (Verbascum niveum subsp. garganicum), di Soldanella marittima (Calystegia soldanella) e di Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis). Infine nella area sud, a ridosso delle pinete, è invece presente una fitta popolazione del rarissimo Zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii). L’area protetta si estende fino a 3 miglia nautiche dalla costa e si sviluppa per 7 km dei quali 2,5 km di duna sabbiosa lungo la riva, dalla foce del torrente Calvano, che attraversa l’abitato di Pineto, fino al centro di Silvi, alla corrispondenza a mare della stazione ferroviaria. In totale la superficie dell’A.M.P. è di circa 37 km quadrati.

Nel decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 21 ottobre 2009, in cui viene istituita l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, la prima finalità preposta all’articolo 3 comma a è la seguente: “La tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, fisiche, chimiche e della biodiversità marina e costiera, con particolare attenzione alle biocostruzioni a Sabellaria halcocki” . Sabellaria halcocki è un animale con aspetto vermiforme che appartiene alla classe dei Policheti, la più antica filogeneticamente del phylum degli Anellidi. Gli animali appartenenti a questa specie sono organismi biocostruttori in grado di costruire strutture permanenti rappresentate dall’aggregazione e sovrapposizione dei tubi in cui vivono e che essi stessi costruiscono. La presenza di Sabellaria halcocki nell’area costiera dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, che allo stato attuale è l’unico rinvenimento per il bacino adriatico, ha una notevole rilevanza dal punto di vista naturalistico che giustifica un’azione di tutela di questo patrimonio che va ad aggiungersi a tutto quello che è possibile trovare in questa splendida area protetta di Cerrano.

Margherita Bonfilio

One Comment

  1. Gaetana Giuseppa Figuccia 26 luglio 2022 at 14:49 - Reply

    Con questo articolo, Margherita, fai onore alla tua terra e stuzzichi la curiosità.

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