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Simbas, quando storia e cultura riescono a fare sistema

di | 2022-04-07T18:37:43+02:00 10-4-2022 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

RIETI – Simbas (Sistema territoriale integrato Musei, Biblioteche, Archivi della Sabina e del Cicolano), una convenzione sottoscritta nel 2016, che ha Rieti come comune capofila. Vi aderiscono ad oggi le biblioteche di Borbona, Contigliano, Cottanello, Leonessa, Rieti e i musei civici di Amatrice, Antrodoco, Leonessa, Monteleone Sabino, il Museo archeologico del Cicolano, la casa Museo “Angelo Di Mario” a Vallecupola (Roccasinibalda), l’Archivio di Stato di Rieti e la Riserva Naturale Monti Navegna Cervia. Insieme sono riconosciute come sistema integrato della Regione Lazio che ne sostiene le iniziative culturali.

Tersilio Leggio e Francesca Lezzi

Il territorio di riferimento è vasto, a bassa densità di popolazione e il Simbas consente una programmazione sistemica delle attività, fondata sulla messa in rete tra le strutture aderenti. Il progetto 2021-2022 “Andar per selve e dritte vie”, coordinato da Raffaella Leoncini, comprende un ciclo di conferenze itineranti che ha per tema il paesaggio ed è inserito nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri con l’iniziativa “Divini Cantori”, contest di scrittura creativa e spettacoli, reading teatrali, molto suggestivi, con il gruppo Arteam Jobel Teatro. Il progetto è finanziato attraverso le risorse “La Cultura fa Sistema 2021” della Regione Lazio.

Paesaggio fisico, paesaggio nel rapporto tra uomo e divino (soprattutto in riferimento alla spiritualità francescana), paesaggio dell’animo (quello che ispira suggestioni letterarie, metafisico e simbolico) esaminato attraverso fonti iconografiche. Paesaggio e ambiente non sono sinonimi, il paesaggio in particolare è disegnato dalle attività dell’uomo, è uno spazio antropico e urbano, che si modifica nel tempo. Uno degli incontri si è svolto ad Antrodoco con Gianna Petrongari (sociologa e studiosa di storia locale), attraverso le opere di pittori e mappe di cartografi, architetti e agrimensori, i coloratissimi cabrei, commissionati dai ricchi proprietari terrieri, gli affreschi rinvenuti nei palazzi signorili e nelle chiese antiche, vedute prospettiche dei paesi, i disegni dei viaggiatori del Grand Tour del Sette-Ottocento, le opere di pittori come Antonino Calcagnadoro e Lin Delija.  A Trebula Mutuesca a Monteleone Sabino con Carlo Virili (archeologo e coordinatore scientifico del Simbas) e Cristiano Mengarelli sono state esaminate le evidenze archeologiche di una delle aree funerarie meglio indagate della Sabina, che potrebbe permettere di ricavare una serie di informazioni relative all’ideologia funeraria della comunità velina che a partire dal 900 a.C. ha iniziato a seppellire i propri morti sul terrazzo travertinoso di Campo Reatino, analizzando il rituale funerario adottato, dedotto dalle modalità e dalle forme del seppellimento e del corredo funerario.

La app “Radici”

Nel periodo tardo antico ed alto medievale (IV-X sec.) la Sabina ha segnato un rapporto particolare con l’ambito funerario che ha definito i territori e dunque il paesaggio, come i grandi complessi funerari martiriali di Santa Vittoria e dell’antica Cures. A Corvaro è stato esaminato il territorio del Cicolano, nella sede dell’ecomuseo della Riserva Montagne della Duchessa (il Museo archeologico del Cicolano è chiuso per lavori in corso). Sono intervenuti Tersilio Leggio storico e medievista, Luciano Salvatore Bonventre, storico e ricercatore, Francesca Lezzi, direttrice del museo civico archeologico di Trebula Mutuesca a Monteleone Sabino e del Museo Archeologico del Cicolano e Carlo Virili. Leggio ha illustrato i legami del Cicolano con Dante, che nel canto XIV del Purgatorio cita i conti di Cunio (sostenitori di Federico II), che in Sabina e a Rieti avevano interessi: Rainiero fondò Roccaranieri, uno dei discendenti (Giorgio, figlio di Alberico da Barbiano) sposò una Mareri, discendente di Tommaso Mareri, feudatario del Cicolano, podestà di Ravenna (fratello di Santa Filippa), che nel 1248 cedette la Romagna al Papa.

Il Cicolano nel Medioevo era un trait d’union con la Romagna e lo Stato Pontificio, è sempre stata zona di confine e il paesaggio è quello dell’incastellamento medievale, un paesaggio militare, con torri di avvistamento, castelli, fortificazioni (dopo l’arrivo degli angioni) e villaggi nati intorno alle chiese rupestri e alle rocche. Luciano Salvatore Bonventre ha illustrato l’impatto delle attività dell’uomo sul paesaggio attraverso antiche cartografie, foto, coltivazioni dismesse, fino all’araldica: lo stemma della Provincia di Rieti, istituita nel 1927, cita Tota Sabina Civitas, ma il Cicolano apparteneva all’Abruzzo Ulteriore ed è storicamente e culturalmente molto diverso dalla Sabina. Evidenti, soprattutto dopo gli anni 40, i cambiamenti con la realizzazione della diga del Salto, la superstrada Rieti-Torano: il bacino artificiale ha sommerso terre coltivabili e paesi medievali, la superstrada ha isolato le piccole frazioni, ha avvicinato la città ed è iniziato lo spopolamento.

Carlo Virili

Il Simbas ha elaborato una App denominata Radici, scaricabile dall’App Store e su Google Play, per Android e Ios, pensata per i bambini dalla quarta elementare fino alla prima media, può essere costantemente aggiornata, dura un’ora e mezza, coinvolge 8 Comuni ed è stata presentata nella sezione archeologica del Museo Civico di Rieti. L’ha realizzata la Entertainment Game Apps Ltd. (EGA) fondata da Maurizio Amoroso nel 2014, società specializzata in “giochi seri” in cui la storia e il patrimonio culturale sono i veri protagonisti (egameapps.com sostituirà a breve il sito ega.solutions/homeit). Il filo conduttore è la storia di una bambina che parte da Roma con i genitori per far visita ai nonni a Rieti e qui iniziano i racconti e i ricordi, andando alla scoperta delle origini del Cicolano, Leonesse e Duchesse, Rieti antica, Un pittore e la sua città adottiva, Vespasiano Imperatore Sabino, Sangue e Arena, La casa museo, Il borgo fantasma. Il divertimento inizia con le domande finali di ogni sezione, la ricostruzione di puzzle di statue, vasi antichi, domande sugli eventi storici, la ricostruzione del testo di una poesia. La società ha sviluppato diversi giochi alla scoperta della storia, dei territori, fra cui Mi Rasna (Io sono etrusco), Domiziano, i Medici, la valle del Nera, il viaggio di Sigerico, Mercantia (Italia del 1252), le rotte commerciali del Mediterraneo, per imparare giocando.

Francesca Sammarco

Nell’immagine di copertina, una fase della app “Radici”, destinata a ragazzini in età scolare

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